"No" al Maligno, principe ingannatore di questo mondo
Benedetto XVI nel pomeriggio dell'8 dicembre, in occasione del tradizionale omaggio alla statua dell'Immacolata, ha chiesto di essere "madre e vigile custode" per l'Italia e per l'Europa, "affinché dalle antiche radici cristiane" i popoli "sappiano trarre nuova linfa per costruire il loro presente e il loro futuro". E ha chiesto anche la forza di pronunciare dei "no". "Dacci il coraggio di dire 'no' agli inganni del potere, del denaro, del piacere; ai guadagni disonesti, alla corruzione e all'ipocrisia, all'egoismo e alla violenza. 'No' al maligno, principe ingannatore di questo mondo. 'Sì' a Cristo, che distrugge la potenza del male con l'onnipotenza dell'amore. Noi sappiamo che solo cuori convertiti all'amore, che è Dio, possono costruire un futuro migliore per tutti".- Autore:
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Benché, davanti alla sconfinata grandezza dell’universo, la conoscenza della ragione non sappia andare oltre la possibilità dell’esistenza di altre eventuali libertà creaturali, grazie alla conoscenza che proviene dalla rivelazione noi abbiamo la certezza che tali liberà esistono.
Oggi si va diffondendo sempre più la tentazione di metter in dubbio o addirittura di negare l’esistenza degli angeli e dei demoni. La radice da cui nasce questa tentazione è la “secolarizzazione interna” che insidia la Chiesa, soprattutto teologi e biblisti del nostro tempo, condizionati, nel loro argomentare, dalla cultura e dalla filosofia incompatibili con la conoscenza della Rivelazione.
Gli angeli ci sono presentati dalla parola del Signore come rivelatori della gloria di Dio e come sostegno di amicizia per l’uomo nel suo cammino terreno.
C’è poi la lotta drammatica tra il bene e il male ed è menzogna, ingiustizia attribuire tutto il male che avviene nel mondo alla sola responsabilità di ogni uomo. L’invito del Papa di avere la forza di pronunciare dei “No” ci ricorda che il male non viene tutto da Satana. Però c’è anche la necessità di dire “No” al Maligno, principe ingannatore di questo mondo e l’esistenza dell’opera nefanda del diavolo non sono affermazioni opinabili, ma certezze assolute che ci vengono dalla fede.
Per la “secolarizzazione interna” che insidia la Chiesa, in una inchiesta tra i teologi che applicano alla dottrina sugli angeli e sui demoni la “demitizzazione” bultmaniana” ci sono due posizioni:
C’è chi non critica le posizioni tradizionali come Schmaus o chi, pur accettando la dottrina tradizionale nella sua essenzialità dogmatica sull’esistenza, la natura e l’opera del diavolo ritiene che vada riproposta con argomentazioni critiche come Ratzinger, Kasper, Giacomo Biffi.
C’è chi afferma, seguendo H.Haag, che oggi risultano inaccettabili le affermazioni satanologiche del Nuovo testamento. E oggi la Chiesa non potrebbe affermare che sono accecati dal dio di questo mondo tutti coloro che, a ragione delle loro radici religiose e filosofiche, non possono credere al messaggio cristiano. Nulla toglierebbe al Vangelo prescindendo dalle affermazioni satanologiche degli scritti neotestamentari. Gli esorcismi del Vangelo non pretenderebbero presentare Gesù come colui che lotta contro il diavolo, ma mirerebbero a indicare la resistenza umana al Vangelo, il potere di Dio su tutte le potenze del creato, anche quelle che sembrano più oscure.
Il 29 giugno 1972 interviene Paolo VI:
“da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”
“Crediamo in qualcosa di preternaturale venuto nel mondo proprio per turbare, per soffocare i frutti del Concilio ecumenico e per impedire che la Chiesa prorompesse nell’inno di gioia per aver riavuto in pienezza la coscienza di sé”
E il 15 novembre 1972:
-”Il Male non è più soltanto una deficienza ma una efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa, paurosa”.
- “Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerlo esistente; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente esso pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure lo spiega come una pseudo realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni”.
-”Bisogna difendersi contro quel male che chiamiamo demonio…un agente oscuro e nemico”.
-”Il demonio è all’origine della prima disgrazia dell’umanità. E’ il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero e con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana”.
Ne ha parlato il Concilio, e c’è, nel 1975, un documento della Congregazione della fede in cinque punti:un malessere attuale, dottrina del Nuovo testamento, la Dottrina dei Padri, il Magistero della Chiesa (Concilio Lateranense IV), conclusioni. Ha presentato la dottrina in cinque catechesi del mercoledì Giovanni Paolo II e oggi abbiamo il Catechismo della Chiesa cattolica che ricorda che la potenza di Satana non è infinita, egli non è che una creatura, potente, per il fatto di essere spirito puro, ma pur sempre creatura. Nonostante la sua potenza, non può impedire l’edificazione del Regno di Dio. Agisce nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Gesù Cristo. La sua azione causa gravi danni di natura spirituale e indirettamente di natura fisica per ogni uomo e per la società. Chiara la sintesi del Compendio, soprattutto “liberaci dal Maligno” e l’introduzione del Nuovo Rituale sugli esorcismi uscito nel 1999.
Ma interessante in “Dogma e predicazione (pp.189-197) la risposta dell’allora teologo Joseph Ratzinger alle tesi di Haag, imperniate in questa argomentazione: “Noi abbiamo compreso che nel Nuovo testamento il concetto di diavolo sta semplicemente al posto del concetto di peccato”.
Risposta di Ratzinger:
Non si può negare la massiccia testimonianza sul diavolo nel Nuovo Testamento.
La negazione di Haag non poggia su criteri interni esegetici ai testi dell’Antico Testamento, ma su un criterio esterno: questo modo di pensare non è conciliabile con i criteri odierni.
In realtà molte forme del Nuovo testamento non sono più conciliabili con il pensiero odierno: Forse anche la stessa idea di Dio è per alcuni inconciliabile con il modo contemporaneo di pensare: Dobbiamo allora rinunciare alla fede in Dio, negando il valore universale del patrimonio filosofico assunto dalla Chiesa e considerando la cultura contemporanea un criterio assoluto di giudizio in relazione alla rivelazione divina?
Quali sono allora i criteri per accettare ciò che era creduto con fermezza un tempo oppure non accettarlo più?
In fondo c’è un po’ la paura di tornare al caso Galileo nel quale la cosmovisione scientifica urtò contro ciò che sembrava un dato biblico.
Qui ci troveremo di fronte ad un fatto simile: le scienze neurologiche, psicologiche, psichiatriche ritengono di poter spiegare tutti i fatti di possessione come malattie. Il ricorso al diavolo, generalizzando, non sarebbe più necessario, anzi distruggerebbe la credibilità della fede stessa.
Ciò che talvolta si ammette per evitare “altri casi Galileo” è molto più dannoso per la chiesa di ciò che si vuole salvare: “gli effetti di cristianesimo conformistici sono probabilmente più catastrofici del processo a Galilei”.
Da qui i principali insegnamenti del Nuovo Testamento:
La vittoria di Cristo su Satana, che si oppone in mille modi all’irruzione del Regno.
Il male presente nel mondo non è imputabile solo alla libera volontà dell’uomo, ma è anche frutto della subdola azione diabolica, che supera in intensità il male provocato dalla mancanza dei “no” richiamati dal Papa.
Satana è un essere personale, ma non viene precisata la sua natura. Il suo potere è enorme, ma non infinito.
Con la venuta e la permanenza ecclesiale di Cristo risorto si instaura una lotta terribile tra Cristo e Satana. Ma Satana è già vinto in modo definitivo, anche se questa lotta si protrae fino alla fine della storia. In questa situazione egli ha ancora un certo potere sull’uomo (Apocalisse) che non è vigilante nella preghiera, nell’intercessione di Maria e dei Santi e nel “No” a Satana con il “Sì” a Cristo.