«Non è Europa, se la vita non è sacra»
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Capita di leggere certi giudizi che, in qualche modo, chiariscono quello che stiamo vivendo e le responsabilità che abbiamo. Così, rileggendo queste parole del Card. Biffi in occasione del ricordo della tragedia dell’11 settembre 2001, ci si è chiarito il compito irrinunciabile che abbiamo, che «non possiamo disertare», direbbe l’autore della lettera a Diogneto.
«Il cristiano non deve aver paura di niente e di nessuno, se non della propria insipienza, della sua strana propensione alla resa, della sua assurda disponibilità a sacrificare al dialogo e all’accoglienza ogni manifestazione e ogni segno della sua identità.»
Soprattutto questo vale in una circostanza come quella che si vive a San Marino, in cui il popolo è chiamato a decidere se l’amore alla vita di ogni essere umano, «concepito sotto il cuore della madre» debba essere difeso sempre, rifiutando quel quesito referendario che vorrebbe introdurre l’aborto come diritto della madre, cancellando quella tradizione di accoglienza della vita che ha sempre caratterizzato la gente di questa antichissima Repubblica, «terra della libertà».
Abbiamo ascoltato dalla voce del Pastore della Diocesi queste chiare parole, che indicano quello che può e deve caratterizzare il cristiano, e che trova gli uomini capaci di ragione e appassionati al cuore come splendidi alleati.
Omelia del Vescovo Mons. Andrea Turazzi in occasione della festa del Corpus Domini 2021 | Omelia del Vescovo Mons. Andrea Turazzi in occasione della festa di San Marino, 3 settembre 2021 |
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Ci sono momenti nei quali la nostra Repubblica (e più in generale la società) è, per così dire, messa con le spalle al muro e deve rispondere a domande incalzanti: «Che cosa dici di te stessa? Quali sono i tuoi valori fondanti? Come ti prendi cura della vita nascente, il tuo tesoro? Qual è il tuo progetto di futuro?». Talvolta, l’urgenza dei problemi e l’incalzare delle scadenze ci rendono affannati, pragmatici, efficientisti. Il filosofo Platone sognava una repubblica governata dai filosofi, cioè da coloro che amano la sapienza, i contemplativi della sophia. Si sta avvicinando un’opportunità grande per un sussulto di consapevolezza, di pensiero e di formazione delle coscienze. Ci sarà dibattito. Nel dibattito pubblico, nella società secolare, si confrontano ragioni di antropologia, di etica, di scienza, di per sé non di religione. Tuttavia, ci sono valori che il cristianesimo porta in sé e che deve sempre più mettere in campo a servizio del bene comune. Con la mentalità del dono. In dialogo. Il dialogo è l’ossigeno per una società democratica. Si tratta di valori che in questa sede è mio dovere proclamare. Tra questi il primo è la vita, la creatura che nel grembo della mamma ha cominciato ad essere persona. È un valore che presuppongo in tutti e per il quale tutti dobbiamo impegnarci: è in gioco la bellezza e il valore della vita stessa. Capisco quanto sia importante il punto di vista di una mamma: quella raggiante per l’arrivo di un bambino e quella preoccupata a causa delle difficoltà... specialmente a questa dobbiamo assicurare l’accompagnamento, la tutela e la cura necessarie. La donna porta il peso e la fatica della maternità. Ma il papà non è da dimenticare per le sue responsabilità e consapevolezza. Mai più una donna lasciata sola, non considerata, non difesa, non onorata. Abbiamo testimonianze belle di accoglienza della vita e contiamo in risoluzioni sempre più adeguate di servizio alla vita, alla donna, alle famiglie. Torno al Vangelo, ma, in verità, non me ne sono affatto allontanato. | Ci sono, poi, problematiche che affiorano nella società – qui, in Italia e nel mondo – gravi interrogativi di carattere etico-antropologico, quali aborto, eutanasia e nuove frontiere sperimentali sull’uomo. È l’essere umano che è in gioco e il rapporto-alleanza che Dio ha stabilito con lui. Ci sono cattolici impegnati sul fronte sociale, sui diritti umani e sui grandi temi dell’ecologia. Alcuni cattolici accentuano l’attenzione sulla salvaguardia dei valori etici non negoziabili; talvolta sembra che tra le due prospettive affiori un solco. Agli uni e agli altri sento il dovere di ribadire come il Vangelo dell’amore di Dio per l’uomo, il Vangelo della dignità della persona e il Vangelo della vita sono un unico e indivisibile Vangelo. Non ci si può considerare cattolici e non riconoscere che la vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita, dal suo inizio alla sua fine naturale. «Prima di formarti – dice la Sacra Scrittura – nel grembo materno ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato» (Ger 1,5): l’esistenza di ogni individuo, fin dalle sue origini, è nel disegno di Dio e non ne uscirà mai, perché la vita va oltre, è per sempre. Sono davanti ad un’assemblea del santo popolo di Dio che deve essere rassicurato su questi temi alla luce della Parola del Signore. Per il credente, come per il non credente, ci sono altrettanti argomenti di ragione che portano a non ammettere che anche un solo momento del meraviglioso processo della vita possa essere lasciato in balia dell’arbitrio dell’uomo. Considerare, discernere e agire su questi temi di società è parte essenziale della fede cristiana e nostra “identità umana”. Si tratta di dare un’anima al sociale. Il nostro impegno non può essere ridotto a pratiche formalmente funzionali. L’indice di sviluppo oggi non si valuta solo dall’economia, ma soprattutto dal rispetto dei diritti umani, dal rispetto dell’altro: il diverso, il fragile, il nascituro… |
Noi, che non dobbiamo aver paura di niente e di nessuno, sentiamo come nostro questo pensiero di Papa Francesco che, introducendo il libro con gli scritti sull’Europa del Papa Emerito, così dice: «Non è Europa, se la vita non è sacra», suggerendo che se a San Marino trionfa la vita e si rifiuta l’aborto, non si è “fanalino di coda” ma “fiaccola» di civiltà.