“Era de ciccia”

Autore:
Biffi, Giuseppe
Vai a "Ultime news"

Pochi sanno che oggi, 12 aprile, ricorre il 60º anniversario dell’apparizione mariana ad un papà e ai suoi tre figlioletti, avvenuta a Roma alle Tre Fontane. Un’apparizione poco conosciuta dalle nuove generazioni, ma decisamente importante. Tuttora il suo messaggio resta di grande attualità.
Il piccolo Gianfranco anch’egli interrogato dalla commissione diocesana, alla domanda un poco insidiosa: “Di’ un po’: ma com’era quella statua là?”, rispose prontamente alla romana: “Ma, no, macché! Era de ciccia!”. Ci vuole proprio un bambino di poco più di quattro anni per riportarci alla concretezza della nostra fede. Grazie.
Giuseppe Biffi


LA STORIA

A Roma il 12 Aprile 1947, la Vergine Maria appare ad un propagandista anticlericale, Bruno Cornacchiola (1913-2001), tranviere romano, e ai suoi tre figli, Gianfranco, Carlo ed Isola, rispettivamente di 4, 7 e 10 anni in una grotta su una collina di eucalipti nella località Tre Fontane.
L’uomo, nato in un quartiere malfamato di Roma il 9 maggio 1913., partecipa da volontario alla guerra civile di Spagna (1936-1939) nelle file dei comunisti. Prima di partire si sposa con Iolanda Lo Gatto. In Spagna, convinto da un militare tedesco luterano, abbraccia il Protestantesimo. Convinto che la causa di tutti i mali fosse da individuare nel Papa, decide di ucciderlo. A tale scopo acquista a Toledo un pugnale, sul cui manico di osso incide la scritta: “A morte il Papa”. Tornato dalla guerra viene assunto dall’Azienda Tranviaria Romana ed entra tra gli Avventisti del settimo giorno e ne diviene un fervoroso propagandista, segnato dall’anticattolicesimo viscerale.

Il 12 aprile 1947 Cornacchiola si reca con i figli alla località Le Tre Fontane di fronte all’Abbazia dei Trappisti; e mentre i figli giocano nel verde, lui prepara un discorso contro la Vergine e il Papa che il giorno seguente avrebbe dovuto pronunciare.

La Vergine appare per prima ai figli (Gianfranco di 4 anni, Isola di 10 anni e Carlo di 7 anni), i quali, inginocchiati ed immobili davanti alla grotta, ripetono: “Bella Signora, Bella Signora”. Cornacchiola descrive nei particolari l’avvenimento:

«Allora esclamai: Ma cosa succede qui?... Chi ha stregato i miei figli?... Vi sono streghe in questa grotta?... Hanno forse incantato i miei bambini?... C’è forse qualche diavolo?... Oppure c’è qual­che prete che fa l’ipnotismo, nascosto nella grotta, ed ha ipnotizzato i miei figli?...

Istintivamente gridai: Chiunque tu sia in questa grotta, vieni fuori! - Entrai nella grotta - arrabbiato, deciso a prendere a pugni il supposto prete. Ma non c’era nessuno; la grotta era vuota.

Allora uscii e mi diedi al pianto, invocando aiuto. Fui preso dalla disperazione. Poi mi misi dietro ai bambini ed alzando le braccia e gli occhi al cielo, gridai: Mio Dio, salvaci Tu!

Appena emesso questo grido, vidi im­provvisamente due mani candidissime, trasparenti, che si muovevano verso di me. Sentii poi che queste due mani mi sfioravano la faccia ed avvertii come se mi strappassero qualche cosa dagli occhi. Provai un certo dolore e rimasi al buio. In mezzo a quel buio vidi una piccola luce, che andava sempre più ingrandendosi ed indensificandosi, illuminando fortemente la grotta, ed io non vedevo più né la grotta né ciò che vi stava den­tro. Contemporaneamente fui invaso da gioia mai provata.

Nel punto più luminoso della grotta, contornata da un alone di luce dorata, assai abbagliante, vidi la figura di una Donna paradisiaca, le cui fattezze e la cui celestiale bellezza rimangono tuttora profondamente impresse nelle mie pupille, ma che non sono traducibili in ter­mini umani.

La Donna Celestiale aveva i capelli neri, uniti sul capo ed un tantino spor­genti, quanto consentiva il manto, di co­lore verde-prato, che dalla testa le scen­deva ai piedi. Sotto il manto stava una veste candidissima, luminosa, cinta da una fascia rosa a due lembi. Era scalza ed i suoi piedi nudi erano poggiati sopra un masso di tufo, l’unica cosa della grotta che io vedevo!

Il volto era in atteggiamento di benignità materna, soffusa di serena mestizia. Nella mano destra reggeva, appoggiato al petto, un libro non tanto luminoso, di colore cenerino, mentre la mano sinistra rimaneva appoggiata sopra il libro stesso.

Il mio primo impulso istintivo fu quel­lo di parlare, di emettere un grido, ma, sentendomi quasi immobilizzato nelle mie facoltà, la voce mi moriva in gola. Ad un tratto una voce di Paradiso risuonò alle mie orecchie, dando inizio ad un lungo colloquio. Le celestiali parole del colloquio non furono udite dai miei figli, che soltanto vedevano la Bella Signora ed il movimento delle sue labbra.

Al termine del colloquio, la Madonna scomparve».

Il colloquio celeste si protrae per un’ora e venti minuti, dalle ore 15,20 al­le ore 16,40.

La Vergine che si definisce «sono Colei, che sono nella Trinità Divina», «la Vergine della Rivelazione», chiede a Bruno di rientrare nella Chiesa Cattolica, di difendere i tre punti bianchi (l’Eucaristia, l’Immacolata e il Papa) e di fondare un’opera catechistica per la loro difesa. La Vergine gli rivela anche che Lei è stata assunta in Cielo (il dogma dell’Assunzione sarebbe stato proclamato da Pio XII solo il 1 novembre 195O) e gli dà un messaggio da consegnare solo al Papa.

Da allora il veggente trascorre tutta la sua vita a difendere l’Eucaristia, l’Immacolata e il Papa, definito dalla Vergine “il dolce Cristo in terra” e la Grotta diviene meta d’incontro di migliaia di fedeli. Memorabile rimane anche la processione del 5 ottobre 1947.

Il 9 dicembre 1949 il veggente, accompagnato da Padre Lombardi e da Padre Rotondi, incontra Pio XII, consegnandogli il pugnale con il quale aveva avuto intenzione di ucciderlo. Pio XII si mostra subito ben disposto nei confronti del veggente, tanto da benedire personalmente la statua che sarà collocata sul luogo dell’apparizione.

Nel 1956 il Vicariato di Roma, dopo aver consentito la costruzione di una cappella nel luogo dell’Apparizione per il culto, ne affida la custodia ai Francescani Minori Conventuali per il servizio religioso.

Nella sua vita il Cornacchiola ha incontrato oltre a Pio XII anche Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, il quale nel 1997 ha approvato la denominazione del santuario in “Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane “.

Bruno Cornacchiola ha lasciato questa terra il venerdì 22 giugno 2001, solennità del Sacro Cuore di Gesù, alle ore 12.