Il diritto di essere atei

- Autore:
- Fonte:
Ho scoperto che la Chiesa, questo Papa tanto disprezzato dai soliti laicisti, ha finalmente riconosciuto il diritto di essere atei. Allora è proprio grande questo Papa, e che sospiro di sollievo avranno tirato quei tanti “pensatori” che si sentivano a disagio di fronte alla fede, alla religione, a tutto ciò che sa di spirituale (e che - lo sappiamo - tale non è, ma strumento di sottomissione degli uomini a un potere perverso, che, grazie a Dio (ops!) è stato dagli stessi “liberi” pensatori, smascherato).
Peccato però che l’ennesima occasione di stare zitti e di riflettere sia anche questa volta andata sprecata. *
Da un lato perché, se c’è un insegnamento costante della Chiesa, è proprio che nessuno è costretto a credere, e quindi la libertà religiosa è un diritto di tutti (e libertà religiosa significa proprio che di fronte al significato riconosciuto della vita - qui sta il senso dell’aggettivo “religioso” in questo contesto - non ci può essere coazione). Dall’altra parte perché il testo del Papa è ben più ricco delle poche parole citate. Si può forse raccogliere così la linea di pensiero: il laicismo e il fondamentalismo sono i veri nemici della civiltà; la libertà religiosa significa non solo libertà di opinione, ma rispetto delle varie posizioni e diritto di ogni soggetto ad esprimersi pubblicamente, in forme sociali; ogni forma di persecuzione (sia quella praticata in Asia e in Africa, con metodi violenti, ma pure quella più sottile realizzata in Europa) è indegna di una autentica civiltà.
Se “loro” hanno perso l’occasione, cerchiamo noi - che oltre alla fede siamo realmente i paladini della ragione - di metterci alla scuola di questo straordinario magistero. Soprattutto creando luoghi ed occasioni in cui il confronto e il dialogo siano principio di convivenza tra gli uomini. Dove chi pensa diversamente, se desidera farlo anche con chi ha altre posizioni, non viene considerato come un intruso o il guastafeste (quello che i soliti laicisti, nel mondo di Internet, definiscono “troll”**).
* Un solo intervento per tutti, dal solito sito degli atei. Notate la TOLLERANZA: «Penso che [l’associazione (NdR)] dovrebbe scrivere una lettera ai quotidiani per denunciare questi attacchi incivili in cui un vecchio integralista accosta le posizioni laiche e razionaliste (quindi TOLLERANTI) al fanatismo religioso che al contrario è intolleranza.
Dobbiamo pretendere che parole simili vengano condannate come meritano e a maggior ragione pretendere rispetto, visto che chi vorrebbe farci apparire come dei fanatici è proprio il capo dei fanatici nostrani e lamenta pure persecuzioni!»
N.B.: a proposito di "netiquette", così si dice in internet: «Non usare i caratteri tutti in maiuscolo nel titolo o nel testo dei tuoi messaggi, nella rete questo comportamento equivale ad "urlare" ed è altamente disdicevole» Da Wikipedia
** Troll - nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, social network, mailing list, chatroom o nei commenti dei blog - è detto un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati.