Macron come Napoleone? Un paragone tutt’altro che azzardato

- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Vladimir Putin, con il suo acume storico e il gusto per la provocazione, ha recentemente paragonato Emmanuel Macron a Napoleone Bonaparte. Un’affermazione che potrebbe celare molto più di una semplice battuta e che si presta a un’analisi più approfondita. Se osserviamo attentamente l’ascesa dei due leader francesi emergono sorprendenti somiglianze, non solo nella loro “presa” di potere ma anche nei metodi di governo e nella concezione dello Stato.
Un’ascesa fulminea e la volontà di ferro
Napoleone e Macron sono accomunati da un’ascesa politica rapidissima, quasi improvvisa, frutto di una insaziabile e divorante ambizione personale più che di una reale esperienza politica. Il giovane Bonaparte, fino al 1795, non era che un ufficiale abusivo, spesso imboscato e poco conosciuto. La sua fortuna cambiò quando represse nel sangue i moti filo-monarchici del 13 vendémiaire con un’azione brutale, guadagnandosi il favore del Direttorio (e di Barras). Pochi anni dopo, nel 1799, grazie a un colpo di Stato abilmente orchestrato da Sieyès con il sostegno delle élite finanziarie (ginevrine e francesi), divenne Primo Console, e in breve tempo imperatore.
Macron, da parte sua, era un perfetto sconosciuto fino al 2014, quando venne nominato Ministro dell’Economia del governo Manuel Valls (quando Hollande era presidente). Appena tre anni dopo, con un abile gioco di relazioni e il sostegno dei media e dell’alta finanza, riuscì a battere i partiti tradizionali e a imporsi come presidente nel 2017. Un’ascesa fulminea che ricorda quella di Napoleone, e che suggerisce un’ambizione straordinaria e la capacità di mettersi al servizio dei potenti (quelli veri) per raggiungere i propri obiettivi personali.
Il sostegno delle élite finanziarie
Napoleone e Macron sono stati entrambi imposti dall’alto grazie al supporto di potenti gruppi finanziari. Napoleone ottenne il sostegno della grande borghesia francese, che vide in lui un baluardo contro il ritorno delle sinistre e un garante della stabilità necessaria per i loro affari. La Banca di Francia, banca privata, fondata nel 1800, fu un chiaro strumento per consolidare questo patto tra il nuovo regime e gli interessi finanziari.
Allo stesso modo, Macron è stato cooptato e spinto dalle élite economiche contemporanee. Ex banchiere di Rothschild, ha ricevuto l’appoggio dell’alta finanza, delle grandi multinazionali, dagli USA e dell’Unione Europea, che hanno visto in lui il leader perfetto per proteggere i loro interessi. Non è un caso che la sua politica economica favorisca sistematicamente i ceti più abbienti, penalizzando le classi popolari con riforme atroci e uno smantellamento progressivo dello stato sociale.
Un governo contro il popolo
Napoleone e Macron hanno entrambi governato con il pugno di ferro, reprimendo con violenza e diffamazione ogni forma di dissenso. Napoleone si impose con la censura e il controllo totale dei media: nel 1811 erano rimasti solo quattro giornali a Parigi, tutti sotto il rigido controllo imperiale. Le opposizioni furono eliminate con la polizia politica e un sistema capillare di delatori.
Macron, ha replicato questa strategia. Il movimento dei Gilet Jaunes è stato brutalmente represso, con migliaia di arresti, mutilazioni e un uso indiscriminato della forza pubblica. La stampa è saldamente nelle mani di pochi gruppi finanziari vicini al presidente, e il dibattito pubblico è inquinato da una sistematica censura delle voci dissidenti. Chiunque osi contestare la sua linea politica viene ridicolizzato o bollato come estremista.
Un entourage di canaglie e il disprezzo per la religione
Sia Napoleone che Macron si sono circondati di uomini senza scrupoli, fedeli più alla logica del potere che a un reale senso di servizio pubblico. Napoleone premiò generali e ministri spesso corrotti, pronti a servirlo in cambio di favori e ricchezze. Macron non è da meno: i suoi ministri e consiglieri sono spesso legati al mondo della
finanza e delle grandi aziende, e innumerevoli scandali hanno macchiato la sua presidenza sin dal 2017.
Infine, il rapporto con la religione. Napoleone si rese protagonista del vergognoso Concordato con la Chiesa nel 1801, lo fece solo per calcolo politico, riducendo il cattolicesimo a una funzione servile dello Stato. Macron, dal canto suo, ha più volte mostrato ostilità verso la tradizione cristiana francese, coltivando una laicità ideologicamente inquinata nonché un disprezzo totale per i valori tradizionali.
Conclusione: Macron è il Napoleone del XXI secolo?
Putin ha visto giusto: il parallelo tra Macron e Napoleone non è affatto forzato. Entrambi sono arrivati al potere grazie a un’ascesa folgorante sostenuta dalle élite finanziarie, entrambi hanno governato con i media al guinzaglio e con la repressione violenta del dissenso, entrambi hanno favorito i ricchi e mostrato un atteggiamento di disprezzo nei confronti della religione cattolica.
La domanda che resta aperta è: Macron farà la fine di Napoleone?
Putin, con la sua osservazione, ha forse colto una verità storica più profonda di quanto si possa pensare. Se Macron intende portare avanti la sua retorica bellicosa contro la Russia, farebbe bene a ricordare come finì l’avventura napoleonica nel 1812: con Tarmata francese decimata, la disfatta totale e l’inizio della fine per l’Imperatore. La storia potrebbe non ripetersi esattamente, ma le lezioni del passato restano valide. Macron dovrebbe dunque fare molta attenzione alle sue dichiarazioni e ai suoi progetti anti-russi, perché la Storia non perdona chi ripete gli stessi errori di presunzione.
Luca Costa
Immagine