Associazione Cultura Cattolica

Del Noce, Augusto - Verità e ragione nella storia. Antologia di scritti

a cura di Alberto Mina
introduzione di Giuseppe Riconda
BUR, Milano, 2007, euro 10,20
Collana: I libri dello Spirito Cristiano
Autore:
Rivolta, Guido
Fonte:
CulturaCattolica.it
Vai a "Scaffali"

La diffusione del pensiero di Augusto Del Noce (1910-1989), grazie alla pubblicazione in forma antologica di alcuni suoi fondamentali saggi -“Verità e ragione nella storia. Antologia di scritti”: questo il titolo della raccolta, curata da A. Mina e introdotta da G. Riconda- potrà giovare a molti. Certamente a coloro che non avendo avuto facile accesso alle sue opere principali -da Il problema dell’ateismo a Riforma cattolica e filosofia moderna, da L’epoca della secolarizzazione a Il suicidio della rivoluzione- non hanno potuto finora apprezzarne né il rigore teoretico, né la capacità intuitiva e anticipatrice (per es. il crollo del comunismo). Sicuramente a coloro per i quali la cultura ha un peso nell’ordine storico-politico e, per orientarsi praticamente, desiderano acquisire una chiave interpretativa della storia contemporanea. Ecco allora, in sintesi estrema e incompleta, la proposta di una piccola mappa del Del Noce-pensiero, ovvero la filosofia della storia di un intellettuale cattolico, scomodo e attuale, tra i più grandi del Novecento.
Prima tesi. La modernità come problema. Il grande problema -non, dunque, il destino irreversibile- dell’epoca moderna è rappresentato dal fenomeno dell’ateismo e della secolarizzazione. Esso si presenta secondo un movimento interno per cui, ridotto l’essere a misura della ragione (razionalismo), si passa da un Assoluto affermato in quanto idea razionale o divino immanente (idealismo) alla negazione dell’Assoluto stesso, nei termini di un ateismo totale (marxismo e positivismo). Da qui infine l’approdo al nichilismo (Nietzsche).
Seconda tesi. L’ateismo ha carattere postulatorio e totalitario. L’inimicizia apriori tra ragione (assoluta) e mistero porta a negare, senza prove, sia il soprannaturale, sia il male. Se l’uomo non è bisogno di salvezza, ne deriva la pretesa, essenzialmente totalitaria, di un’autoredenzione umana assoluta.
Terza tesi. La filosofia moderna, a causa dell’ambiguità presente in Cartesio (afferma Dio, ma elimina il peccato originale), si snoda secondo due direttrici. La prima, sopra accennata, procede da Cartesio a Nietzsche, fino ai nichilismi contemporanei. La seconda, invece, ripensa lo sviluppo e il significato del pensiero moderno, valorizzandone le virtualità cristiane: da Cartesio si giunge a Rosmini, attraverso Pascal, Malebranche e Vico. La prosecuzione ideale di questa linea, capace di ritrovare agostinismo e tomismo e coniugare scoperta della soggettività e oggettività dell’essere, eternità della verità e senso della storia, rappresenta l’unica vitale risposta al nichilismo.
Quarta tesi. Compimento e crisi del razionalismo è il marxismo. Intrinsecamente ateo e totalitario, riformula in termini moderni l’ideale gnostico di creazione di un uomo e una società nuovi. Per questo, esso è incompatibile con il cristianesimo. Abitato da un’insanabile contraddizione tra i suoi due momenti, quello dialettico-rivoluzionario di tendenza utopistica e quello materialistico-economicistico di tendenza pragmatistica, realizzandosi, per ‘eterogenesi dei fini’ fallisce la prova della verifica storica dei fatti.
Quinta tesi. Lo spirito rivoluzionario, ossia la volontà di costruire una società senza Dio, è comune a marxismo e fascismo. Momento della secolarizzazione, il fascismo è, anzi, un tentativo rivoluzionario di inveramento (spiritualistico: vedi Gentile) del marxismo.
Sesta tesi. Eliminata la dimensione dialettico-rivoluzionaria del marxismo, l’attuale società tecnocratico-nichilista costituisce lo sviluppo radicale, in termini empiristici e individualistici, della sua istanza storico-economicistica. Negato Dio, decostruito ogni ideale, ciò che rimane è una vita borghese allo stato puro, caratterizzata da democraticismo e relativismo assoluto. Da un lato, si ha la vittoria dello scientismo, un nuovo pensiero naturalista, positivista e pragmatista: l’uomo si riduce ad animale, caratterizzato da leggi di carattere evolutivo, nonché a cosa o mezzo in funzione di un fine tecnocratico. Dall’altro, compiendosi, attraverso Nietzsche, il rovesciamento del razionalismo in irrazionalismo si afferma un libertinismo di massa: un nichilismo gaio a base di istinti (Del Noce già parlava di rivoluzione sessuale e di negazione della famiglia) e volontà di potenza funzionale al consumismo. Lo stesso Sessantotto, criticando i valori religiosi e morali della tradizione, non ha combattuto, ma rafforzato questa logica di potere.
Settima tesi. A fronte della miopia laicistico-progressista circa il fallimento nichilistico di certa modernità e al di là di ogni riduzione privatistica della fede, la visione della storia qui delineata porta a riconoscere il compito imprescindibile della Chiesa e dei cristiani. Se il nuovo pericolo irreligioso e totalitario si presenta nelle vesti di una tecnocrazia nichilistica, occorre, da un lato, richiamare le verità metafisico-religiose tradizionali e difendere la dignità della persona nei suoi valori inalienabili, dall’altro, proporre la possibilità di vivere il cristianesimo come esperienza di un fatto reale a partire dal presente.