Nella verità, la pace
Presentazione del messaggio del Santo Padre per la celebrazione della Giornata mondiale della pace- Autore:
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Nella verità, la pace: questo il titolo del primo messaggio per la pace del Santo Padre Benedetto XVI.
E ci sorprende la novità dell’impostazione del tema della pace che oggi ha una connotazione diversa e decisamente più adatta al nostro tempo, in rapida evoluzione, che esige risposte sempre più adeguate.
Ci aveva colpito l’energia con cui Giovanni Paolo II aveva proclamato che “non c’è pace senza giustizia, e non vi è giustizia senza perdono”; ma ora c’è un richiamo potente ala Verità che si contrappone al grave pericolo del relativismo che da tempo papa Ratzinger, anche prima di essere eletto al soglio pontificio, ha individuato nella cultura del nostro tempo.
Il nostro è un tempo in cui l’esigenza della pace che rappresenta un “anelito insopprimibile presente nel cuore di ogni persona”, ha più che mai bisogno di una risposta vera e finalmente chiara.
“Il tema di riflessione di quest’anno — “Nella verità, la pace” — esprime la convinzione che, dove e quando l’uomo si lascia illuminare dallo splendore della verità, intraprende quasi naturalmente il cammino della pace” dice il Papa. E si rifà alla Costituzione pastorale “Gaudium et spes” del Concilio Vaticano II di cui cita un passaggio forse dimenticato soprattutto dai cristiani: “l’umanità non riuscirà a “costruire un mondo veramente più umano per tutti gli uomini su tutta la terra, se gli uomini non si volgeranno con animo rinnovato alla verità della pace”.
Quindi il documento affronta la spiegazione del significato delle parole “nella verità, la pace”: “la pace non può essere ridotta a semplice assenza di conflitti armati, ma va compresa come “ il frutto dell’ordine impresso nella società umana dal suo divino Fondatore “, un ordine “che deve essere attuato dagli uomini assetati di una giustizia sempre più perfetta “. Quale risultato di un ordine disegnato e voluto dall’amore di Dio, la pace possiede una sua intrinseca e invincibile verità e corrisponde “ ad un anelito e ad una speranza che vivono in noi indistruttibili “.
“Quando viene a mancare l’adesione all’ordine trascendente delle cose, come pure il rispetto di quella “ grammatica “ del dialogo che è la legge morale universale, scritta nel cuore dell’uomo,- dice il Papa - quando viene ostacolato e impedito lo sviluppo integrale della persona e la tutela dei suoi diritti fondamentali, quando tanti popoli sono costretti a subire ingiustizie e disuguaglianze intollerabili, come si può sperare nella realizzazione del bene della pace? Vengono infatti meno quegli elementi essenziali che danno forma alla verità di tale bene. Sant’Agostino ha descritto la pace come “tranquillitas ordinis”, la tranquillità dell’ordine, vale a dire quella situazione che permette, in definitiva, di rispettare e realizzare appieno la verità dell’uomo”.
E chi può ostacolare la realizzazione della pace? La Sacra Scrittura parla di “menzogna” e il messaggio del santo Padre lo ribadisce con forza: “Alla menzogna è legato il dramma del peccato con le sue conseguenze perverse, che hanno causato e continuano a causare effetti devastanti nella vita degli individui e delle nazioni. Basti pensare a quanto è successo nel secolo scorso, quando aberranti sistemi ideologici e politici hanno mistificato in modo programmato la verità ed hanno condotto allo sfruttamento ed alla soppressione di un numero impressionante di uomini e di donne, sterminando addirittura intere famiglie e comunità”
E aggiunge con preoccupazione il pericolo terribile del nostro giovane secolo: “Come non restare seriamente preoccupati, dopo tali esperienze, di fronte alle menzogne del nostro tempo, che fanno da cornice a minacciosi scenari di morte in non poche regioni del mondo? L’autentica ricerca della pace deve partire dalla consapevolezza che il problema della verità e della menzogna riguarda ogni uomo e ogni donna, e risulta essere decisivo per un futuro pacifico del nostro pianeta”
Benedetto XVI ci invita quindi ad una riflessione che aiuta a riscoprire le fondamenta su cui costruire la pace e parte dalla verità sull’uomo che solo Cristo conosce appieno e può rivelare: “Tutti gli uomini appartengono ad un’unica e medesima famiglia. L’esaltazione esasperata delle proprie differenze contrasta con questa verità di fondo. Occorre ricuperare la consapevolezza di essere accomunati da uno stesso destino, in ultima istanza trascendente, per poter valorizzare al meglio le proprie differenze storiche e culturali, senza contrapporsi ma coordinandosi con gli appartenenti alle altre culture. Sono queste semplici verità a rendere possibile la pace; esse diventano facilmente comprensibili ascoltando il proprio cuore con purezza di intenzioni. La pace appare allora in modo nuovo: non come semplice assenza di guerra, ma come convivenza dei singoli cittadini in una società governata dalla giustizia, nella quale si realizza in quanto possibile il bene anche per ognuno di loro. La verità della pace chiama tutti a coltivare relazioni feconde e sincere, stimola a ricercare ed a percorrere le strade del perdono e della riconciliazione, ad essere trasparenti nelle trattative e fedeli alla parola data. In particolare, il discepolo di Cristo, che si sente insidiato dal male e per questo bisognoso dell’intervento liberante del Maestro divino, a Lui si rivolge con fiducia ben sapendo che “ Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca “ “È Lui - infatti - a svelare la piena verità dell’uomo e della storia. Con la forza della sua grazia è possibile essere nella verità e vivere di verità, perché solo Lui è totalmente sincero e fedele. Gesù è la verità che ci dà la pace.
La pace dunque non è solo assenza di guerra; essa infatti riguarda ogni uomo che si interroghi veramente sul suo anelito più profondo che solo Cristo, che conosce veramente il suo il cuore, può rivelare. Ma la guerra è una realtà tristemente presente in molte parti del nostro mondo globalizzato e quale è il messaggio che il santo Padre dà per la soluzione di conflitti spesso annosi?
Il cristianesimo sa valorizzare tutto il buono che c’è nell’esperienza umana e a questo punto viene proposto il ruolo insostituibile della Comunità Internazionale che “si è dotata di un diritto internazionale umanitario per limitare al massimo, soprattutto per le popolazioni civili, le conseguenze devastanti della guerra. In molteplici circostanze e in diverse modalità, la Santa Sede ha espresso il suo sostegno a tale diritto umanitario, incoraggiandone il rispetto e la pronta attuazione, convinta che esiste, anche nella guerra, la verità della pace. Il diritto internazionale umanitario è da annoverare tra le espressioni più felici ed efficaci delle esigenze che promanano dalla verità della pace. Proprio per questo il rispetto di tale diritto si impone come un dovere per tutti i popoli. Ne va apprezzato il valore ed occorre garantirne la corretta applicazione, aggiornandolo con norme puntuali, capaci di fronteggiare i mutevoli scenari degli odierni conflitti armati, nonché l’utilizzo di sempre nuovi e più sofisticati armamenti”.
Il Santo Padre non trascura nemmeno tutti quei militari che sono impegnati per garantire la pace nelle zone a rischio e offre loro un incoraggiamento: “Come potrei qui dimenticare i tanti soldati impegnati in delicate operazioni di composizione dei conflitti e di ripristino delle condizioni necessarie alla realizzazione della pace? Anche ad essi desidero ricordare le parole del Concilio Vaticano II: “ Coloro che, al servizio della patria, sono reclutati nell’esercito, si considerino anch’essi ministri della sicurezza e della libertà dei popoli. Se adempiono rettamente a questo dovere, concorrono anch’essi veramente a stabilire la pace “. Su tale esigente fronte si colloca l’azione pastorale degli Ordinariati militari della Chiesa Cattolica: tanto agli Ordinari militari quanto ai cappellani militari va il mio incoraggiamento a mantenersi, in ogni situazione e ambiente, fedeli evangelizzatori della verità della pace”.
C’è anche un altro gravissimo pericolo che minaccia la pace nella verità ed è rappresentato dalle due facce di una stessa medaglia “il terrorismo” e “il fondamentalismo fanatico”.
“A ben vedere,- dice il Papa - il nichilismo e il fondamentalismo fanatico si rapportano in modo errato alla verità: i nichilisti negano l’esistenza di qualsiasi verità, i fondamentalisti accampano la pretesa di poterla imporre con la forza. Pur avendo origini differenti e pur essendo manifestazioni che si inscrivono in contesti culturali diversi, il nichilismo e il fondamentalismo si trovano accomunati da un pericoloso disprezzo per l’uomo e per la sua vita e, in ultima analisi, per Dio stesso. Infatti, alla base di tale comune tragico esito sta, in definitiva, lo stravolgimento della piena verità di Dio: il nichilismo ne nega l’esistenza e la provvidente presenza nella storia; il fondamentalismo ne sfigura il volto amorevole e misericordioso, sostituendo a Lui idoli fatti a propria immagine”.
Quale il compito del cristiano in questo preoccupante scenario?
“Dinanzi ai rischi che l’umanità vive in questa nostra epoca, è compito di tutti i cattolici intensificare, in ogni parte del mondo, l’annuncio e la testimonianza del Vangelo della pace, proclamando che il riconoscimento della piena verità di Dio è condizione previa e indispensabile per il consolidamento della verità della pace. Dio è Amore che salva, Padre amorevole che desidera vedere i suoi figli riconoscersi tra loro come fratelli, responsabilmente protesi a mettere i differenti talenti a servizio del bene comune della famiglia umana. Dio è inesauribile sorgente della speranza che dà senso alla vita personale e collettiva. Dio, solo Dio, rende efficace ogni opera di bene e di pace. La storia ha ampiamente dimostrato che fare guerra a Dio per estirparlo dal cuore degli uomini porta l’umanità, impaurita e impoverita, verso scelte che non hanno futuro. Ciò deve spronare i credenti in Cristo a farsi testimoni convincenti del Dio che è inseparabilmente verità e amore, mettendosi al servizio della pace, in un’ampia collaborazione ecumenica e con le altre religioni, come pure con tutti gli uomini di buona volontà”.
Un richiamo realistico e interessante, perché da lungo tempo dimenticato, è quello al disarmo nucleare: “La verità della pace richiede che tutti — sia i governi che in modo dichiarato o occulto possiedono armi nucleari, sia quelli che intendono procurarsele —, invertano congiuntamente la rotta con scelte chiare e ferme, orientandosi verso un progressivo e concordato disarmo nucleare. Le risorse in tal modo risparmiate potranno essere impiegate in progetti di sviluppo a vantaggio di tutti gli abitanti e, in primo luogo, dei più poveri”.
A conclusione del messaggio Benedetto XVI volge un invito a tutti i cristiani: “A conclusione di questo messaggio, vorrei ora rivolgermi particolarmente ai credenti in Cristo, per rinnovare loro l’invito a farsi attenti e disponibili discepoli del Signore. Ascoltando il Vangelo, cari fratelli e sorelle, impariamo a fondare la pace sulla verità di un’esistenza quotidiana ispirata al comandamento dell’amore. È necessario che ogni comunità si impegni in un’intensa e capillare opera di educazione e di testimonianza che faccia crescere in ciascuno la consapevolezza dell’urgenza di scoprire sempre più a fondo la verità della pace. Chiedo al tempo stesso che si intensifichi la preghiera, perché la pace è anzitutto dono di Dio da implorare incessantemente. Grazie all’aiuto divino, risulterà di certo più convincente e illuminante l’annuncio e la testimonianza della verità della pace”