Associazione Cultura Cattolica

29 luglio - VINCENT WILLEM VAN GOGH: l'arte come strumento di trasformazione della realtà.

Autore di quasi 900 tele e di più di mille disegni, tanto geniale quanto incompreso in vita, si formò sull'esempio del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e del messaggio etico e sociale di Jean-François Millet. Attraversata l'esperienza dell'Impressionismo, ribadì la propria adesione a una concezione romantica, nella QUALE L'IMMAGINE PITTORICA È L'OGGETTIVAZIONE DELLA COSCIENZA DELL'ARTISTA: IDENTIFICANDO ARTE ED ESISTENZA, van Gogh pose le basi dell'Espressionismo.


Si potrebbe sostenere con Argan che van Gogh (Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890), «ha capito che l'arte non deve essere uno strumento, ma un agente della trasformazione della società e, più a monte, dell'esperienza che l'uomo fa del mondo. Nel generale attivismo, l'arte deve inserirsi come una forza attiva, ma di segno contrario: lampante scoperta della verità contro la crescente tendenza all'alienazione e alla mistificazione. Anche la tecnica della pittura deve mutare, opporsi alla tecnica meccanica dell'industria come un fare suscitato dalle forze profonde dell'essere: il fare etico dell'uomo contro il fare razionale della macchina. Non si tratta più di rappresentare il mondo in modo superficiale o profondo: ogni segno di van Gogh è un gesto con cui affronta la realtà per cogliere e far proprio il suo contenuto essenziale, la vita»
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Ecco uno studio interessante sui suoi dipinti in riferimento alla posizione delle stelle sulla volta celeste. "Tra arte e astronomia: le stelle di Van Gogh"
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