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30 aprile - ADOLF HITLER: il nazionalsocialismo e la sua revisione storica.

Oggi 30 aprile ricordiamo ADOLF HITLER (Braunau am Inn, 20 aprile 1889 – Berlino, 30 aprile 1945) politico austriaco naturalizzato tedesco, Cancelliere del Reich (Reichskanzler) dal 1933 e Führer della Germania dal 1934 al 1945. Fu Führer del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei), noto con il nome abbreviato di Partito Nazista, e principale ideologo del nazionalsocialismo.

Il 28 aprile 1945 Mussolini e la sua amante Claretta Petacci vengono fucilati e quindi esposti come orribili trofei a piazzale Loreto, a Milano. Tutta l’Italia festeggia la fine della guerra e la caduta del fascismo.

Lo stesso tragico destino. tocca a Hitler. Il 30 aprile 1945, chiuso nel bunker della Nuova Cancelleria in una Berlino ormai invasa dai sovietici, poche ore prima della sua fine, il capo del Nazismo pronuncia queste parole:
”Lei sceglie di morire con me, come mia moglie, questo è il suo desiderio”.
Lei è Eva Braun, l’amante del Fuhrer, divenuta sua moglie soltanto un giorno prima. Fra le 15 e le 15.30 di quel lunedì 30 aprile ’45 Hitler ingerisce una capsula di cianuro e si spara con una pistola Walther 7,65 mentre Eva, accanto a lui, si toglie la vita avvelenandosi.

Ubbidendo alle ultime volontà del Fuhrer gli aiutanti-SS bruciano i loro cadaveri per impedire che i corpi vengano esposti in pubblico. È questo il drammatico epilogo della lunga storia d’amore tra Adolf ed Eva. Pochi giorni dopo, il 7 maggio 1945, i tedeschi firmano la resa: in Europa la guerra finisce con un terribile bilancio di morte e distruzione.
Vedi qui per tutte le vittime.

Hitler conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale e della grave crisi economica che affliggeva la Repubblica di Weimar.
Sfruttando la sua abilità oratoria e l'insoddisfazione delle classi medie, presentò un manifesto politico intriso di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo, e dopo alterne vicende (fallito Putsch nel 1923, con conseguenti otto mesi di carcerazione) arrivò alla Cancelleria nel 1933 e instaurò la dittatura, assumendo anche la carica di capo di stato dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg. Grazie a un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva, volta principalmente ad espandere il Lebensraum (spazio vitale) tedesco a spese delle popolazioni dell'Europa orientale. In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità internazionale, giunse ad invadere la Polonia il 1º settembre del 1939, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale. Sconfitto dagli eserciti alleati, con le truppe sovietiche ormai penetrate in città, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla compagna Eva Braun, che aveva sposato poche ore prima.

Responsabile della morte di milioni di persone, Hitler fu fautore di una politica di discriminazione e sterminio che colpì vari gruppi etnici, politici e sociali (Rom, popolazioni slave, omosessuali, comunisti, disabili mentali, minoranze religiose, prigionieri di guerra e oppositori politici) e in particolar modo gli ebrei.
Segregati sin dal 1933 dalla vita sociale ed economica del Paese, gli ebrei furono oggetto dal 1941 di un piano d'internamento ed eliminazione totale noto con il nome di "Soluzione finale", al quale ci si è riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di Shoah o Olocausto. La parola genocidio fu coniata proprio in riferimento alle politiche di sterminio hitleriane.

Ecco l'affermazione di Ernst Nolte, che identifica uno dei punti del pensiero diffuso dominante sul nazismo

D. Lei ha scritto che per fare storia non bisogna credere nel male assoluto. Si è giocato per troppo tempo ad una contrapposizione manicheistica, creata ad arte dal marxismo, che vedeva nel Novecento il secolo del riscatto del bene contro il male?

R. Questa è una interpretazione ancora molto diffusa perché con una intenzione chiaramente dogmatica si afferma che il nazionalsocialismo è il male assoluto. Ma non è in alcun modo lecito credere nel male assoluto per ciò che concerne le cose umane: si può dire che il diavolo è il male assoluto, che Dio è il bene assoluto, ma nessun uomo, nessuna istituzione umana può essere definita assoluta, vista tutta la complessità e le relazioni che compongono la realtà umana.
Questa contrapposizione manicheistica era (ed è) il contenuto principale di quella ideologia che chiamiamo politically correct. Senza questo modo di procedere gli odi, le ire, le polemiche sul mio articolo non sarebbero state così grandi.

Sul "revisionismo" d Nolte vedi l'intervista seguente.
Qui.

Altro articolo di Marcello Veneziani
qui
o qui

Vedi anche l'introduzione di Luigi Iannone al libro più discusso di Nolte, "Fascismo, nazismo e comunismo"
Qui

In sintesi ecco la risposta data da ERNST NOLTE a chi lo rimprovera per il suo fondamentale lavoro sul nazismo non come male assoluto ma come fenomeno nato in reazione al bolscevismo.

"La sua osservazione ci introduce sin da subito nella vicenda essenziale del revisionismo e delle polemiche intorno ad esso. C’è da dire che in Germania c’è un conformismo totale e c’è un consenso assoluto intorno all’idea del nazionalsocialismo come tematica principale del XX secolo. Un contesto nel quale il nazionalsocialismo è considerato il male assoluto e non può essere comparato né tantomeno può derivare da alcun fenomeno, per così dire, normale. LA CONSEGUENZA DI CIÒ È CHE IL BOLSCEVISMO APPARE INVECE COME UN FENOMENO NORMALE E COLORO I QUALI HANNO L’INTENZIONE DI VOLER PERSEGUIRE UNA CONNESSIONE ESTERNA, per esempio fra bolscevismo e nazionalsocialismo, sono considerati una sorta di peccatori, dei revisionisti che tentano di comparare un fenomeno normale con un fenomeno assoluto. Tutti i fenomeni normali sono in relazione con altri fenomeni, con tutto un mondo di causalità e di analogie mentre il nazionalsocialismo proprio perché non è considerato fenomeno normale è escluso da questo mondo di relazioni".