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4 maggio - CORNELIO FABRO: il pensiero moderno e il suo esito ateo.

Sacerdote, teologo e filosofo italiano, membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo, CORNELIO FABRO (Talmassons, 24 agosto 1911 – Roma, 4 maggio 1995) s'inscrive, con speciale vigore e originalità, nell'alveo della neoscolastica, o, più precisamente, del neotomismo. Il suo apporto più profondo alla metafisica classica, sulle orme di san Tommaso d'Aquino, è la distinzione reale tra essentia ("essenza") e actus essendi ("atto d'essere").
È QUESTA LA LEVA STRAORDINARIA DI PENSIERO CHE LO PORTERÀ A RICONOSCERE CON SICUREZZA LE DEBOLEZZE E LE APORIE DEL PENSIERO MODERNO, IL QUALE, MOVENDO DALL'IMMANENTISMO DEL COGITO CARTESIANO, SFOCIA INELUTTABILMENTE NELL'ATEISMO.

Per la presentazione del suo pensiero vedi qui.
Nel saggio “Introduzione all'ateismo moderno” (Studium, Roma, 1964) egli ha sviluppato un ampio esame del pensiero ateo moderno, trovandone l'origine nel pensiero di Cartesio e con successivi importanti apporti di quello di Spinoza. Secondo Fabro con alcune premesse poste da essi l'ateismo ha trovato basi di sviluppo importanti.

In buona sintesi: tutto nasce da una visione filosofica dell'"immanenza" che ha danneggiato fortemente il riferimento alla "trascendenza". Sul fronte opposto, il Fabro ha valorizzato in misura importante il pensiero cristiano, esistenzialista, anti-idealista di Søren Kierkegaard, facendosi traduttore (dall'originale in lingua danese), editore e commentatore delle sue opere.

Sull'esito ateo del pensiero moderno vedi anche il contributo di Augusto Del Noce qui.