Il calendario del 10 Settembre

Fonte:
CulturaCattolica.it
Vai a "Giorno per giorno"

Eventi

▪ 1622 - Carlo Spinola missionario gesuita viene martirizzato a Nagasaki con altre 51 persone fra laici e consacrate

▪ 1813 - Battaglia del Lago Erie

▪ 1823 - Simón Bolívar viene nominato Presidente del Perù

▪ 1846 - Elias Howe ottiene il brevetto per la macchina da cucito

▪ 1913 - Viene aperta la prima autostrada asfaltata che attraversa gli USA da costa a costa

▪ 1919 - L'Austria e le potenze Alleate firmano un trattato che riconosce l'indipendenza di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e Regno di Jugoslavia

▪ 1933 - Ratifica del Reichskonkordat, il concordato tra la Germania nazista e la Santa Sede.

▪ 1939 - Il Canada dichiara guerra alla Germania

▪ 1943 - Le truppe tedesche iniziano l'occupazione di Roma durante la seconda guerra mondiale

▪ 1945 - Vidkun Quisling viene condannato a morte per aver collaborato con la Germania Nazista

▪ 1951 - Il Regno Unito inizia un boicottaggio economico dell'Iran

▪ 1967 - La popolazione di Gibilterra vota per rimanere una dipendenza britannica, piuttosto che diventare parte della Spagna

▪ 1974 - La Guinea-Bissau ottiene l'indipendenza dal Portogallo

▪ 1977 - Hamida Djandoubi, condannato a morte per l'assassinio di una ragazza, viene ghigliottinato a Marsiglia. Sarà l'ultima esecuzione capitale eseguita in Francia.

▪ 2002 - La Svizzera entra nelle Nazioni Unite

▪ 2003 - Anna Lindh, il ministro degli esteri svedese, viene accoltellata a morte in un centro commerciale. Morirà il giorno dopo

▪ 2008 - Accensione del Large Hadron Collider presso il CERN di Ginevra.

Anniversari

Carlo Spinola (Praga o Genova, 1564 – Nagasaki, 10 settembre 1622) fu un missionario e sacerdote della Compagnia di Gesù.
Subì il martirio a Nagasaki, in Giappone, assieme ad altri 32 confratelli. La Chiesa Cattolica lo venera come beato e lo festeggia il 10 settembre.
Carlo Spinola, figlio di Ottavio dei conti di Tessarolo, trascorse la sua giovinezza, ospite dello zio Filippo vescovo di Nola, entrato giovane nella Compagnia di Gesù fu inviato come missionario in Giappone per 20 anni, fu procuratore generale della provincia e vicario generale dell'Episcopato giapponese. Arrestato in odio alla fede, rimase in carcere per quattro anni e subì il martirio del rogo a Nagasaki il 10 settembre 1622.

La scelta
A 20 anni, saputo del martirio del gesuita Rodolfo Acquaviva in India, entrò in crisi d’identità, che sfociò nella scelta di entrare nella Compagnia di Gesù (21 dicembre 1584). Fece il noviziato a Napoli ed a Lecce, sotto la guida di s. Bernardino Realino, ebbe come compagno di studi s. Luigi Gonzaga, compì gli studi filosofici e teologici venendo ordinato sacerdote nel 1594 a Milano.

Il primo tentativo di andare in Giappone
Due anni dopo nel 1596, nonostante la contrarietà della famiglia, chiese ed ottenne di partire per le Missioni in Giappone, partì il 10 aprile, ma il viaggio ebbe una sorte avventurosa, una tempesta lo portò sulle coste del Brasile e poi venne imprigionato dagli inglesi che lo trasferirono in Inghilterra.

L'arrivo a Nagasaki
Ritornato libero a Lisbona, ripartì con un compagno Angelo de Angelis per il Giappone, dove giunse a Nagasaki nel 1602 dopo un viaggio altrettanto tormentato per una grave malattia che lo colpì e dopo aver toccato i porti di Goa e Macao. Per 11 anni, dopo averne impiegato alcuni ad apprendere la lingua locale, operò un intenso apostolato nelle regioni di Arie e Meaco, istituendo una efficace scuola di catechisti e convertendo battezzandoli circa cinquemila giapponesi.

Attività missionaria
Fu nominato procuratore della provincia gesuitica e poi vicario del padre Provinciale Valentino Carvalho nel 1611. Allo scoppio della persecuzione contro i cristiani del 1614, dovette vivere in clandestinità sotto falso nome, non ubbidendo all’ordine di espulsione e cambiando in continuazione il domicilio per non essere scoperto.

La clandestinità
Espletava la sua missione sacerdotale di notte, girando nelle case dei cristiani, confessando, insegnando e celebrando la Messa; finché dietro una segnalazione fu sorpreso il 14 dicembre 1618, insieme ad un catechista Giovanni Kingocu e ad un altro cristiano Ambrogio Fernándes, nella casa di Domenico Jorge, il quale morirà martire un anno dopo, mentre sua moglie Isabella e suo figlio Ignazio, vennero arrestati ed imprigionati insieme a padre Carlo Spinola e gli altri.

La persecuzione dei cristiani
Trascorse quattro lunghissimi anni in una prigione, che chiamarla così era un lusso, in condizioni disumane, insieme ad altre vittime della persecuzione scatenata dallo ‘shogun’ Ieyasu e dai suoi successori; la causa era da ricercarsi nella gelosia dei numerosi bonzi buddisti, che minacciavano la vendetta degli dei locali, negli intrighi dei calvinisti olandesi i quali avevano timore per un eccessivo influsso della Spagna e Portogallo di cui i missionari erano ritenuti emissari; si calcola che nel 1614 allo scoppio di questa persecuzione, i cristiani giapponesi fossero diventati circa trecentomila.
Questa persecuzione durò per molti decenni facendo numerosissime vittime fra i missionari europei e fra gli stessi fedeli, la cui comunità venne quasi completamente distrutta. Ai prigionieri come Carlo Spinola, non venne concessa che una sola coperta e nient’altro, nel carcere di Suzuta, sopra una vetta di montagna, esposti a tutti i venti, dandogli come cibo un po’ di riso e due sardine, giusto per tenerli in vita ma senza soddisfare la fame.
Il padre gesuita, nonostante fosse affetto da varie malattie, fu di conforto ai suoi compagni di prigionia appartenenti anche ad altri Ordini religiosi, accolse nella Compagnia di Gesù, in quelle condizioni, quattro catechisti giapponesi.

Il martirio
Agli inizi di settembre 1622, fu preso insieme ad altri 23 compagni di prigionia e condotti a Nagasaki, per ordine del governatore Gonrocu, lì uniti ad altri provenienti dalle locali carceri furono messi a morte; il 10 settembre 1622 ne furono arsi vivi sulle colline 22 e altri 30 decapitati.
Anche lui fu bruciato vivo ma per le sofferenze che già l’avevano debilitato, morì per primo. Prima di morire rivolgendosi ai magistrati giapponesi dichiarò che la sua presenza in Giappone era dettata solo dall’amore di annunciare il Vangelo; salutò la vedova Isabella e il figlio Ignazio da lui battezzato, che stavano subendo il martirio insieme a lui e intonò un canto di lode a Dio. Le sue ceneri furono disperse in mare.
Papa Pio IX il 7 luglio 1867 lo beatificò insieme ad altri 204 martiri che rappresentanti delle migliaia di uccisi, avevano dato la vita per Cristo in quella terra lontana.

* 1944 - Giorgio Bigongiari (Lucca, ... – Lucca, 10 settembre 1944) è stato un presbitero italiano, martire della Resistenza.

La vicenda
Il 16 agosto 1944, don Angelo Uniti, parroco di Lunata (Capannori), e il vice parroco don Giorgio Bigongiari, vennero catturati dalle SS nella loro parrocchia e incarcerati a Lucca nella scuola di Nozzano, allestita come campo di detenzione per prigionieri politici rastrellati nella zona di Lucca e Pisa.
Più tardi, le truppe tedesche della 16a Divisione "Freundeskreis_Reichsführer-SS" di stanza a Lucca si apprestarono a lasciare la scuola di Nozzano. Nella scuola rimanevano prigionieri circa 40 individui. I detenuti civili e don Angelo Uniti vennero fucilati presso Filettole nella strage denominata Strage del Canneto di Filettole mentre don Giorgio Bigongiari ed alcuni altri religiosi vennero deportati nel Castello Malaspina a Massa dove affrontarono una dura prigionia assieme ad altri prigionieri politici, tra cui anche patrioti greci, albanesi e arabi.
Il 10 settembre 1944, i prigionieri, giudicati un peso per le truppe tedesche che si apprestavano a ritirarsi, furono fucilati sulle rive del fiume Frigido, in una carneficina chiamata Strage del Frigido alla fine della quale si conteranno oltre 170 vittime. Le esecuzioni furono eseguite in tre crateri prodotti dallo scoppio di ordigni lanciati dagli anglo americani. 159 persone furono ivi tradotte dal Castello Malaspina e da un carcere di Massa,queste ultime erano incarcerate per motivi politico e/o comuni. In zona è stato posizionato un obelisco a ricordo del fatto con un'epigrafe di Piero Calamandrei che vuol ricordare non solo questa ma tutte le stragi fatte dai nazifascisti nella zona delle Apuane, l'obelisco è opera dello scultore Mario Angelotti, l'epigrafe di Piero Calamandrei suggerita ad Angelotti:
«INERMI BORGATE DELL’ALPE ASILO DI RIFUGIATI
PRESE D’ASSALTO COI LANCIAFIAMME ARSI VIVI NEI ROGHI DEI CASOLARI BAMBINI AVVINGHIATI ALLE MADRI FOSSE NOTTURNE SCAVATE DAGLI ASSASSINI IN FUGA PER NASCONDERVI STRAGI DI TRUCIDATI INNOCENTI QUESTO VI RIUSCÌ SAN TERENZO – BERGIOLA –VINCA – FORNO MOMMIO – ZERI - SANT’ANNA – SAN LEONARDO SCRIVETE QUESTI NOMI CON LE VOSTRE VITTORIE MA ESPUGNATE QUESTE TRINCEE DI MARMO DI DOVE IL POPOLO APUANO CAVATORI E PASTORI E LE LORO DONNE STAFFETTE TUTTI ARMATI DI FAME E DI LIBERTÀ VI SFIDAVA BEFFARDO DA OGNI CIMA QUESTO NON VI RIUSCÌ ORA SUL MARE SON TORNATI AL CARICO I VELIERI E NELLE CASE I BOATI DELLE MINE CHIAMAN LAVORO E NON GUERRA MA QUESTA PACE NON È OBLIO STANNO IN VEDETTA QUESTE MONTAGNE DECORATE DI MEDAGLIA D’ORO AL VALOR PARTIGIANO TAGLIENTI COME LAME IMMACOLATO BALUARDO SEMPRE ALL’ERTA CONTRO OGNI RITORNO IL COMUNE DI MASSA NEL X ANNIVERSARIO DELL’ECCIDIO DEL FRIGIDO 1944 – 1954 - Scultore Mario Angelotti»

Note sulla Chiesa toscana nel periodo
La Chiesa toscana ha avuto un alto numero di caduti nella seconda guerra mondiale e nel periodo della Resistenza , fra questi vi è anche Antonio Gabriele Costa, padre certosino presso Farneta (Lucca), partigiano combattente trucidato a Massa Carrara il 10 settembre del 1944 con altri 11 frati, decorato con Medaglia d’oro al valore militare. Il fatto è collegato a quello chiamato anche eccidio di Farneta dove furono uccisi tutti i componenti della comunità. Un conto approssimativo dei caduti fornisce i dati: 47 parroci, 8 viceparroci, 7 cappellani militari, 6 appartenenti ad diversi ordini religiosi , 7 fra chierici e seminaristi.

Bibliografia
▪ Alina Gjika,Il Carcere di Massa e l’ Eccidio del Fiume Frigido. 1943-1946, ANPI, Massa, 2004
▪ Giulio Villani e Fabrizio Poli Chiese toscane – Cronache di guerra 1940 -1945 (Libreria editrice fiorentina 1995)
▪ Pietro Secchia Enciclopedia dell’antifascismo e della ResistenzaEd. La Pietra Milano 1968

▪ 1974 - Bruno Finzi (Gardone Val Trompia, 13 febbraio 1899 – Milano, 10 settembre 1974) è stato un ingegnere, matematico, rettore e fisico italiano. Fu uno dei maggiori fisici-matematici del Novecento, della scuola del Levi-Civita.
Apportò contributi notevoli nel calcolo tensoriale, nella fisica classica, specie fluidodinamica ed aeronautica, e in fisica relativistica, in particolare sulla teoria matematica della geometria dello spazio tempo. Notevole il principio della solidarietà su cui si basano tutt'ora alcuni tentativi di teorie unificate.
Finzi conseguì la laurea in Ingegneria industriale nel 1920 e in Matematica l'anno dopo, il 1921, presso l’Università di Pavia. Il 1922 si spostò a Milano, dove divenne assistente di Umberto Cisotti presso il Politecnico di Milano. Ottenne nel 1931 la cattedra di Meccanica Razionale all’Università di Milano, ma ritornò al Politecico per subentrare a Cisotti alla sua morte, nel 1947, come Direttore dell'Istituto Matematico. Nel 1949 gli venne affidata la direzione dell’Istituto di Aeronautica, appena costituito. Nel 1967, alla viglia dei disordini del '68, venne eletto Rettore. Nel 1969 venne iscritto fuori ruolo.

La scuola del Finzi
Bruno Finzi fu senz'altro un educatore di eccezionali doti. Il testo Calcolo Tensoriale ed Applicazioni, realizzato con la collega Maria Pastori, che gli succedette nella cattedra presso l'Università di Milano, ancora oggi rimane insuperato per chiarezza espositiva e lucidità di argomentazione, rimanendo un riferimento anche per chi si accosta per la prima volta ai piaceri del calcolo tensoriale assoluto. Tra gli allievi del Finzi che raggiunsero la cattedra di Meccanica Razionale:
▪ Maria Pastori, Emilio Clauser, Bartolomeo Todeschini, Franca Graiff ed Elisa Brinis Udeschini al Politecnico di Milano;
▪ Paolo Udeschini a Pavia;
▪ Aldo Pratelli al Politecnico di Torino.
Tra gli studi sviluppati dal Finzi, in ambito classico diversi studi in idromeccanica:
▪ singolarità analitiche corrispondenti a punti di irregolarità (cuspidi) del profilo investito (in collaborazione con Umberto Cisotti)
▪ paradosso di D'Alembert nei liquidi viscosi,
▪ interpretazione energetica di una eccezione del teorema di Kutta-Joukowski,
In fisica classica:
▪ equazioni intrinseche dei continui perfettamente o imperfettamente flessibili
▪ onde di discontinuità provocate in un continuo da brusche sollecitazioni al di là della soglia elastica
▪ tensori elastici per deformazioni finite,
▪ propagazione ondosa nei continui anisotropi,
▪ Gino Bozza, B. Finzi, Resistenza idro e aerodinamica, 1935
In relatività:
▪ la relatività generale nei fenomeni di irradiamento atomico,
▪ meccanica relativistica ereditaria,
▪ formulazione integrale delle leggi elettromagnetiche nello spazio tempo,
▪ discontinuità sul fronte d’onda delle azioni gravitazionali,
▪ introduzione alla aerodinamica relativistica,
▪ teorie relativistiche unitarie,
▪ Nel 1955, nel volume (a più autori): Cinquanta anni di relatività, Finzi espose i fondamenti e le formulazioni matematiche della teoria della relatività (ristretta, generale, unitaria) trattazione che lo stesso Einstein menzionò nella prefazione al volume.