Associazione Cultura Cattolica

Il calendario del 6 Settembre

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eventi

▪ 3761 a.C. - primo giorno del Calendario ebraico

▪ 3114 a.C. - primo giorno del Calendario maya

▪ 476 - Caduta dell'impero romano d'occidente

▪ 1191 - Ad Arsuf (Palestina) le forze di re Riccardo Cuor di Leone sconfiggono quelle islamiche di Saladino

▪ 1522 - La Vittoria, una delle navi sopravvissute della spedizione di Ferdinando Magellano, ritorna a Sanlúcar de Barrameda, in Spagna, diventando la prima nave ad aver circumnavigato il globo

▪ 1628 - I Puritani si insediano a Salem che in seguito diverrà parte della Colonia di Massachusetts Bay

▪ 1791 - a Fano scoppia una rivolta popolare a causa dell'aumento del prezzo della farina e del calo del peso del pane.

▪ 1861 - Guerra di secessione americana: Le forze comandate dal Generale dell'Unione Ulysses S. Grant catturano senza combattere Paducah (Kentucky), dando così all'Unione il controllo della foce del fiume Tennessee

▪ 1901 - L'anarchico americano Leon Czolgosz spara e ferisce mortalmente il presidente statunitense William McKinley, all'Esposizione Panamericana di Buffalo (New York)

▪ 1915 - Il primo prototipo di carro armato viene testato dall'Esercito britannico per la prima volta

▪ 1936 - Muore Benjamin, l'ultimo esemplare di tigre della tasmania.

▪ 1937 - Guerra civile spagnola: inizia la Battaglia di El Mazuco

▪ 1939 - Seconda guerra mondiale: Il Sudafrica dichiara guerra alla Germania

▪ 1941 - Olocausto: L'obbligo di indossare la Stella di David con soprascritta la parola "Jude" ("giudeo"), viene estesa a tutti gli ebrei sopra l'età di 6 anni, nelle aree occupate dalla Germania Nazista

▪ 1948 - Giuliana diventa regina dei Paesi Bassi

▪ 1949 - Le autorità militari Alleate restituiscono il controllo dei beni della Germania Nazista alla Germania

▪ 1965 - Guerra del 1965: L'India attacca il Pakistan e annuncia che le sue forze cattureranno Lahore nel giro di un'ora

▪ 1966 - A Città del Capo, il principale fautore dell'Apartheid, il Primo Ministro Hendrik Verwoerd, viene accoltellato durante una seduta parlamentare

▪ 1968 - Lo Swaziland diventa indipendente

▪ 1972 - Massacro di Monaco: alcuni atleti e allenatori Israeliani vengono uccisi quando la polizia tedesca assale i membri di Settembre Nero, in un fallito tentativo di liberare gli ostaggi

▪ 1976 - Guerra Fredda: Il tenente dell'aeronautica militare sovietica, Viktor Belenko atterra con un caccia MiG-25 a Hakodate, sull'isola di Hokkaidō in Giappone e chiede asilo politico agli Stati Uniti

▪ 1978 - Papa Giovanni Paolo I tiene la sua prima udienza generale sull'umiltà

▪ 1980 - Nascita di TRS Tele Radio Sciacca, emittente saccense.

▪ 1983 - L'Unione Sovietica ammette l'abbattimento del volo Korean Air Volo KAL 007, dichiarando che i piloti non sapevano si trattasse di un volo civile, quando questo violò lo spazio aereo sovietico

▪ 1986 - Ad Istanbul, due terroristi arabi dell'organizzazione di Abu Nidal, uccidono 22 persone e ne feriscono sei, all'interno della sinagoga Neve Shalom, durante le funzioni per lo Shabbath

▪ 1991

  1. - Il nome San Pietroburgo viene ripristinato per la seconda città della Russia, che si chiamava Leningrado dal 1924
  2. - L'Unione Sovietica riconosce l'indipendenza degli stati baltici

▪ 1997 - Il funerale di Diana, Principessa del Galles, nell'Abbazia di Westminster, attrae una grande folla

▪ 2000 - A New York, inizia il Summit del Millennio delle Nazioni Unite, con più di 180 leader mondiali presenti

Anniversari

▪ 1566 - Solimano I detto "il Magnifico" (in turco moderno: Süleyman; in arabo: سليمان, Sulaymān; Trebisonda, 6 novembre 1494 – Szigetvár, 6 settembre 1566) fu sultano dell'Impero ottomano (e quindi come tale Cesare dei Romei) dal 1520 alla sua morte. Portò l'Impero Ottomano ai massimi fulgori.

Turchi
I Turchi erano una popolazione dell'Asia centrale, le cui prime tracce scritte sono state trovate nell'Orkhon, sotto il Pamir. I Turchi Oghuz allontanatisi dalle loro sedi ancestrali, penetrarono in Iran e, dopo essersi convertiti alla religione musulmana, diedero vita ad una dinastia, quella dei Selgiuchidi che, invaso il Vicino Oriente, riuscì ad affermarsi come paladina del Sunnismo, eleggendosi tutrice dell'ormai imbelle califfato abbaside.
Turchi furono anche i Mamelucchi, i Ümit Alkuş e i Safavidi, oltre ai Qajar che regnarono in Iran fino al 1925 e turchi furono gli Ottomani (turco Othmanlï) che, come i Selgiuchidi, erano Oghuz. Gli Ottomani assorbirono una serie di piccoli principati selgiuchidi e turcomanni, insediatisi ancora in età bizantina in Anatolia e crearono un sultanato con capitale Brusa (Bursa). Il 29 maggio 1453 Costantinopoli cadde nelle mani di Mehmet II Fatih (Maometto II "il Conquistatore"), cui succedettero Bayezid II e Selim I, detto Yavuz ("il Ponderato", e non già "il Crudele" come erroneamente viene ancora detto).
Durante il regno di Selim I l'Impero Ottomano distrusse il rivale sultanato egiziano dei Mamelucchi circassi. Questo portò i turchi all'annessione della Siria, dell'Egitto, della Palestina e dell'Arabia conquistando il controllo delle tre Città Sante di Mecca, Medina e Gerusalemme. Così all'età di 26 anni, alla morte dei Selim I, Solimano guidava un sultanato sostanzialmente più potente. Ed egli avrebbe continuato a espanderlo fino alla sua morte nel 1566.

Süleyman
A sette anni, Solimano fu mandato a studiare scienze, storia, letteratura, teologia, e tecniche militari nelle scuole del Palazzo di Istanbul e già da giovane iniziò e mantenne una stretta amicizia con Pargali Ibrahim Pasha, uno schiavo che sarebbe diventato uno dei suoi più seguiti consiglieri. Le prime esperienze di governo di Solimano furono quelle di governatore di svariate province, le più importanti Bolu nell'Anatolia del nord e, nel 1509, la terra natale della madre, Caffa, in Crimea, già colonia genovese e porto strategico per il commercio degli schiavi prelevati dalle steppe russe per essere inoltrati verso l’Egitto mamelucco. Tre anni dopo si era trasferito a Magnesia, dove ancora si trovava quando salì al trono.
Agli inizi del regno di Solimano, Istanbul contava 400.000 abitanti, e alla fine del XVI secolo erano quasi raddoppiati (700.000). In Europa occidentale nessuna città raggiungeva la stessa popolazione, Londra ne contava 120.000 e Parigi circa un terzo. La città era ingrandita da un afflusso ininterrotto di popolazioni che vi si insediavano sia volontariamente sia perché portate dai sultani che sceglievano nei territori di nuova conquista i migliori operai e artigiani per abbellire la propria capitale.
Per imporre i propri diritti, Solimano dovette combattere contro un’infinita serie di avversari. La forza del suo sultanato era basata sulla funzione cruciale del corpo di fanteria dei Giannizzeri (dal turco yeni çeri, "Nuova truppa"). Questi venivano reclutati forzatamente fra i giovani cristiani, obbligati nei primi secoli del sultanato al celibato, affratellati dalla tradizionale aderenza a una stessa confraternita religiosa che era la Bektashiyya. I Giannizzeri, considerati l'élite dell'esercito ottomano, non potevano avere altra occupazione o fonte di reddito che non fossero quelle derivanti dal mestiere delle armi e la loro inattività in tempo di pace faceva aumentare i rischi di disordini. La necessità di tenere occupati i Giannizzeri può aiutare a comprendere il perché della frequenza delle campagne militari ottomane e anche la prima decade del regno di Solimano fu di conseguenza un periodo di intensa attività bellica.
Protagonista per eccellenza della dinastia che, conquistando Costantinopoli, l'aveva resa per molti versi erede dell’impero bizantino, Solimano fu conquistatore di nuove terre, amministratore di immensi possedimenti, innovatore nel campo della giurisprudenza (il laqab turco era infatti Qānūnī, ossia "Legislatore"), patrono delle arti e poeta lui stesso, Solimano meritò l’appellativo di Magnifico, attribuitogli dai grandi sovrani occidentali.

Prime espansioni
Presa di Belgrado

Dopo la successione al padre, Solimano, spesso guidando personalmente la sue truppe, iniziò una serie di conquiste militari che interessarono buona parte del Mar Mediterraneo e parte del Centro Europa. Per prima cosa mise fine a una rivolta guidata dal governatore di Damasco; poi, entro l'agosto 1521 Solimano completò la presa della città di Belgrado e la conquista della Serbia

Ricostruzione delle Mura di Gerusalemme
Selim I aveva conquistato Gerusalemme nel 1517. La città aveva sofferto per il secolare disinteresse da parte dei Mamelucchi, ma Solimano ne fu così affascinato da ordinare la costruzione delle mura della fortezza che ancor oggi circondano la Città Vecchia.

Rodi
Prima della sua morte Selim I aveva pianificato di assalire la fortezza cristiana di Rodi. Fu Solimano a mettere in atto il progetto paterno. Nel 1522 con 400 navi portò nell'isola 200.000 uomini. A contrastarli c'erano solo i 7.000 Cavalieri di San Giovanni e le mura della città. Il successivo assedio durò sei mesi e al termine Solimano permise ai sopravvissuti di ritirarsi nel Regno di Sicilia.
Nel 1525 Francesco I di Francia, in lotta con l'imperatore Carlo V, propose a Solimano un attacco all'Ungheria di Luigi II: un regno all'epoca ben più esteso dell'odierna repubblica. La conquista dell'Ungheria nel 1526 segna la massima espansione turca in Europa,

Ungheria
Il 29 agosto 1526 Solimano sconfisse il re Luigi II d'Ungheria (Lajos II) nella battaglia di Mohács, le forze ottomane occuparono la maggior parte del territorio e il ventenne re ungherese morì, cosa di cui - si dice - Solimano si dispiacque. La morte del re fece collassare l'autorità centrale magiara e si scatenò una lotta per il potere. Alcuni nobili offrirono la corona d'Ungheria all'Imperatore del Sacro Romano Impero Ferdinando I d'Asburgo che regnava sulla vicina Austria ed era legato con parentela alla famiglia reale ungherese. Altri nobili, però, si volsero a Giovanni Zápolya che era supportato da Solimano e che non fu riconosciuto dalle Potenze dell'Europa cristiana.
L'Ungheria venne spartita in tre tronconi: la maggior parte dell'odierna Ungheria, conosciuta come Grande Alföld fu rivendicata da Solimano, fu creato lo stato vassallo di Transilvania che venne affidato alla famiglia Zápolya e Ferdinando II ottenne l'Ungheria Reale che comprendeva l'odierna Slovacchia, la Croazia Occidentale e i territori adiacenti. Si fissò così, temporaneamente, il confine fra l'Impero Ottomano e il Sacro Romano Impero.
Sotto Carlo V e il fratello Ferdinando I, Arciduca d'Austria, gli Asburgo riconquistarono l'Ungheria e Solimano la invase nuovamente due volte ma fu ricacciato anche per l'inclemenza del tempo dopo l'Assedio di Vienna nel 1529 e nel 1532. L'anno successivo un trattato divise l'Ungheria fra gli Asburgo e Zápolya ma alla morte di questi l'Ungheria rimase agli Asburgo, mentre la Transilvania con l'aiuto delle armate ottomane conquistò la sua autonomia sotto il protettorato turco.

Persia
Terminati i conflitti sul fronte europeo, Solimano continuò con successo su un altro fronte: la secolare rivalità con lo sciita Impero Safavide che governava la Persia e l'odierno Iraq. Solimano condusse contro i persiani tre campagne, il cui fatto storicamente più importante è la presa di Baghdad nel 1534. Da quel momento per la città cominciò il lento ma inarrestabile declino che la portò dal suo stato di città fra le più popolose del Medio Oriente a quello di ridotta quasi di frontiera, eclissata dallo sviluppo demografico e politico di Istanbul.
La seconda campagna portò alla temporanea conquista di Tabriz e dell'Azerbaigian (1548 - 1549) e ad una stabile presenza nella provincia di Van e in alcune fortezze in Georgia, nel Caucaso.
Nella terza campagna (1555) Solimano, pur non riuscendo ad eliminarne l'esercito nel Luristan, costrinse lo Scià, con il trattato di Amasya, a riconoscere i confini esistenti e a promettere di porre termine agli attacchi verso l'Impero Ottomano.

Nord Africa e Medio Oriente
Nello stesso tempo furono annessi vasti territori del Nord Africa; gli Stati barbareschi di Tripolitania, Tunisia, Algeria (ma non il Marocco, che rimase indipendente) divennero province autonome dell'Impero e servirono a Solimano come cuneo e scudo nel conflitto con Carlo V il cui tentativo di ricacciare i turchi fallì nel 1541.
In questo periodo divennero famosi i pirati barbareschi che dal Nordafrica portarono la guerra da corsa contro la Spagna e fornirono all'Impero, per un breve periodo, la supremazia navale nel Mediterraneo. Inoltre i turchi controllavano il Mar Rosso, e il Golfo Persico fino al 1554 quando furono sbaragliati dalla flotta dell'Impero portoghese che poi contrastò Solimano per il controllo di Aden.

Tunisi
Nel 1533 Khayr al-Din conosciuto in Europa come "il Barbarossa", divenne ammiraglio in capo (kapudanpaşa) della marina ottomana che si batteva contro la marina imperiale spagnola. Nel 1535 Carlo V, Imperatore del Sacro Romano Impero vinse un'importante battaglia a Tunisi ma l'anno successivo, Francesco I di Francia si alleò con Solimano contro Carlo V e nel 1538 la flotta di Carlo V fu sconfitta nella Battaglia di Prevesa dalle navi di Khayr al-Din e questo assicurò ai turchi la supremazia navale per oltre trent'anni.
Nello stesso anno i due regnanti europei firmarono un trattato di pace ma ancora Francesco I si alleò con Solimano nel 1542. Due anni dopo Carlo V si alleò con il re inglese Enrico VIII, dichiarò guerra alla Francia e Francesco I chiese aiuto a Solimano. Questi inviò la flotta guidata da Khayr al-Din che sconfisse gli spagnoli e tentò la presa di Napoli. Uno dei risultati dell'alleanza fu il fiero duello fra Dragut e Andrea Doria che stabilì l'influenza europea sul Nord Mediterraneo e quella ottomana sulla costa sud. Francesco I fu costretto al trattato di Crepy. Ma a sua volta Carlo V dovette versare a Solimano una forte somma per risarcimento delle spese di guerra.

Malta, punto di svolta
Quando L'Ordine dei Cavalieri Ospedalieri fu ricostituito come Cavalieri di Malta, nel 1530 la loro azione contro la flotta ottomana fece rapidamente assemblare una forza turca che venne inviata contro di loro. Nel 1565 i turchi posero Malta sotto assedio. Il Grande Assedio di Malta iniziò il 18 maggio e terminò l'8 settembre ed è vividamente ritratto negli affreschi dell'italiano Matteo Perez d'Aleccio (1547 - 1616) nella Sala di San Michele e San Giorgio a La Valletta.
All'inizio la battaglia sembrò ripetere quella di Rodi che vide la maggior parte della città distrutta e circa metà dei Cavalieri uccisi; ma dei rinforzi provenienti dalla Spagna capovolsero le sorti della battaglia che vide la perdita di circa 30.000 ottomani.

La morte
Solimano morì a Szigetvár in Ungheria il 5 o 6 settembre 1566, mentre conduceva una campagna militare contro l'imperatore Massimiliano II d'Asburgo. Fu sepolto a fianco alla sua sposa preferita, Roxelane, nel mausoleo vicino alla moschea Süleymaniye di İstanbul.
A Roxelane (Hürrem Sultan in turco, la figlia di un pope ortodosso ucraino nata col nome di Aleksandra Lisowska nel 1505, schiavizzata dai tartari e, nel 1518, portata nell'harem di Solimano, dove ne divenne la terza figlia fino a diventarne la sposa principale nel 1530; morta a Edirne nel 1558) si riconduce buona parte della fama di crudeltà che accompagnò Solimano nella parte finale della sua vita, in riferimento alle vicende della sua successione che portarono a veder sopravvivere solo uno dei suoi quattro figli maschi, Selim.

▪ 1957 - Gaetano Salvemini (Molfetta, 8 settembre 1873 – Sorrento, 6 settembre 1957) è stato uno storico, politico e antifascista italiano.

«I moderati del Nord hanno bisogno dei camorristi del Sud per opprimere i partiti democratici del Nord, i camorristi del Sud hanno bisogno dei moderati del Nord per opprimere le plebi del Sud» (Gaetano Salvemini)
«Noi non possiamo essere imparziali. Possiamo essere soltanto intellettualmente onesti: cioè renderci conto delle nostre passioni, tenerci in guardia contro di esse e mettere in guardia i nostri lettori contro i pericoli della nostra parzialità. L’imparzialità è un sogno, la probità è un dovere.»(Gaetano Salvemini, Prefazione a Mussolini diplomatico, Éditions Contemporaines, Paris 1932; nuova edizione Laterza, Bari 1952)


Laurea e insegnamento
Laureatosi in lettere a Firenze nel 1896, inizialmente si dedicò alla storia medioevale dimostrandosi uno dei migliori giovani storici. Dopo aver insegnato latino in una scuola media di Palermo e storia nel Liceo Torricelli di Faenza, ottenne a soli ventotto anni la cattedra di Storia moderna a Messina (1901). Qui nel 1908 fu sorpreso dal terremoto e perse la moglie, i cinque figli e la sorella, rimanendo l'unico sopravvissuto di tutta la sua famiglia. Successivamente insegnò all'Università di Pisa e infine a quella di Firenze. Tra i suoi allievi vi furono Carlo Rosselli, Ernesto Rossi e Camillo Berneri.

Socialista federalista
Aderì al Partito Socialista Italiano e alla corrente meridionalista, collaborando, dal 1897, alla rivista Critica sociale, mostrandosi tenace sostenitore del suffragio universale e del federalismo, visto come unica possibilita´ per risolvere la questione del Mezzogiorno[2], cercando di condurre su posizioni meridionaliste il movimento socialista e insistendo sulla necessità di un collegamento tra operai del nord e contadini del sud, sulla necessità dell'abolizione del protezionismo e delle tariffe doganali di Stato (che proteggono l'industria privilegiata e danneggiano i consumatori), e della formazione di una piccola proprietà contadina che liquidasse il latifondo. Per portare avanti la sua battaglia federalista creó un giornale denominato L´Unità, in quanto per lui la vera unità italiana doveva essere realizzata con l´autonomia e il federalismo.

Le denunce contro Giolitti
Salvemini denunciò il malcostume politico e le gravi responsabilità di Giolitti (crack della Banca Romana) con il libro: "Il ministro della malavita" (1910). Nel partito socialista egli si scontrò sui temi sopra citati con la corrente maggioritaria di Filippo Turati e, in seguito ad una mancata manifestazione del partito contro lo scoppio della guerra di Libia (1911), uscì dal partito socialista. Sulla scia di questo distacco, nel dicembre 1911 diede quindi vita ad un periodico, "L'Unità", che diresse fino al 1920, perseguendo il tentativo di fondare un nuovo partito, la Lega democratica, meridionalista, socialista nei fini di giustizia e liberale nel metodo, contro ogni privilegio.

Contro gli Austriaci
Nel 1914 mantenne posizioni interventiste, dichiarandosi convinto del carattere "anacronistico" degli imperi austro-ungarico e tedesco e auspicandone la distruzione, nell'interesse dell'Italia. Salvemini fu insomma uno dei capofila del cosiddetto interventismo democratico, che giustificava la guerra da posizioni "di sinistra": in nome cioè dell'ostilità all'antico ordine e in funzione dell'autoaffermazione dei popoli. Un'impostazione, questa, in linea con quella del presidente americano Woodrow Wilson, fautore dell'entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco delle potenze dell'Intesa. Sul finire della guerra Salvemini espresse però la propria delusione per la mancata realizzazione delle speranze in un superamento delle rivalità antipopolari tra gli Stati e in una partecipazione democratica dei popoli alle decisioni dei governi.

Deputato
Eletto deputato nel 1919, con l'avvento del fascismo si schierò da subito contro Mussolini e contro gli aventiniani, e strinse un profondo sodalizio ideale e politico con i fratelli Carlo Rosselli e Nello Rosselli e con Ernesto Rossi, che videro in lui un comune maestro.

Giornale Non Mollare
Nel 1925, Salvemini, i due Rosselli e Nello Traquandi fondarono a Firenze il primo giornale antifascista clandestino: "Non Mollare".

Il processo e l'esilio
Arrestato a Roma dalla polizia fascista l'8 giugno del 1925, successivamente, dopo esser stato processato insieme a Ernesto Rossi, poté godere di un'amnistia ed in agosto si rifugiò clandestinamente in Francia.
A Parigi fu poi raggiunto dai fratelli Rosselli e nel novembre del 1929 fu tra i fondatori del movimento Giustizia e Libertà (GL), nato per iniziativa dei fratelli Rosselli e di altri intellettuali democratici tra cui Emilio Lussu, Alberto Tarchiani e Alberto Cianca. Gruppi di GL si formarono in Italia soprattutto tra studenti universitari. Molti degli aderenti di GL (tra cui Ernesto Rossi, Ferruccio Parri, Leone Ginzburg) furono arrestati e condannati a lunghe pene detentive.
Salvemini si trasferì poi in Gran Bretagna, dove fu protagonista di una dura polemica con George Bernard Shaw, in quanto socialista gradualista e ammiratore di Mussolini.

Professore all'Università di Harvard
Arthur Meier Schlesinger Sr, presidente del dipartimento di storia dell'Università di Harvard, nel 1929 invitò Gaetano Salvemini ad insegnare ad Harvard e Salvemini dal 1933 fu membro a pieno titolo del dipartimento. Salvemini fu una figura familiare negli anni della gioventù di Arthur Schlesinger Jr., redattore dei discorsi elettorali detti allora della Nuova Frontiera per John F. Kennedy[4].
Gaetano Salvemini nel 1934 si trasferì negli Stati Uniti, dove insegnò storia della civiltà italiana all'Università di Harvard e prese anche la cittadinanza statunitense. Profonda, pur con molti dissensi, l'amicizia che lo legò in questi anni a un altro grande esule antifascista: don Luigi Sturzo, fondatore del Ppi, testimoniata da un fitto Carteggio, pubblicato nel 2009.

Professore itinerante
Durante la Seconda guerra mondiale Salvemini tenne negli USA, in Gran Bretagna e in Francia, conferenze e lezioni universitarie, si batté per una politica contro fascismo, comunismo, clericalismo e monarchia italiana. Nel 1939 fondò la "Mazzini Society", insieme a un gruppo di aderenti a GL, di repubblicani e antifascisti democratici, tra cui Lionello Venturi, Giuseppe Antonio Borgese, Randolfo Pacciardi, Michele Cantarella, Aldo Garosci, Carlo Sforza, Alberto Tarchiani e Max Ascoli. La loro posizione era contraria alla monarchia e all'accordo stipulato a Tolosa fra comunisti, socialisti e altri aderenti a GL.
In questo periodo di esilio Salvemini pubblicò vari volumi in lingua inglese, tra i quali "The Fascist Dictatorship in Italy" (1928), "Under the Axe of Fascism" (1936) e "Prelude to World War II".

Professore a Firenze
Tornato in Italia nel 1949 riprese l'insegnamento all'Università di Firenze e continuò a vari livelli la sua lotta politica, ispirata a una visione laica della vita, all'avversione contro dogmatismi e fumosità ideologiche, contro la burocrazia, il clericalismo e lo statalismo, quale fautore di un riformismo democratico, in comunità d'intenti con Ernesto Rossi. Si oppose al governo democristiano e al Fronte Democratico Popolare, sostenendo la necessità di abrogare il Concordato e i Patti Lateranensi, e difendendo la scuola pubblica contro le riforme, da lui giudicate reazionarie, dei governi.

Premi e riconoscimenti
Nel 1955 ottenne dall'Accademia dei Lincei il premio internazionale Feltrinelli per la storia e la laurea "honoris causa" dall'Università di Oxford. Morì a Sorrento, ove oggi è presente un Liceo Scientifico a lui dedicato, il 6 settembre del 1957. Una delle prime scuole in Italia, intitolate a Gaetano Salvemini, è la Scuola Media di Polistena (RC) nel lontano 1966, ancora oggi intitolata a lui. È sepolto a Firenze nel prato d'onore del cimitero di San Miniato accanto ad altri cittadini illustri di quella città (Collodi, Gentile e Giovanni Spadolini).

▪ 2007 - Luciano Pavarotti (Modena, 12 ottobre 1935 – Modena, 6 settembre 2007) è stato un tenore italiano.
È stato tra gli artisti italiani più apprezzati in tutto il mondo grazie alle straordinarie qualità vocali, ad un'eccellente gestione della propria immagine mediatica, e per l'impegno profuso in campo sociale. Insieme a Franco Corelli e Carlo Bergonzi ha rappresentato l'ultimo dei grandi cantanti italiani che hanno saputo conquistare il mondo. Con il Pavarotti & Friends e le sue numerose collaborazioni (fra le quali è da ricordare in particolare la costituzione del gruppo de Tre Tenori, con Plácido Domingo e José Carreras), ha consolidato una popolarità che, anche al di fuori dell'ambito musicale, lo ha condotto in tutto il mondo.
«Penso che una vita per la musica sia una vita spesa bene ed è a questo che mi sono dedicato.»