"Siamo qui, solo per voi!"
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Oggi si hanno varie "visioni" di famiglia, ma non perché la famiglia sia da considerarsi "diversa" rispetto a ieri, ma perché il modo di vivere dell'uomo è talmente cambiato, talmente preso da tutto ciò che c'è, di solo terreno, che sfugge alla comprensione il vincolo forte e vero della famiglia, come dovrebbe essere considerata.
I genitori, spesso, presi dal loro lavoro, presi dalle loro realizzazioni personali, "dimenticano" che sono anche responsabili (se non soprattutto) della vita dei propri figli, delle loro scelte, del loro modo di crescere.
Ed i figli crescono con un vuoto interiore enorme, un vuoto che nessuno potrà mai colmare: la mancanza dell'amore di cui avrebbero bisogno.
E' vero che ci sono bambini che sono "costretti" a vivere senza l'affetto dei propri genitori o di uno dei due, perché ormai non ci sono più, sono morti precocemente, ma molti vivono senza questo affetto con i loro genitori che invece sono viventi.
Capovolgiamo un po' la situazione: cerchiamo di guardare alla famiglia con gli occhi dei figli.
La figura del padre e della madre è di vitale importanza, perché la fiducia che un bambino riesce ad avere verso i genitori, e la fiducia che questi ultimi, a loro volta, mostrano nel figlio, costruiscono la stima che di sé avrà nel futuro, una stima che è di fondamentale importanza per la sua crescita interiore, umana e spirituale.
Interiore, perché se la persona ha fiducia in se stessa riesce ad essere ciò che vuole, ciò che sente dentro, riesce a sviluppare le sue qualità migliori ed a realizzarsi nella vita.
Umana, perché nel rapporto che si stabilisce verso gli altri si riflette il rapporto che si ha con se stessi, e che si ha avuto coi propri genitori. Se il rapporto è sereno, allora sereni e "adulti" saranno i rapporti interpersonali, ma se i rapporti non sono stati tali, anche nei confronti degli altri si avrà lo stesso tipo di sfiducia, incoerenza, mancanza di stima che si ha, anche inconsciamente, verso se stessi e che i genitori hanno a loro volta avuta verso il figlio.
Spirituale, perché anche nel rapporto con Dio si proietta spesso il rapporto che si ha coi propri genitori. Se questi si vedono come coloro di cui avere timore, soprattutto in questo caso la figura paterna, come coloro che non hanno cura delle creature che hanno messo al mondo, anche Dio verrà visto come un "padre senza amore", un "padre pronto solo alla condanna ed al giudizio". Se invece i genitori sono visti come coloro che per amore hanno dato la vita e con amore hanno cresciuto i loro figli, anche il Creatore verrà visto allo stesso modo. Certo, non sempre se si ha un rapporto negativo genitori/figli quest'ultimi non saranno capaci di vedere in Dio un Padre buono, però sarà più difficile all'inizio questo rapporto, soprattutto nell'età dell'adolescenza.
Capovolgiamo ancora la situazione, proviamo a pensare alla famiglia come genitori che, quando varcano la soglia di casa, lasciano fuori la porta il lavoro, la professione, le proprie ambizioni personali…
Ecco davanti i figli, che attendono il ritorno a casa dei genitori, che guardano coi loro occhietti il volto di ciascuno per leggere i nostri pensieri, le nostre emozioni ed anche le nostre preoccupazioni.
Lasciamo che loro possano leggere dai nostri volti: "siamo qui, solo per voi!"