Un luogo per educare
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«Da una parte, il Seminario esprime il presente di una Diocesi, costituendo come il punto di arrivo del lavoro svolto dai sacerdoti e dalle parrocchie nei settori della pastorale giovanile, dell’insegnamento catechistico, dall’animazione religiosa delle famiglie. Dall’altra, il Seminario è un investimento quanto mai prezioso per il futuro, perché assicura, mediante un lavoro paziente e generoso, che le comunità cristiane non saranno prive di pastori d’anime, di maestri di fede, di guide zelanti e di testimoni della carità di Cristo. Oltre che sede della vostra formazione, cari seminaristi, vera speranza della Chiesa, questo vostro Seminario è anche luogo di aggiornamento e di formazione per giovani e adulti, desiderosi di offrire il loro contributo alla causa del Regno di Dio. La preparazione accurata dei seminaristi e la formazione permanente dei presbiteri e degli altri operatori pastorali costituiscono preoccupazioni prioritarie per il Vescovo, al quale Iddio ha affidato la missione di guidare, saggio pastore, il Popolo di Dio che vive in questa città] [Benedetto XVI, Incontro con i sacerdoti nella Cattedrale di Brindisi, 15 giugno 2008].
Benedetto XVI presenta il Seminario come punto di arrivo del lavoro svolto dai sacerdoti, dalle parrocchie, dalle associazioni e dai movimenti di impegno apostolico nei settori della pastorale giovanile, dell’insegnamento catechistico, dall’animazione religiosa e come investimento pastorale per la preparazione accurata dei seminaristi, come luogo di aggiornamento e di formazione per giovani e adulti, desiderosi di offrire il loro contributo alla causa del Regno di Dio, come luogo di formazione permanente dei presbiteri e degli altri operatori pastorali. E’ questa una visione del Seminario tutt’altro che isolata ma centrale per il Popolo di Dio che vive in ogni diocesi e per il Vescovo che la guida.
In connubio con il Seminario c’è il convenire con il Vescovo dei sacerdoti, diaconi, seminaristi, fedeli e anime consacrate all’avvento del Regno di Dio in Cattedrale, cuore della Diocesi, dove tutti si sentono a casa, uniti dal vincolo dall’amore di Cristo. Soprattutto in Cattedrale accade sacramentalmente la comunione con il Vescovo di quanti hanno ricevuto l’ordinazione diaconale e sacerdotale come rilevava sant’Ignazio di Antiochia scrivendo ai cristiani di Efeso: “Il vostro venerabile collegio dei presbiteri, degno di Dio, è così armonicamente unito al Vescovo, come le corde alla cetra. In tal modo, nell’accordo dei vostri sentimenti e nella perfetta armonia del vostro amore fraterno, s’innalzi il concerto di lode a Gesù Cristo…Ciascuno di voi si studi di far coro. Nell’armonia della concordia e all’unisono con il tono di Dio per mezzo di Gesù Cristo, ad una voce inneggiate al Padre, ed egli vi ascolterà” (Lettera agli Efesini,4). Benedetto XVI ha invitato i presbiteri a tentare e ritentare e a perseverare nella ricerca di tale unità di intenti e di aiuto reciproco certi che la carità fraterna e l’unità nel lavoro pastorale sono condizione di fecondità per le comunità e per il lieto annuncio del Vangelo. E’ la certezza che la Persona di Gesù Cristo, al quale i presbiteri hanno consacrato la vita, “è con voi! - ha detto il Santo Padre - In Lui noi tutti crediamo, a Lui solo affidiamo la nostra vita. Lui vogliamo annunciare al mondo. Cristo, che è la Via, la Verità e la Vita (Hv 14,6), sia il tema del nostro pensare, l’argomento del nostro parlare, il motivo del nostro vivere. Cari fratelli sacerdoti, perché la vostra vita sia una fede forte e vigorosa occorre, come ben sapete, alimentarla con un’assidua preghiera. Siate pertanto modelli di preghiera, diventate maestri di preghiera. Le vostre giornate siano scandite dai tempi dell’orazione, durante i quali, sul modello di Gesù, vi intrattenete in un colloquio rigenerante con il Padre. So che non è facile mantenersi fedeli a questi quotidiani appuntamenti con il Signore, soprattutto oggi che il ritmo della vita si è fatto frenetico e le occupazioni assorbono in misura sempre maggiore. Dobbiamo convincerci: il momento della preghiera è il più importante nella vita del sacerdote, quello in cui agisce con più efficacia la grazia divina. Pregare è il primo servizio da rendere alla comunità. E perciò i momenti di preghiera devono avere nella nostra vita una vera priorità. So che tante cose ci premono: per quanto mi riguarda, un’udienza, una documentazione da studiare, un incontro o altro ancora. Ma se non siamo interiormente in comunione con Dio non possiamo dare niente agli altri. Perciò Dio è la prima priorità. Dobbiamo sempre riservare il tempo necessario per essere in comunione con il Signore”.
Lo “stare insieme” nella fede e nell’amore reciproco, come gli Apostoli attorno a Cristo nel Cenacolo
Uno dei momenti privilegiati di comunione, che aiuta a riscoprire il servizio fraterno, come indica l’icona biblica della lavanda dei piedi (Gv 13,12-17) con la parola di Gesù che la commenta: “Come ho fatto io” (Gv 13,5), è l’avvenimento del Sinodo. Se è vero che il Sinodo - ogni Sinodo - è chiamato a stabilire a livello pastorale delle leggi, ad emanare norme adeguate per un’organica pastorale, suscitando e stimolando rinnovati impegni per l’evangelizzazione e la testimonianza evangelica, è anche vero che esso deve ridestare in ogni battezzato l’anelito missionario che costantemente anima la Chiesa. Fu nello “stare insieme” nella fede e nell’amore reciproco degli Apostoli attorno a Cristo nel Cenacolo che il divino Maestro li istruì, aprendo loro gli occhi allo splendore della verità e donò ad essi il sacramento dell’unità e dell’amore: l’Eucaristia. Nel Cenacolo, durante l’Ultima Cena, al momento della lavanda dei piedi, emerse chiaramente come il servizio sia una delle dimensioni fondamentali della vita cristiana: un servizio per amore. “Siate riconoscenti - ha concluso Benedetto XVI - e lieti del dono ricevuto! Siate generosi nello svolgimento del vostro ministero! Poggiatelo su un’assidua preghiera e una permanente formazione culturale, teologica, spirituale!... Preparatevi all’Anno Paolino, che inizierà prossimamente. Esso potrà essere l’occasione per un rilancio missionario, per un più profondo annuncio della Parola di Dio, accolta, meditata e tradotta in apostolato fecondo, come è avvenuto appunto per l’Apostolo delle genti. Conquistato da Cristo, Paolo visse interamente per Lui e il suo Vangelo, spendendo la sua esistenza sino al martirio”. Così uniti, in Seminario, alla formazione dei seminaristi e degli operatori pastorali si è certi che le comunità cristiane non saranno mai prive di pastori d’anime, di maestri della fede, di guide zelanti e di testimoni della carità di Cristo.