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L' ALMANACCO DEL MARCIAPIEDAIO: un manuale elettronico per la formazione.

"Benvenuti nell'Almanacco del Marciapiedaio, il tuo compagno quotidiano per scoprire le perle della cultura popolare europea. Ogni giorno, selezioniamo con cura i link più significativi che ti porteranno a esplorare le radici profonde della nostra civiltà, dalle influenze greche alle tradizioni giudaiche e cristiane. Unisciti a noi in questo viaggio attraverso la memoria storica e scopri come il passato continua a plasmare il nostro presente. Seguici per ricevere ogni giorno una nuova perla di conoscenza e ispirazione!"


L’insieme dei giorni ha l’ambizione di individuare i tratti caratteristici di quella cultura popolare che non dimentica ma riprende le radici sulle quali è costruita la nostra civiltà occidentale, fondata su valori greco-giudaico-cristiani.

Il Marciapiedaio è perciò IL SOGGETTO PORTATORE DELLA CULTURA POPOLARE EUROPEA CON RADICI GRECO-GIUDAICO-CRISTIANE, cioè la tipologia di persona che noi siamo e che vogliamo meglio conoscere e riscoprire proprio oggi e proprio in un contesto culturale che, secondo la linea di tendenza fondamentale dell’età moderna, la vorrebbe negare proponendoci una visione dell'uomo che rinuncia consapevolmente alla sua storia cristiana e greco-giudaica.

L’allusione al marciapiede sta a significare l’attenzione ai problemi della quotidianità, la concretezza, l’esperienza immediata della bellezza e della solidarietà umana, l’ammirazione/diffidenza per le elaborazioni teoriche e scientifiche degli uomini dell’accademia.
Il Marciapiedaio, infatti, è molto attento alla ricerca scientifica e filosofica più alte, ma nello stesso tempo ne prende le distanze quando non ne coglie tutta la pregnanza e la ricaduta sulla vita di tutti i giorni.

Il marciapiedaio è attento alla dimensione religiosa della vita (dipendenza da Dio e affermazione di un senso di tutte le cose), e la vede soprattutto in quei personaggi storici che la realizzano in forma profetica nella loro esperienza.
Il marciapiedaio cerca dei maestri non degli intellettuali, persone cioè che non si affidano alla forza delle istituzioni e all’elaborazione della dottrina per affermare la loro autorità.

Detto in altri termini il marciapiedaio è LA VERSIONE POPOLARE DELL'UOMO EUROPEO DI CULTURA secondo la definizione di cultura data dal vocabolario Treccani:
“s. f. [dal lat. cultura, der. di colere «coltivare», part. pass. cultus]. – 1. a. L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo”.

Il marciapiedaio cioè è un soggetto che, attraverso la sua esperienza e partecipazione popolare, affonda nelle radici storiche e filosofiche della cultura europea.

LE RADICI
L'uomo della civiltà europea occidentale viene da molto lontano e probabilmente supererà le continue crisi in cui versa la nostra epoca.
Le sue radici storico-teoriche sono di lungo periodo e possono permanere in modo sotterraneo, come i fiumi del Carso, anche dentro società ed esperienze ad esse ostili.
Quella che chiamiamo normalmente cultura popolare (musica, storia, devozione popolare, dialetti, canzonette, ecc..) è il suo abituale contesto di vita, da cui assimila le conoscenze e le emozioni di cui ha bisogno.

Tali radici sono le seguenti.
A) La ragione/logos (Pensiero greco e latino).
L'uomo è libero in quanto individua per mezzo della ragione i principi ultimi della realtà e della vita. In tal modo ha la possibilità di superare l'arbitrio del Fato e l'obbedienza cieca alla costrizione estrinseca.
Libertà è allora il processo attraverso cui si conquista una personale certezza di fronte all'evidenza.
Ragione è consapevolezza del significato e non si limita alla dimensione logico/discorsiva e dimostrativa. In forza di tale principio l’uomo europeo può tentare di regolare la convivenza umana per mezzo di leggi scritte e di istituzioni razionalmente fondate (diritto romano).

B) La concezione dell’uomo come persona. (Pensiero giudaico/cristiano)
L'aspirazione alla libertà come l'abbiamo sopra definita trova possibilità di realizzarsi storicamente nella dimensione temporale e sociale (storia).
Il rapporto con il Dio-creatore fonda infatti quello tra gli uomini, affermati come esseri dotati di suprema dignità (immagine di Dio) e legati da un vincolo di solidarietà (fratellanza).
Tale concezione di uomo come persona rende possibile il superamento della dimensione tendenzialmente totalitaria dello stato che la civiltà greco/romana, come le altre dell'antichità, avevano elaborato, perché introduce la convinzione che la dignità umana non accetta di essere esaurita dalla politica. (Cfr. Persecuzioni contro i cristiani nei primi secoli).

C) L'atteggiamento scientifico – tecnologico. (Pensiero moderno) Per il quale la realtà, colta come natura intelligibile, è dotata di leggi che devono essere indagate e conosciute per trarre il sostentamento, le risorse, la vita.
La natura diventa cioè un grande strumento che l'uomo può padroneggiare e usare per i suoi fini, purché ne rispetti le leggi e le caratteristiche., divenendone il custode e non il dominatore.

D) L’esperienza della bellezza e dell’arte, informata dalla ricerca disinteressata dell’armonia presente nel reale e comunicata attraverso modalità espressive non concettuali (cfr. pittura, musica, scultura, architettura, poesia e letteratura).

E) L'esperienza del bene morale (che comporta sempre una consapevolezza innata di che cos'è bene e che cosa non lo è) come unica modalità di realizzazione di sé compatibile con la convivenza civile. La percezione del bene ed il rifiuto del male sono presenti nella coscienza (sinderesi) all'interno del grande fenomeno che si può definire ragione allargata (cfr. Benedetto XVI).

F) La memoria storica come punto di partenza per la progettazione del futuro.
Le radici, infatti, hanno trovato nella storia la possibilità di meglio caratterizzarsi, di integrarsi secondo modalità molto diverse, di animare esperienze molto varie, assumendo così molteplici determinazioni. Esse, perciò, non sono da assolutizzare, né da intendere come affermazioni da usare per giudicare altre esperienze come inferiori.
Sono infatti radici che determinano un campo di esperienza, la cui fecondità storica non si è spenta, ma di cui è ancora vivo anche il ricordo dei più brucianti fallimenti.
Occorre perciò far tesoro delle lezioni della storia, cercando di leggere in essa le principali vicende che il Marciapiedaio (cioè il nostro uomo popolare europeo occidentale) ha vissuto per trarne le dovute indicazioni per il presente e per il futuro.
Questo Almanacco ha perciò una duplice valenza. Da un lato vuole offrire il risultato di un'esperienza di ricerca professionale da insegnante di Storia e Filosofia, in modo ordinato e sintetico; dall'altro vuole individuare il bagaglio culturale necessario oggi per muoversi nel cambio di civiltà in una situazione nuova caratterizzata da una cultura che cerca di azzerare la memoria e di svalutare il tentativo di risposta che l'uomo europeo e occidentale ha dato mentre costruiva una civiltà che fino a qualche anno fa' si presentava (e lo era veramente) come tra le più alte mai costruite.

Un simile atteggiamento di discernimento per realizzarsi concretamente richiede due elementi, che sono offerti dall'Almanacco:

a) innanzitutto una capacità di memoria, una volontà di mantenere ciò che nel passato ci ha testimoniato qualche aspetto di vero, di bene, di giusto, di bello nella consapevolezza che nulla si deve perdere se lo coltiviamo nella nostra memoria, perché rappresenta il punto di riferimento al quale aggrapparci e sul quale costruire le "cose nuove" (Rerum novarum diceva il papa Leone XIII nel lontano 1891 in piena rivoluzione industriale) che sono destinate a svelarci i nuovi orizzonti cui tutti aspiriamo;

b) ma è anche necessario scegliere i contenuti della memoria e perciò avere criteri ben definiti, una "filosofia" capace di sottoporre a critica il pensiero diffuso dominante che invece determina in modo integrale la nostra vita se noi lo lasciamo svolgere secondo i ritmi e i contenuti che ci investono in una quantità tale da impedirci di riflettere sulla loro qualità.
Occorre cioè imparare a fare un lavoro culturale quotidiano sulla qualità delle informazioni ricevute, della memoria da acquisire e dei valori per i quali vivere.

I PERCORSI
Utilizzare l’Almanacco significa allora individuare sui temi decisivi per la costruzione di una cultura antagonista dei percorsi di senso compiuto a partire dalla testimonianza offerta nei vari giorni.
Proviamo a fare alcuni esempi su temi particolarmente rilevanti che possono essere costruiti con l’uso dell’Almanacco.

Percorso n.1: IL NUOVO TOTALITARISMO. (17 ottobre).

Percorso n.2: QUALE SCIENZA? (8 gennaio)

Percorso n.3: QUALE CHIESA? (8 dicembre)

Percorso n.4 - QUALE SOCIETA'? (3 novembre)

Percorso n.5 - QUALE FILOSOFIA? (12 settembre)

Percorso n.6 - QUALE STORIA? (26 settembre)

Percorso n.7 - QUALE MUSICA? (28 luglio)

Almanacco: mesi e giorni

Autore: Silvio Restelli. Curatore: don Gabriele Mangiarotti.