E’ essenziale divulgare il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa
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«E’ motivo di gioia la feconda azione missionaria di sacerdoti, religiosi e laici, che si oppone alla crescente secolarizzazione della società, intesa come una concezione del mondo e dell’umanità che mette ai margini la trascendenza, che invade tutti gli aspetti della vita quotidiana, sviluppa una mentalità in cui Dio si è fatto assente dall’esistenza e dalla coscienza umana e si serve spesso dei mezzi di comunicazione sociale per diffondere individualismo, edonismo, ideologie e costumi che minano le fondamenta stesse del matrimonio, la famiglia e la morale cristiana. Il discepolo di Cristo trova forza per rispondere a queste sfide nella conoscenza e nell’amore sincero per il Signore Gesù, nella meditazione della Sacra Scrittura, nell’adeguata formazione dottrinale e spirituale, nella preghiera costante, nella ricezione frequente del Sacramento della Riconciliazione, nella partecipazione consapevole e attiva alla Santa Messa e nella pratica delle opere di carità e di misericordia.
Nel contesto attuale, riveste un’urgenza particolare che la Chiesa non smetta di offrire luci che contribuiscano alla soluzione dei pressanti problemi umani esistenti, promuovendo un consenso morale della società sui valori fondamentali. Per questo è essenziale divulgare il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, per consentire una conoscenza più profonda e sistematica degli orientamenti ecclesiali che in particolare i laici devono seguire nel campo politico, sociale ed economico, favorendo anche la loro corretta applicazione, in circostanze concrete. Così la speranza cristiana potrà illuminare il popolo di Panama, desideroso di conoscere la verità su Dio e sull’uomo in mezzo ai fenomeni come la povertà, la violenza giovanile, le carenze educative, sanitarie e abitative, l’assedio di innumerevoli sette o la corruzione, che in diversa misura turbano la sua vita e ne impediscono lo sviluppo integrale» [Benedetto XVI, Ai Vescovi del Panama in visita “ad limina”, 19 settembre 2008].
Il Papa ai Vescovi del Panama osserva che per la situazione culturale in cui viviamo, per incontrare la Persona di Gesù Cristo che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva, per un percorso di conoscenza ecclesiale di fede e per la ragione e la fede stessa, occorre rendersi conto della irreligiosità o secolarizzazione della società che inizia e si sviluppa senza che ci si accorga, della concezione del mondo e dell’umanità che mette ai margini la trascendenza con un dualismo tra ragione e quindi senso religioso, fede ed esperienza, irreligiosità che invade tutti gli aspetti della vita quotidiana, che sviluppa una mentalità in cui Dio si è fatto assente dall’esistenza e dalla coscienza umana e si serve dei mezzi di comunicazione sociale per diffondere individualismo, edonismo, ideologie e costumi che minano le fondamenta stesse del matrimonio, della famiglia e della morale cristiana e quindi della società.
Come pretendiamo di conoscere e di parlare del reale senza il suo continuo riferimento alle origini? Basta riflettere su una quantità di giudizi sui fatti, su noi stessi, sui nostri rapporti per renderci conto che la nostra conoscenza non è più un continuo avvenimento cioè una apertura alla sua origine e al suo destino cioè a Dio che dà senso e significato alla vita. E non perché non siamo coerenti ma perché non c’entra con il modo di pensare e di vivere pur, forse, pregando con le lodi il mattino e con altre preghiere nella giornata. E questo rischia di avvenire senza che ci si accorga. Non è una incoerenza ma la gravità della frattura culturale del vissuto dalla sua origine, dalla sua destinazione, dal suo continuo sostegno di tutto il reale che tocchiamo cioè da Dio, dalla contemporaneità di Cristo che mi raggiunge qui e ora nei vissuti fraterni di comunione ecclesiale, nella meditazione condivisa della Sacra Scrittura, nell’adeguata formazione dottrinale e spirituale, nella preghiera costante, nella ricezione frequente del Sacramento della Riconciliazione e nella pratica delle opere di carità e di misericordia.
Ma come percepire che Lui qui e ora ci tocca, ci ama come singoli e l’umanità nel suo insieme? Rivivendo – osserva il Papa -, a venticinque anni dalla visita di Giovanni Paolo II, quel meraviglioso impegno alla pastorale giovanile e vocazionale accaduto, di modo che non manchino sacerdoti che portino ai panamensi Cristo, fonte di vita in abbondanza per colui che lo incontra (Gv 10,10). E su questo fatto vi invito a supplicare con fiducia il “Padrone della messe”, affinché invii numerose e sante vocazioni al sacerdozio (Lc 10,2), per la qual cosa è fondamentale anche un corretto discernimento dei candidati al presbiterato, come pure lo zelo apostolico e la testimonianza di comunione e di fraternità dei sacerdoti. Questo stile di vita profondamente religioso, con una conoscenza tutta avvenimento cioè che rimanda all’origine di ogni realtà, va pienamente, fraternamente vissuta e pensata fin dal seminario, dove si devono privilegiare una seria disciplina accademica, spazi e tempi di preghiera quotidiana, la degna celebrazione della liturgia, un’adeguata direzione spirituale e un’intensa formazione alle virtù umane, cristiane e sacerdotali. In tal modo , pregando e studiando in un vissuto fraterno di comunione, i seminaristi possono costruire quell’uomo di Dio che i fedeli, immersi nel secolarismo, hanno urgentemente bisogno di vedere nei loro ministri per superare il dualismo e tra ragione, fede, cultura ed esperienza.
Si stanno vivendo momenti difficili, che generano disagio, e anche situazioni che suscitano grande speranza
Urge il bisogno di mantenere desta la sensibilità per la verità e per l’amore a livello personale e sociale superando ogni dualismo tra ragione ed esperienza, tra fede e cultura familiare, sociale, economica e politica. Occorre che la ragione si metta di nuovo alla ricerca del vero, del bene, di Dio in modo che tutta la conoscenza sia avvenimento in rapporto alle origini della realtà e su questo cammino a scorgere le luci sorte lungo la storia della fede cristiana, percependo così Gesù Cristo che illumina la storia ed aiuta a trovare nel passato e nel presente la via verso il futuro promuovendo per la soluzione dei pressanti problemi umani esistenti, un consenso etico morale nella società sui valori fondamentali cui il cuore di tutti aspira. Per questo è essenziale divulgare il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, per consentire una conoscenza più profonda e sistematica del patrimonio e quindi degli orientamenti ecclesiali che in particolare i laici seguono, non possono non seguire nel campo politico, sociale ed economico, favorendo anche la loro condivisione e corretta applicazione in circostanze concrete. Così la speranza cristiana potrà illuminare il popolo, desideroso di conoscere la verità su Dio e sull’uomo in mezzo a fenomeni come la povertà, la violenza giovanile, le carenze educative, sanitarie e abitative, l’assedio di innumerevoli sette o la corruzione, che in diversa misura turbano la sua vita e ne impediscono lo sviluppo integrale.