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Gentile Signora Senatrice Paola Binetti

Autore:
Mangiarotti, Gabriele - Salina, Giorgio
Fonte:
CulturaCattolica.it

Gentile Signora Senatrice,
innanzi tutto grazie per il suo cortese riscontro alla nostra lettera aperta. Non si chieda perché fossimo così preoccupati di sapere se Lei l'avesse ricevuta; il motivo è semplice e del tutto estraneo a secondi fini. Avendo pubblicato la lettera indirizzata anche a Lei, su un sito internet non notissimo, ma che registra circa 3.000 visite al giorno (con punte di 10.000) ci pareva corretto e riguardoso accertare che Lei l'avesse letta e, se lo riteneva, avesse potuto replicare, come in effetti ha poi fatto.

Ci permetta di tranquillizzarla: La preghiamo di non dubitare che ci sforziamo di recepire ragioni diverse dalle nostre, e di cercare, con molta umiltà, di capire per imparare.

Ci consenta, Senatrice, di esplicitare una posizione di per sé ovvia: assolutamente estranea a noi l'intenzione di giudicare le Persone. Non spetta a noi, non lo possiamo né lo vogliamo fare. Riteniamo invece utile, anzi necessario, il confronto su talune situazioni, anche perché, come scrive Lei, "tutti siamo impegnati a rendere possibile l'applicazione della Dottrina della Chiesa nella quotidianità della vita civile."

Vista la Sua reazione quanto meno spazientita, permetta di sottolineare che se ai Politici compete il tentativo di negoziazione, se possibile e "conveniente", al Magistero spetta il giudizio sull'esito, quindi non ci sembra adeguato ritenere che chi si riferisce ad esso, si scagli contro chi si muove in un contesto ad alta complessità.

Siamo ovviamente certi che nessuno di Voi (Lei, il Senatore Bobba e l'on. Baio Dossi) ha mai parlato di distruzione degli embrioni, ma il Consiglio europeo dei Ministri: sì! E, a detta del Presidente Prodi, grazie alla mediazione del Ministro Mussi, che ha di fatto vanificato la "minoranza di blocco", spiazzando la Germania che ne faceva parte, unico modo per contrastare il voto del Parlamento europeo.

Anche alla luce del punto 73 della EV da Lei citato, e La ringraziamo per questo, oltre a quanto argomentato nel bell'articolo dell'Osservatore Romano qui allegato, non si può ignorare che se i cattolici presenti in Parlamento avessero votato compatti, questa linea non sarebbe passata, a maggior ragione se, come Lei opportunamente ricorda, non tutta la maggioranza ha votato a favore.

Il punto che comunque a noi sembra dirimente è il ripetuto richiamo del Santo Padre a ritenere "non negoziabili" il diritto alla vita, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione. A noi pare di capire che questa affermazione si motiva non solo perché è il patrimonio di verità che ci è donato, ma anche perché è la premessa necessaria alla "nuova evangelizzazione dell'Europa". È di oggi la notizia che il Papa, in una recente intervista, ha parlato di nuovo con toni accorati della scristianizzazione dell'Europa. La battaglia culturale su questioni fondamentali della vita e di una convivenza veramente umana, è oggi, probabilmente, l'avamposto sul quale si gioca la condizione umana dei prossimi anni. La rievangelizzazione ci verrà dalla Grazia innanzi tutto e da umili testimonianze, ma il confronto culturale è il modo di "rendere ragione della Fede che è in Voi."

Da qui l'esigenza di un serio discernimento dei segni dei tempi, e del modo più opportuno di reagire nell'interesse di ogni uomo credente oppure no. La scristianizzazione ha già prodotto, come del resto Lei sa meglio di noi, tentativi di superare le frontiere di una convivenza umana e dove la libertà sia garantita. Ad esempio, oltre alla pretesa di dichiarare l'aborto diritto umano fondamentale, si tenta di limitare la libertà negando il diritto all'obiezione di coscienza, come è accaduto in Europa a proposito dell'ipotesi di Concordato tra Santa Sede e Slovenia. In una risoluzione approvata dal Parlamento europeo, si legge che la cultura omosessuale va promossa perché concorre allo sviluppo, e aiuta la crescita.

Quindi Senatrice, la complessità della situazione attuale eccede l'ambito parlamentare e le prassi politiche; alcune scelte finiscono, al di là della buone intenzioni, per essere funzionali ad una deriva relativista che incombe nel nostro momento storico. Come ricordavamo nella nostra lettera aperta, tutte le azioni demolitrici dei tre aspetti definiti dal Santo Padre non negoziabili, sono iniziate con piccole brecce, per ingigantirsi e travolgere principi fondamentali. La maggioranza, quale che sia, decide temporaneamente, ma non può conculcare diritti fondamentali, e non stabilisce la verità.

Ciò che tentiamo di fare attraverso questo dialogo epistolare, è di approfondire il discernimento dei segni dei tempi alla luce della Fede e l'insegnamento della Chiesa, "madre e maestra". Certo commettendo degli errori, ma ciò è ancor più importante proprio quando le valutazioni divergenti richiedono franchezza, nel desiderio di cercare insieme la strada migliore.

Fraternamente in Cristo

Don Gabriele Mangiarotti
Direttore di Cultura Cattolica

Giorgio Salina
Presidente dell'Associazione per la Fondazione Europa

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