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Chávez contro il cardinale venezuelano Jorge Urosa

Fonte:
CulturaCattolica.it
“Se Cristo comparisse, frusterebbe Urosa e lo caccerebbe dalla Chiesa”

Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, nel rifiutare delle critiche del prelato contro l'emendamento costituzionale che promuove il suo Governo, ha qualificato come “immorale” il cardinale venezuelano Jorge Urosa e pensa che “dovrebbe togliersi la sottana ed entrare in politica”.
“Se Cristo comparisse qui in carne e ossa, darebbe delle frustate a Urosa, lo caccerebbe dalla Chiesa perché è immorale e gli darebbe quattro calci all'etica e alla sua investitura”, ha detto Chávez.
Secondo un comunicato del palazzo di Governo, Chávez ha fatto questa affermazione venerdì 26 dicembre 2008 durante un intervento telefonico nel programma notturno di opinione "Contro Golpe", trasmesso dalla Televisione statale Venezuelana. (VTV).
Urosa ha dichiarato che “mai in Venezuela ha avuto successo la rielezione indefinita” presidenziale, che l'Assemblea Nazionale (AN), su richiesta del mandatario, pretende instaurare attraverso un emendamento costituzionale che sarà sottoposto a referendum popolare sicuramente a febbraio prossimo.
Il gerarca cattolico concorda con il giudizio espresso dall'opposizione, secondo il quale l'emendamento sarebbe illegale, dato che il tema della rielezione presidenziale illimitata era stato incluso nell'ampia riforma costituzionale presentata da Chávez nel 2007 e rifiutata dal popolo alle urne.
“Non vi é nessuna violazione alla Costituzione e lui (Urosa) lo sa (…) E’ deplorevole che un gerarca della Chiesa, utilizzando la sua posizione, cerchi di manipolare mentendo. Lui sa che è molto diversa la riforma che si è presentata un anno fa, con l'emendamento che si sta presentando adesso" ha dichiarato il Capo di stato.
Il progetto dell'emendamento per la rielezione presidenziale illimitata sarà approvato in seconda discussione legislativa dalla maggioranza del governo dell'Assemblea Nazionale, e Chávez spera che il Potere Elettorale lo sottometta a referendum popolare a febbraio 2009.
Il mandatario venezuelano accusa la gerarchia cattolica di agire presumibilmente come parte attiva dell'opposizione, e ha qualificato i vescovi come "rompiscatole", "ignoranti", "perversi" e "bugiardi".

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