I Vescovi del Venezuela rifiutano la rielezione illimitata e mettono in evidenza "carenze".
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La Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV), ha oggi rifiutato il progetto di emendamento costituzionale che promuove il presidente Hugo Chávez per stabilire la rielezione illimitata di tutte le cariche di elezione popolare, e ha messo in evidenza le “carenze” di cui soffre il paese.
La posizione dei vescovi é stata definita in una “esortazione” resa pubblica alla chiusura dell'assemblea ordinaria svoltasi a Caracas.
La CEV rifiuta il progetto di emendamento perché, a suo parere, i venezuelani si sono già pronunciati al riguardo nel referendum di dicembre 2007, quando hanno votato contro la riforma costituzionale promossa da Chávez che prevedeva la rielezione illimitata.
Inoltre, i vescovi prospettano che l'ipotetica approvazione dell'emendamento “non risolverebbe nessuno dei problemi del paese, né le carenze del popolo”.
Tra queste carenze, il documento della CEV cita gli ospedali completamente privi di rifornimenti, la pessima qualità delle scuole, la mancanza di case degne e l'insicurezza personale, oltre all'assenza di etica che promuove la corruzione.
I vescovi considerano anche che i venezuelani attualmente vivono “in un ambiente di confronto interno pieno di interrogativi e incertezze”.
In questo senso, identificano l'insicurezza come il principale problema del paese, una delle cui cause è, a loro giudizio, “la perdita crescente del valore della vita”.
“Il Venezuela è uno dei paesi più violenti al mondo. Tra le cause ci sono il traffico e l'uso di droghe, "il regolamento dei conti", il vile affare del sequestro e l'aumento vertiginoso dei sicari", dice la nota della CEV.
La situazione si aggrava “per l'inefficienza dei corpi di sicurezza nella prevenzione e lotta contro la delinquenza e l'impunità che deriva dalla ‘inefficienza’ del Ministero Pubblico e del Potere Giudiziario”, aggiungono i vescovi.
Denunciano inoltre, che questo degrado “contrasta” con la situazione dei “funzionari pubblici che godono di altissimi stipendi e con la situazione di altri che si dedicano a accumulare quote di potere sottovalutando il compito di governare”.
Affermano anche che “ingenti introiti” petroliferi del Venezuela non si traducono in benefici per il popolo “per la mancanza di controlli istituzionali, per la mancanza di un controllo sociale e, soprattutto, per mancanza di etica”.
“La corruzione è presente in tutti gli strati sociali e la malversazione di denaro pubblico non è sentita come un grave problema”, si lamentano i membri della CEV.
Considerano anche che “i modelli quotidiani di condotta” nella società venezuelana sono “il degrado della convivenza, l'intolleranza, l'esclusione, la squalificazione e l'insulto”.