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Venezuela: il socialismo del XXI secolo

Fonte:
CulturaCattolica.it
CEV dice che socialismo del secolo XXI dista da ciò che il popolo venezuelano aspira e reclama

La Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV) attraverso una lettera pastorale conosciuta oggi, in occasione del Bicentenario dell’Indipendenza del paese, dice che “il progetto di socialismo del secolo XXI” del presidente Hugo Chávez “dista molto da ciò cui il popolo venezuelano aspira e reclama”.
L’arcivescovo di Mérida, mons. Baltazar Porras, in una conferenza stampa ha detto che nel testo della CEV, su 47 punti, spiccano “il carattere civile” del primo governo autonomo venezuelano del 19 aprile 1810, così come i fatti del 5 luglio 1811 quando è stata dichiarata formalmente l’indipendenza del paese dalla Spagna.
Chávez ha accusato in diverse occasioni i gerarchi della chiesa cattolica in Venezuela di essere una “cupola di privilegiati” che sta alle “spalle dei credenti e delle maggioranze popolari” e al servizio dell’“oligarchia”.
La lettera pastorale pubblicata dalla CEV nella sua pagina web, è stata redatta dagli arcivescovi e vescovi del Venezuela lo scorso 12 gennaio.
Tra i suoi 47 punti risalta, come diagnosi, che Chávez guida un “processo di cambiamento (…), qualificato ora come rivoluzionario, di stampo totalitario, perché tenta di ristrutturare sia la parte socio economica come quella politico istituzionale e la parte etico culturale”.
“La sua ambizione non solo tocca il tessuto materiale e organizzativo del corpo sociale, ma anche e soprattutto, intacca il fondo intimo, spirituale, dell’anima nazionale”, dice.
Aggiunge che tale processo “non solo si presta a grandi ambivalenze e ambiguità, ma contraddice elementi fondamentali di una autentica cultura democratica”.
Sostiene anche che “il popolo sperimenta grandi privazioni in mezzo all’abbondanza delle risorse petrolifere” e che “lo scialacquamento, la corruzione e l’inefficienza, distruggono le risorse che dovrebbero trasformarsi in vita e non in confronti, incertezze e mancanza di speranza”.
Ci anima la ferma speranza che tutto ciò che va contro il proposito del Venezuela libero e sovrano, giusto, solidale e fraterno, non trionferà”.
Dinanzi alle ripetute accuse di Chávez che i prelati si comportano da leaders dell’opposizione, la lettera segnala che non compete loro “ciò che è proprio di quelli che sono stati eletti per esercitare, con gravissima responsabilità, il servizio del bene comune dai poteri politico amministrativo, legislativo, giudiziale e elettorale”.
“Ma è nostro diritto e dovere invitare dal Vangelo all’azione umanizzatrice; di trasformare il potere in servizio e i beni della terra in mezzi di vita e opportunità per tutti, anziché trasformarli uno ad uno, in strumenti di lotta di classe, discriminazione, odio, oppressione e idolatria”.
Diciamo no all’individualismo e no allo statalismo”, prosegue il testo in cui i vescovi sottolineano che “si vede dappertutto il disastro che hanno provocato e provocano i progetti autoritari e perfino totalitari, di diverso segno, che impediscono la creatività e la libertà cittadina”.
La lettera conclude con un’esortazione alla lotta per un Venezuela di tutti “senza esclusioni né prigionieri politici, con il dovuto rispetto ai processi giudiziari, con le normali garanzie alla proprietà privata e con diversità di opzioni politiche (…), senza espressioni altisonanti, azioni di sfida o alleanze preoccupanti”.

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