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Ma dove vai se il cuore non ce l’hai?

Fonte:
CulturaCattolica.it

Sembra strano che a parlare di Islam ci si metta anche il cuore.
Cosa c’entra il cuore con l’Islam? Beh, è interessante sapere che anche nel Corano, il famoso libro scritto dagli emuli del profeta Maometto sulla base delle recitazioni orali dei messaggi che l’Arcangelo Gabriele gli avrebbe ordinato di imparare a memoria, si parla del cuore in termini di: memoria, intelligenza e coscienza, tutti termini comuni alle religioni semitiche di cui anche la musulmana è parte. Però, uno degli hadit del profeta dice testualmente: “nel corpo c’è un pezzo di carne che se è sano, rende tutto il corpo sano, ma se è deteriorato, tutto il corpo è deteriorato: si tratta del cuore”.

Ora, sfruttando l’allegoria del cuore tentiamo di fare un approfondimento sull’attualità culturale e sociale del mondo islamico.

Avremo modo di vedere con calma alcune affermazioni coraniche per stigmatizzarne la contraddittorietà, quello che è utile approfondire, ora, è certamente il legame tra le tre religioni abramitiche sul significato di cuore.

Partendo dall’hadit di Maometto e sapendo che le radici della sua fede sono nella conoscenza che lui si era fatto della Bibbia e del Vangelo nelle sue lunghe peregrinazioni commerciali, facciamo un a fondo biblico sul tema.
Il cuore per la Bibbia è la sede delle facoltà spirituali e della personalità propria di ciascuno, è la sorgente da cui nascono pensieri, sentimenti, parole, decisioni e azioni. Dio che l’ha creato lo conosce perfettamente, nonostante tutte le apparenze.
Infatti, quando Dio manda Samuele in casa di Iesse per ungere re uno dei suoi figli, gli dice: “Non guardare al suo aspetto né alla sua statura… perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda le apparenze, il Signore guarda il cuore” (1 Sam 16,7).

Per questo il salmista prega dicendo: “Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova me uno spirito saldo” (Salmo 51, 12).
È il cuore, infatti, il centro della nostra coscienza religiosa e della vita morale.

Un’altra affermazione, straordinariamente importante per gli effetti che provoca sul comportamento umano, è contenuta in Geremia 4,4 quando per rinnovare il popolo, il Signore esige la circoncisione del cuore. Quale ordine mai è stato dato ad un popolo per sintonizzarsi sulla parola di Dio?

Circoncidere significa stabilire l’alleanza con Dio. E allora, quando anche nel Deuteronomio 10,16 Dio ordina: “circoncidete dunque il vostro cuore”, quale significato si può desumere da queste affermazioni?
Risulta evidente una interpretazione ed una esortazione non rituale della circoncisione del cuore. Non si tratta più di un segno esteriore che stabilisce un’alleanza tra Dio e il suo popolo, ma di un’operazione di conversione esistenziale verso i comandamenti che Dio ha dato al suo popolo, e che in molte occasioni il popolo ha dimenticati, anzi, rinnegati adorando altri idoli e gli dei di altri popoli.

Possiamo terminare questo breve interludio biblico citando San Paolo nella sua lettera ai Romani 2, 28-29 quando scrive: “La vera circoncisione non è quella visibile sul corpo… ma quella interiore del cuore, che dipende dallo Spirito”, il quale diventa l’animatore di tutta la vita del cristiano.

Ecco a questo punto, fatta questa semplice raccolta di significati sul cuore dell’uomo, possiamo inoltrarci nel percorso che ci eravamo prefissati all’inizio sulle ricadute concrete nella vita delle comunità civili che praticano una religione tra quelle discendenti da Abramo.

Infatti, non v’è dubbio alcuno che gli aspetti teologici delle religioni hanno immediati riflessi sui comportamenti degli uomini e delle donne appartenenti a quelle comunità, e in società plurireligiose come le nostre occidentali si creano non pochi problemi di rilevanza sociale dalle manifestazioni concrete di precetti religiosi.

Ora, è indispensabile enunciare un criterio fondamentale che aiuta a discriminare il significato di alcuni precetti religiosi. Premesso che nella grande maggioranza gli uomini di questo mondo desiderano come bene supremo quello della pace, vediamo di cominciare un piccolo assaggio delle difficoltà di relazione tra Islam-Corano e Chiesa cattolica-Vangelo, proprio a partire dal significato di cuore.

Maometto afferma in molte Sure (i capitoli del Corano) che Dio-Allah gli dice di andare a divulgare il credo musulmano in tutte le terre e in tutte le nazioni, conquistando quei popoli, costringendoli alla conversione e dando ordini molto chiari circa il metodo: la guerra.

Gesù, quando se ne sta andando in cielo dal Padre, consegna ai suoi apostoli una missione ben precisa, quella di andare per il mondo a predicare il Vangelo a tutti i popoli, perché tutti i popoli possano avere notizia della Buona Novella.. Saranno poi gli uomini e le donne di quei popoli che decideranno se aderire o meno alla sequela del Cristo che muore per la salvezza di tutti i popoli.

Risulta con evidenza la grande differenza tra le due visioni di Dio, quella di Maometto e quella di Gesù.

Ora, senza ulteriori approfondimenti che comunque saranno fatti in seguito, un dubbio è naturale che sorga nelle persone mediamente interessate ai fenomeni religiosi: ma questo Dio dei musulmani può davvero ordinare la morte degli infedeli; ma se ogni volta che un pio musulmano inizia un’attività quotidiana, la inizia invocando il nome di Dio clemente e misericordioso, come è possibile che lo stesso Dio gli ordini di uccidere un cristiano o un buddista o un induista o un ebreo, solo perché ha un’altra fede?

Come si può dedurre, gli approfondimenti sono necessari, proprio a partire dal significato di cuore.

Per esempio, pochi anni fa l’Università del Cairo, in Egitto, la famosa Al-Azhar, storica istituzione musulmana dove si formano tutti i grandi studiosi e docenti di Islam del mondo, ha emanato una specie di ultimatum alla Chiesa cattolica e al Papa, in particolare, perché vengano formalmente fatte le scuse al mondo musulmano per le famose Crociate medievali indette per liberare i luoghi santi dall’invasione musulmana.
Questa pretesa delle élites culturali arabe è un chiaro ed evidente segno del sistema politico che le sovrasta. È necessario ricordarlo sempre: per l’Islam non esiste separazione tra modello religioso e modello sociale e modello politico. Tutto è contenuto nel Corano.

Forse basterebbe ricordare a questi eminenti studiosi che la storia, anche la loro storia, è lì a dimostrare che ancora immediatamente dopo la morte del profeta Maometto, le armate musulmane hanno conquistato tutte le terre, allora cristiane, dalla terra di Gesù alla Siria al Nordafrica. E siamo prima dell’anno 700 dopo Cristo. Nel 1009 il sultano Al Hakim fa radere al suolo il Santo Sepolcro.
Con quale cuore questi uomini affrontano la loro fede e le altre fedi?

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