Quando la Croce non è vessillo di lotte mondane
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Cari amici,
Papa Francesco nel discorso ai Vescovi USA ha detto:
- “Senz’altro è utile al Vescovo possedere la lungimiranza del leader e la scaltrezza dell’amministratore, ma decadiamo inesorabilmente quando scambiamo la potenza della forza con la forza dell’impotenza, attraverso la quale Dio ci ha redenti. Al Vescovo è necessaria la lucida percezione della battaglia tra la luce e le tenebre che si combatte in questo mondo. Guai a noi, però, se facciamo della Croce un vessillo di lotte mondane, dimenticando che la condizione della vittoria duratura è lasciarsi trafiggere e svuotare di sé stessi (Fil 2,1-11)”.
https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/september/documents/papa-francesco_20150923_usa-vescovi.html
Questa dichiarazione è stata recepita da tutti i media come un passo indietro nella difesa dei principi non negoziabili, in particolare dell’aborto. Vi offro due citazioni tra le molte.
La prima di Riccardo Cascioli sulla Nuova Bussola:
- Ebbene, nel discorso al presidente, Papa Francesco ha toccato sì il tema della libertà religiosa, ma senza soffermarsi troppo; poi però ha ammonito i vescovi invitando a non fare della Croce «un vessillo di lotte mondane». Anche qui non è entrato nei dettagli, ma tutti hanno capito il messaggio: anche se li aveva ringraziati per l'impegno a favore di vita e famiglia li ha anche ripetutamente invitati alla modalità del dialogo e aveva anche detto che compito del pastore non è la «predicazione di complesse dottrine, ma l’annuncio gioioso di Cristo, morto e risorto per noi». È questo un passaggio chiave che si può prestare a diverse interpretazioni. Tuttavia è del tutto improbabile che parlando di «dottrine complesse» si riferisse al dogma della Trinità o della verginità di Maria, questioni certamente non facili da spiegare. Più immediato pensare che sia la riproposizione di un giudizio dato più volte in questi anni di pontificato, ovvero la necessità di puntare sull’annuncio semplice di Cristo e non sulle conseguenze morali, sui valori. Non per niente l’espressione “princìpi non negoziabili” è sparita in questo pontificato. http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-valori-diversi-di-papa-francesco-13927.htm
La seconda di Riotta sulla Stampa:
- “Con il discorso ai vescovi statunitensi e l’incontro con il presidente Obama, alla vigilia del saluto al Congresso, papa Francesco chiude due guerre. La prima, il Kulturkampf, guerra culturale sull’aborto che, dai tempi di Ronald Reagan, ha opposto la gerarchia conservatrice dell’episcopato Usa al partito democratico, a lungo riserva di voti cattolici. […] Secondo il suo costume, papa Francesco ha detto ai vescovi di non volerli né giudicare né apostrofare, chiedendo loro di non abbandonare le antiche campagne, aborto incluso, ma di gestirle con ascolto, compassione, umiltà, non da una torre d’avorio” (http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-usa-43565/).
Ora ritengo impossibile che il Papa quando dice “Guai a noi, però, se facciamo della Croce un vessillo di lotte mondane” si riferisca alla difesa del principio non negoziabile della vita umana.
Lo ritengo impossibile per un motivo molto semplice: il Magistero della Chiesa dichiara esplicitamente che l’attacco alla vita umana non è (solo) di questo mondo, ma appartiene alla sfera preternaturale. È molto chiaro San Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae:
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A me pare chiarissimo che l’unico modo per sconfiggere l’aborto ed ogni altro attacco alla vita umana sia quella di innalzare il vessillo della Croce.
C’è forse un altro modo?
Kyrie eleison
Vexilla Regis