Condividi:

Quando la Croce non è vessillo di lotte mondane

Autore:
Mondinelli, Andrea
Fonte:
CulturaCattolica.it

Cari amici,
Papa Francesco nel discorso ai Vescovi USA ha detto:

  • “Senz’altro è utile al Vescovo possedere la lungimiranza del leader e la scaltrezza dell’amministratore, ma decadiamo inesorabilmente quando scambiamo la potenza della forza con la forza dell’impotenza, attraverso la quale Dio ci ha redenti. Al Vescovo è necessaria la lucida percezione della battaglia tra la luce e le tenebre che si combatte in questo mondo. Guai a noi, però, se facciamo della Croce un vessillo di lotte mondane, dimenticando che la condizione della vittoria duratura è lasciarsi trafiggere e svuotare di sé stessi (Fil 2,1-11)”.

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/september/documents/papa-francesco_20150923_usa-vescovi.html

Questa dichiarazione è stata recepita da tutti i media come un passo indietro nella difesa dei principi non negoziabili, in particolare dell’aborto. Vi offro due citazioni tra le molte.

La prima di Riccardo Cascioli sulla Nuova Bussola:
  • Ebbene, nel discorso al presidente, Papa Francesco ha toccato sì il tema della libertà religiosa, ma senza soffermarsi troppo; poi però ha ammonito i vescovi invitando a non fare della Croce «un vessillo di lotte mondane». Anche qui non è entrato nei dettagli, ma tutti hanno capito il messaggio: anche se li aveva ringraziati per l'impegno a favore di vita e famiglia li ha anche ripetutamente invitati alla modalità del dialogo e aveva anche detto che compito del pastore non è la «predicazione di complesse dottrine, ma l’annuncio gioioso di Cristo, morto e risorto per noi».  È questo un passaggio chiave che si può prestare a diverse interpretazioni. Tuttavia è del tutto improbabile che parlando di «dottrine complesse» si riferisse al dogma della Trinità o della verginità di Maria, questioni certamente non facili da spiegare. Più immediato pensare che sia la riproposizione di un giudizio dato più volte in questi anni di pontificato, ovvero la necessità di puntare sull’annuncio semplice di Cristo e non sulle conseguenze morali, sui valori. Non per niente l’espressione “princìpi non negoziabili” è sparita in questo pontificato. http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-valori-diversi-di-papa-francesco-13927.htm


La seconda di Riotta sulla Stampa:
  • “Con il discorso ai vescovi statunitensi e l’incontro con il presidente Obama, alla vigilia del saluto al Congresso, papa Francesco chiude due guerre. La prima, il Kulturkampf, guerra culturale sull’aborto che, dai tempi di Ronald Reagan, ha opposto la gerarchia conservatrice dell’episcopato Usa al partito democratico, a lungo riserva di voti cattolici. […] Secondo il suo costume, papa Francesco ha detto ai vescovi di non volerli né giudicare né apostrofare, chiedendo loro di non abbandonare le antiche campagne, aborto incluso, ma di gestirle con ascolto, compassione, umiltà, non da una torre d’avorio” (http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-usa-43565/).


Ora ritengo impossibile che il Papa quando dice “Guai a noi, però, se facciamo della Croce un vessillo di lotte mondane” si riferisca alla difesa del principio non negoziabile della vita umana.

Lo ritengo impossibile per un motivo molto semplice: il Magistero della Chiesa dichiara esplicitamente che l’attacco alla vita umana non è (solo) di questo mondo, ma appartiene alla sfera preternaturale. È molto chiaro San Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae:

  • n. 100. […] Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale, da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione, da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente, si elevi una supplica appassionata a Dio, Creatore e amante della vita. Gesù stesso ci ha mostrato col suo esempio che preghiera e digiuno sono le armi principali e più efficaci contro le forze del male (cf. Mt 4, 1-11) e ha insegnato ai suoi discepoli che alcuni demoni non si scacciano se non in questo modo (cf. Mc 9, 29). Ritroviamo, dunque, l'umiltà e il coraggio di pregare e digiunare, per ottenere che la forza che viene dall'Alto faccia crollare i muri di inganni e di menzogne, che nascondono agli occhi di tanti nostri fratelli e sorelle la natura perversa di comportamenti e di leggi ostili alla vita, e apra i loro cuori a propositi e intenti ispirati alla civiltà della vita e dell'amore.

  • N. 104. Nel Libro dell'Apocalisse il «segno grandioso» della «donna» (12, 1) è accompagnato da «un altro segno nel cielo»: «un enorme drago rosso» (12, 3), che raffigura Satana, potenza personale malefica, e insieme tutte le forze del male che operano nella storia e contrastano la missione della Chiesa. Anche in questo Maria illumina la Comunità dei Credenti: l'ostilità delle forze del male è, infatti, una sorda opposizione che, prima di toccare i discepoli di Gesù, si rivolge contro sua Madre. Per salvare la vita del Figlio da quanti lo temono come una pericolosa minaccia, Maria deve fuggire con Giuseppe e il Bambino in Egitto (cf. Mt 2, 13-15). Maria aiuta così la Chiesa a prendere coscienza che la vita è sempre al centro di una grande lotta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre. Il drago vuole divorare «il bambino appena nato» (Ap 12, 4), figura di Cristo, che Maria genera nella «pienezza del tempo» (Gal 4, 4) e che la Chiesa deve continuamente offrire agli uomini nelle diverse epoche della storia. Ma in qualche modo è anche figura di ogni uomo, di ogni bambino, specie di ogni creatura debole e minacciata, perché — come ricorda il Concilio — «con la sua incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo». Proprio nella «carne» di ogni uomo, Cristo continua a rivelarsi e ad entrare in comunione con noi, così che il rifiuto della vita dell'uomo, nelle sue diverse forme, è realmente rifiuto di Cristo. È questa la verità affascinante ed insieme esigente che Cristo ci svela e che la sua Chiesa ripropone instancabilmente: «Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me» (Mt 18, 5); «In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25, 40).

A me pare chiarissimo che l’unico modo per sconfiggere l’aborto ed ogni altro attacco alla vita umana sia quella di innalzare il vessillo della Croce. 
C’è forse un altro modo?

Kyrie eleison

Vexilla Regis

Questo contenuto è fornito da terze parti (www.youtube.com). Per visualizzare il video è necessaria l'accettazione dei cookie di YouTube.
Accetta cookie di Youtube
Potrai modificare in futuro la tua scelta cliccando "Gestione Cookies" a fondo pagina.
Per saperne di più Ti invitiamo a leggere la nostra cookie Policy.

Articoli Correlati
Vai a "Ultime news"