Per una «mistica armata»: #Giussani e #Carrón
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Dopo aver pubblicato una lettera aperta a Carrón (“Non possiamo tacere”), per aiutare a comprendere il senso di quell’intervento riteniamo interessante e utile proporre due testi di origine mistica sull’argomento in questione. Provengono entrambi da una delle grandi mistiche del Novecento, la cui vicenda è stata oggetto a suo tempo di notevoli controversie ma che negli ultimi decenni sta guadagnando la stima e la considerazione di molti studiosi e di molti uomini di Chiesa. Si tratta di Maria Valtorta (1897-1961), la cui opera si colloca accanto a quella di Santa Faustyna Kowalska (1905-1938), di Sr. Josepha Menendez (1890-1923), della Beata Alexandrina Maria Da Costa (1904-1955), della Serva di Dio Teresa Neumann (1898-1962), della Venerabile Marthe Louise Robin (1902-1981) e di altre ancora.
I due testi che proponiamo riguardano, come si è detto, la discussione che è in corso dentro il Movimento di CL – ma anche nella Chiesa in generale – circa il rapporto tra la vita nuova nella fede e la presenza dentro al società. Si tratta di parole che la Valtorta dichiara di aver scritto sotto dettatura di Cristo stesso, che è il Protagonista assoluto delle rivelazioni private e degli scritti di tutte queste mistiche. La Chiesa si è già pronunciata favorevolmente sugli scritti delle autrici citate, fatta eccezione proprio per la Valtorta, la cui opera è ancora oggetto di studio. Vale in sostanza per i suoi scritti quello che disse l’allora Pontefice Pio XII per il suo testo principale, quello sulle visioni evangeliche: “Pubblicate l’opera così com’è. Non vi è motivo di esprimere un’opinione quanto alla sua origine, che sia straordinaria o no. Chi legge capirà.”
Il primo di questi testi sostiene con grande forza il punto che sta tanto a cuore a Julian Carrón, vale a dire la necessità di rendere presente nel mondo una vita nuova, la vita in Cristo, e la convinzione che solo questo potrà vincere il male che distrugge l’umanità. La data di composizione dello scritto è particolarmente importante: il 25 aprile 1948, vale a dire una settimana dopo le famigerate elezioni politiche che videro la Democrazia Cristiana di De Gasperi battere a sorpresa il Fronte Popolare di Togliatti e sottrarre così l’Italia al terribile destino che l’aspettava se fosse entrata nel gruppo dei paesi sovietici staliniani. Si parlò giustamente allora di miracolo, anche per il notevole distacco di 17 punti ottenuto sugli avversari. Ma mentre tutti celebravano il trionfo, lo scritto valtortiano parla di una specie di ultimatum dato da Cristo alla cristianità italiana, pressappoco in questi termini: ‘vi è stata data una grazia straordinaria in questa situazione di grande pericolo, ma la posizione anticristiana non si fermerà qui: andrà avanti conquistando il popolo se voi non vi impegnerete nell’opera di una nuova evangelizzazione dell’Italia. E ciò dovrà essere fatto tornando al metodo delle origini: rendendo presente una vita vera, capace di affascinare gli uomini e di condurli a Cristo’.
Il discorso delinea poi una serie di punti davvero geniali, se si pensa ancora alla data della sua composizione, anticipatori in sostanza sia del Concilio Vaticano II che del sorgere dei grandi movimenti ecclesiali.
Dunque si tratta di un testo che rimarca veramente con grande forza la posizione o preoccupazione di Carrón. Tuttavia c’è dell’altro, che risulta provvidenziale per l’inserimento dell’altra preoccupazione, quella dell’intervento esplicito dentro la società, che stava tanto a cuore a don Giussani.
Nel pezzo finale di questo formidabile testo si mette in chiaro che fa parte della vita nuova l’insegnamento esplicito delle verità esistenziali e della legge morale insegnate da Cristo stesso, istruendo, ammonendo e richiamando tutti gli uomini, che quando aderiscono all’iniquità nel 90% dei casi lo fanno per ignoranza della verità.
Ma è soprattutto nel secondo testo che questa ultima indicazione prende tutto il suo peso. Anche qui è decisiva la data: il 28 ottobre 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale. Gesù fa riferimento in modo evidente a tutto il sangue sparso nei lager nazisti, in quelli comunisti e nei campi di battaglia. Andando alla radice del problema, denuncia la cancellazione della coscienza del bene e del male voluta dall’umanità moderna. E arriva al punto cruciale: se la responsabilità di tutto questo è da attribuire alle ideologie malvage dominanti, essa è ancor più da attribuire a quei ministri della Chiesa che tacciono di fronte al male operato dai potenti. Le parole riferite dalla mistica sono di una forza e di una precisione che superano quelle di qualsiasi commento. Da leggere e da meditare. Esse devono far sorgere un esame di coscienza serio in tutti noi, perché tutti siamo complici oggi di questa iniquità.
Ancora una volta dunque è chiaro il messaggio: decisiva è la testimonianza di una vita vera, nuova, in Cristo; ma fa parte imprescindibilmente di questa vita anche l’intervento pubblico nella società per richiamarla dai gravi errori che la distruggono.
Offriamo volentieri questi due scritti come un contributo drammatico e significativo al dibattito che è in corso tra di noi. Li sentiamo anzitutto come un richiamo per noi di Cultura Cattolica. Siamo certi che aiuteranno anche don Julian e tutti gli altri che avranno la pazienza di leggerli. Che l’Autore a cui fanno riferimento, per intercessione della sua e nostra Madre, ci tenga tutti uniti a Sé, nel Movimento che Lui ha voluto far sorgere da don Giussani e che ha affidato alla guida di don Carrón e alla responsabilità di ciascuno.
1. Primo testo: dai “Quadernetti”, dettato del 25 aprile 1948
2. Secondo testo: dai “Quaderni”, dettato del 28 ottobre 1943
- Primo testo: dai “Quadernetti”, dettato del 25 aprile 1948 64KPrimo testo: dai “Quadernetti”, dettato del 25 aprile 1948
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