Brinderei prima per la coscienza e poi per il Papa
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[cap. 5 della “Lettera al Duca di Norfolk” 1875. Beato card. J.H. Newman]

L’istituzione del papato è fondata e garantita dal primato della coscienza cristiana, senza la quale non ci sarebbe nessun papato. Tutto il potere che egli ha è potere della coscienza. Se cade la coscienza il papato letteralmente sparisce per evidente inutilità. Oggi, molti si riempiono la bocca con la parola coscienza, ma pochi ne conoscono il vero significato cattolico.
Secondo il beato card. Newman e secondo il card. Ratzinger, il papato è rettamente inteso solo quando è visto insieme col primato della coscienza - dunque non ad essa contrapposto, ma piuttosto su di essa fondato e garantito. Scrive Newman:
[…] La coscienza non è egoismo lungimirante, né il desiderio di essere coerenti con se stessi, bensì la messaggera di Colui, il quale, sia nel mondo della natura sia in quello della grazia, ci parla dietro un velo e ci ammaestra e ci governa per mezzo dei suoi rappresentanti. La coscienza è l’originario vicario di Cristo, profetica nelle sue parole, sovrana nella sua perentorietà, sacerdotale nelle sue benedizioni e nei suoi anatemi. E se mai potesse venir meno nella chiesa l’eterno sacerdozio, nella coscienza rimarrebbe il principio sacerdotale ed essa ne avrebbe il dominio.” (cap. 5 della “Lettera al Duca di Norfolk”)
Questa definizione di coscienza è ripresa anche dal Catechismo al n.1778:
La coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l’uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto. E’ attraverso il giudizio della propria coscienza che l’uomo percepisce e riconosce i precetti della legge divina: La coscienza è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza... la messaggera di Colui che, nel mondo della natura come in quello della grazia, ci parla velatamente, ci istruisce e ci guida. La coscienza è il primo di tutti i vicari di Cristo [John Henry Newman, Lettera al Duca di Norfolk, 5]”.
È chiaro che se la coscienza è l’originario ed il primo di tutti i vicari di Cristo, allora il Papa è al servizio della coscienza cristiana. Molto interessante il termine “originario”: principio da cui deriva qualcosa; il punto, il momento in cui ha inizio qualcosa: l’origine della vita, dell’universo; le origini della civiltà; l’origine di una retta http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/#!?q=origine
Il Vicario di Cristo si fonda e si appoggia su questa origine. C’è da rimanere stupefatti. Quanti di noi se ne rendono veramente conto? Eppure, non esserne consci, mette a rischio la stessa Chiesa!
Conviene approfondire il significato di coscienza. Per l’uomo moderno, la coscienza sta dalla parte della soggettività ed è espressione della libertà del soggetto, mentre l’autorità sembra restringere, minacciare o addirittura negare tale libertà. Invece, per Newman il termine medio che assicura la connessione tra i due elementi della coscienza e dell’autorità è la verità. Non esito ad affermare che quella di verità è l’idea centrale della concezione intellettuale di Newman; la coscienza occupa un posto centrale nel suo pensiero proprio perché al centro c’è la verità. In altre parole: la centralità del concetto di coscienza è in Newman legata alla precedente centralità del concetto di verità e può essere compresa solo a partire da questa. Scrive Newman:
«La legge Eterna», scrive Sant’Agostino, «è la ragione divina o volontà di Dio, la quale comanda l’osservanza e vieta di turbare l’ordine naturale delle cose». «La legge naturale», osserva san Tommaso, «è un’impronta della luce divina in noi, una partecipazione della legge eterna fatta alla creatura ragionevole». Questa legge, in quanto percepita dalla mente dei singoli uomini, si chiama «coscienza» e benchè possa subire rifrazioni diverse passando attraverso l’intelligenza di ogni essere umano, non ne viene per questo intaccata al punto da perdere il suo carattere di legge divina.
Capito perché oggi si vuole negare, anche e soprattutto a causa dei c.d. porno-teologi, l’esistenza della legge naturale? È impressionante come prosegue Newman (siamo nel 1875):
Durante tutto il mio tempo c’è stata una guerra decisiva, stavo quasi per dire una cospirazione, contro i diritti della coscienza quale io l’ho descritta. Letteratura e scienza si sono organizzate in grandi istituti per abbatterla. Sono stati innalzati stupendi palazzi, quasi altrettanti fortilizi, contro il suo influsso spirituale, invisibile, troppo sottile per la scienza, troppo profondo per la letteratura. Cattedre universitarie sono state costituite centri di tradizione ostile. Giorno, dopo giorno, noti scrittori hanno infarcito le menti di innumerevoli lettori con teorie sovversive. Come ai tempi degli antichi romani e del medioevo la sua supremazia fu attaccata con le armi della forza fisica, così ora si mette in azione l’intelligenza per minare le fondamenta di un potere che la spada non ha potuto distruggere (cap. 5 della “Lettera al Duca di Norfolk”).
Attenzione! La cospirazione contro la coscienza è la guerra al cuore stesso della Chiesa ed è ferocemente in atto da secoli. Interessante, come G.K. Chesterton, figlio spirituale di Newman, scriva le stesse cose, in forma poetica, nella “Ballata del cavallo bianco”:
Non con lo spirito dei cacciatori
o con la feroce destrezza del guerriero,
ma mettendo a posto ogni cosa con parole morte,
ridurranno le bestie e gli uccelli a burattini
ed il vento e le stelle ad una ruota che gira.
Avranno l’aspetto mite dei monaci,
pieni di fogli e di penne;
e voi guarderete alle vostre spalle ammirando
e desiderando un giorno come quelli di Alfred,
in cui, almeno, i pagani erano uomini.
Ditemi, se non è la descrizione del mondo in cui viviamo. Scrive il card. Ratzinger ne “L’elogio della coscienza”:
Prendiamo in considerazione ancora un’idea di San Basilio: l’amore di Dio, che si concretizza nei comandamenti, non ci viene imposto dall’esterno - sottolinea questo Padre della Chiesa -, ma viene infuso in noi precedentemente. Il senso del bene è stato impresso in noi, dichiara Agostino. A partire da ciò siamo ora in grado di comprendere correttamente il brindisi di Newman prima per la coscienza e solo dopo per il Papa. Il Papa non può imporre ai fedeli cattolici dei comandamenti, solo perché egli lo vuole o perché lo ritiene utile. Una simile concezione moderna e volontaristica dell’autorità può soltanto deformare l’autentico significato teologico del papato. Così la vera natura del ministero di Pietro è diventata del tutto incomprensibile nell’epoca moderna precisamente perché in questo orizzonte mentale si può pensare all’autorità solo con categorie che non consentono più alcun ponte tra soggetto e oggetto. Pertanto tutto ciò che non proviene dal soggetto può essere solo una determinazione imposta dall’esterno. Ma le cose si presentano del tutto diverse a partire da un’antropologia della coscienza, quale abbiamo cercato di delineare a poco a poco in queste riflessioni. L’anamnesi infusa nel nostro essere ha bisogno, per così dire, di un aiuto dall’esterno per diventare cosciente di sé. Ma questo “dal di fuori” non è affatto qualcosa di contrapposto, anzi è piuttosto qualcosa di ordinato ad essa: esso ha una funzione maieutica, non le impone niente dal di fuori, ma porta a compimento quanto è proprio dell’anamnesi, cioè la sua interiore specifica apertura alla verità. Quando si parla della fede e della Chiesa, il cui raggio a partire dal Logos redentore si estende oltre il dono della creazione, dobbiamo tuttavia tener conto di una dimensione ancor più vasta, che è sviluppata soprattutto nella letteratura giovannea. Giovanni conosce la anamnesi del nuovo “noi”, a cui partecipiamo mediante l’incorporazione in Cristo (un solo corpo: cioè un unico io con lui). In diversi passi del Vangelo si trova che essi compresero mediante un atto della memoria. L’incontro originale con Gesù ha offerto ai discepoli ciò che ora tutte le generazioni ricevono mediante il loro incontro fondamentale col Signore nel battesimo e nell’eucaristia: la nuova anamnesi della fede, che, analogamente all’anamnesi della creazione, si sviluppa in un dialogo permanente tra l’interiorità e l’esteriorità.
In contrasto con la pretesa dei dottori gnostici, i quali volevano convincere i fedeli che la loro fede ingenua avrebbe dovuto essere compresa e applicata in modo totalmente diverso, Giovanni poté affermare: “Voi non avete bisogno di una simile istruzione, dal momento che, come unti (battezzati), voi conoscete ogni cosa” (cfr. 1 Gv 2, 20.27). Ciò non significa che i credenti possiedano una fattuale onniscienza, ma indica piuttosto la certezza della memoria cristiana. Essa naturalmente impara di continuo, ma a partire dalla sua identità sacramentale, e operando così interiormente un discernimento tra quanto è uno sviluppo della memoria e quanto è una sua distruzione o una sua falsificazione. Oggi noi, proprio nella crisi attuale della Chiesa, stiamo sperimentando in modo nuovo la forza di questa memoria e la verità della parola apostolica: più delle direttive della gerarchia è la capacità di orientamento della memoria della fede semplice che porta al discernimento degli spiriti. Solo in tale contesto si può comprendere correttamente il primato del Papa e la sua correlazione con la coscienza cristiana. Il significato autentico dell’autorità dottrinale del Papa consiste nel fatto che egli è il garante della memoria cristiana. Il Papa non impone dall’esterno, ma sviluppa la memoria cristiana e la difende. Per questo il brindisi per la coscienza deve precedere quello per il Papa, perché senza coscienza non ci sarebbe nessun papato. Tutto il potere che egli ha è potere della coscienza: servizio al duplice ricordo, su cui si basa la fede e che dev’essere continuamente purificata, ampliata e difesa contro le forme di distruzione della memoria, la quale è minacciata tanto da una soggettività dimentica del proprio fondamento, quanto dalle pressioni di un conformismo sociale e culturale.
Per questo il compito del Papa è confermarci nella fede, difendendo e sviluppando la memoria cristiana. Dove per sviluppo s’intende lo sviluppo come quello di un uomo che cresce nella bella metafora di San Vincenzo di Lerins. Vale la pena leggere tutta la citazione:
Un progresso della religione ci può essere nella Chiesa di Cristo? Certamente, e un progresso molto grande. Chi infatti potrebbe avere così poca fiducia negli uomini ed essere tanto esigente con Dio da tentare di negarlo? A condizione però che si tratti veramente di un progresso nella fede e non di un cambiamento. E` caratteristico del progresso, che ogni realtà si sviluppi intrinsecamente, mentre il cambiamento implica il passaggio di una data cosa a qualcos`altro di diverso. Occorre dunque che in ciascuno e in tutti, in ogni uomo come in tutta la Chiesa, l`intelligenza, la scienza e la sapienza crescano e progrediscano intensamente, nel corso delle età e delle generazioni. Ora questo progresso deve compiersi tuttavia secondo la sua propria natura e cioè nello stesso senso, secondo gli stessi dogmi e lo stesso pensiero. La vita religiosa delle anime imiti la maniera di crescere del corpo, le cui parti, pur crescendo e sviluppandosi con gli anni, restano tuttavia sempre le stesse. C`è molta differenza tra la prima adolescenza e l`età matura: ma in seguito quelli che sono stati giovani diventeranno vecchi. Uno stesso individuo si trasforma nella statura e nell`aspetto, ma rimane sempre uno e identico nella natura e nella persona. Le membra dei neonati sono minuscole e quelle dei giovani grandi, ma si tratta sempre delle stesse membra. Il loro numero è uguale tanto nei bambini che negli adulti: e se ve ne sono alcune che appaiono a un`età più matura, tuttavia erano già esistenti potenzialmente nell`embrione. Quindi nei vecchi non c`è niente di diverso da quello che, già in germe, era nei bambini. Non vi può essere perciò il minimo dubbio: è questa la norma di ogni autentico progresso, questo il modo di crescere regolare e armonioso. Il progredire degli anni completa sempre nei più grandi quelle parti del corpo che erano già state abbozzate dalla sapienza del creatore nei piccoli. Se poi un essere umano viene ad assumere un aspetto diverso da quello proprio alla sua specie, se il numero delle sue membra aumenta o diminuisce, necessariamente l`intero corpo muore o diventa mostruoso o per lo meno s`indebolisce. Così è bene che anche i dogmi della religione cristiana seguano questa legge di crescita, in modo da consolidarsi col passare degli anni, svilupparsi a loro tempo e approfondirsi nel corso delle generazioni...
I nostri padri anticamente hanno seminato nel campo della Chiesa il buon grano della fede: sarebbe illogico e ingiusto che noi, loro discendenti, raccogliessimo il subdolo errore della zizzania al posto della pura verità del frumento seminato. Piuttosto dal momento che la natura dei primi chicchi non è diversa da quella degli ultimi, è logico e normale che raccogliamo il frutto del buon grano che è il dogma e che proviene dalla crescita della dottrina seminata. Così quando qualcuno di quei primi semi si sviluppa col passare del tempo e ora viene fertilizzato e cresce, niente tuttavia si cambia della caratteristica propria del seme.
Vincenzo di Lérins, Commonitorio, 1,23
http://www.grisroma.org/forum_b/viewtopic.php?f=12&t=852#p3660
Il Papa ha il compito di orientare la memoria della fede, di guidare e di pascere la mia coscienza verso la verità, ed è una grazia straordinaria! Ma se rinuncio alla mia coscienza rettamente formata, letteralmente ammazzo il Papa! È così importante la coscienza che parlare francamente è addirittura un obbligo sancito per i laici dal canone 212, paragrafo 3, del codice di diritto canonico:
“In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli”.
Come fare, visto che lo si deve fare? Lo spiega bene don Giussani (da “Il Sabato” n. 32/33, 1988): “Quando uno ha ben chiara la consapevolezza di essere fedele alla Tradizione che gli è stata insegnata, e trova che il Magistero della Chiesa man mano che si evolve risottolinea le stesse cose, e non ha coscienza di averlo mai contraddetto; allora per quest’uomo l’importante è fare, e basta. E’ fare coraggiosamente, ed anche giudicando e accusando quello che non è secondo la tradizione vivente della Chiesa”.
La coscienza di molti fedeli è, oggi, in evidente stato confusionale e questo, vista la guerra esterna contro la coscienza, è normalissimo. Il problema, però, ha oggi un grado diverso, ben sintetizzato dalla nostra Mamma, Maria Santissima:
Messaggio di Medjugorje straordinario dato dalla Regina della Pace a Mirjana. 2 Maggio
Cari figli, il mio Cuore materno desidera la vostra sincera conversione e che abbiate una fede salda, affinché possiate diffondere amore e pace a tutti coloro che vi circondano. Ma, figli miei, non dimenticate: ognuno di voi dinanzi al Padre Celeste è un mondo unico! Perciò permettete che l’azione incessante dello Spirito Santo abbia effetto su di voi. Siate miei figli spiritualmente puri. Nella spiritualità è la bellezza: tutto ciò che è spirituale è vivo e molto bello. Non dimenticate che nell’Eucaristia, che è il cuore della fede, mio Figlio è sempre con voi. Egli viene a voi e con voi spezza il pane perché, figli miei, per voi è morto, è risorto e viene nuovamente. Queste mie parole vi sono note perché esse sono la verità, e la verità non cambia: solo che molti miei figli l’hanno dimenticata. Figli miei, le mie parole non sono né vecchie né nuove, sono eterne. Perciò invito voi, miei figli, a osservare bene i segni dei tempi, a raccogliere le croci frantumate e ad essere apostoli della Rivelazione. Vi ringrazio.
Al centro c’è la Verità! La nostra Mamma quando dice che molti suoi figli hanno dimenticato che la verità non cambia, ci sta delicatamente dicendo che molti suoi figli hanno apostatato. L’apostasia, infatti, avviene abiurando la verità e ingannando la coscienza, come spiega il Catechismo al n.675:
675 Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti [Cf Lc 18,8; Mt 24,12 ]. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra [Cf Lc 21,12; Gv 15,19-20 ] svelerà il “Mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne [Cf 2Ts 2,4-12; 675 1Ts 5,2-3; 2Gv 1,7; 1Gv 2,18; 1Gv 2,22 ].
Nel giugno del 1988 il Cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede presso la Santa Sede, espresse un giudizio definitivo sulla vicenda definendo gli eventi di Akita attendibili e degni di fede. Ed ecco lo sconvolgente messaggio. La Madonna disse alla veggente Suor Agnese Sasagawa:
«[…] Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio. Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti. L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli… chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio » (13 ottobre). [“The Woman and the Dragon - Apparitions of Mary” di David M. Lindsey, Pelican Publishing Company]
LA CONFUSIONE REGNA SOVRANA E, OSO DIRE, INCONTRASTATA. SENZA LA VITTORIOSA GUERRA CONTRO LA COSCIENZA CRISTIANA TUTTO QUESTO NON SAREBBE STATO POSSIBILE!!!
Cari amici, rimaniamo sempre uniti nella preghiera e facciamo nostra l’esortazione stupenda di Santa Teresa d’Avila:
“Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta! Il tuo desiderio sia vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuo dolore, non possederlo, la tua gioia sia ciò che può portarti verso di lui e vivrai in una grande pace”.
Virgo prudentissima, ora pro nobis!