Siamo tutti Charlie?
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Charlie Gard, ha dieci mesi ed è affetto da una patologia rarissima.
I suoi genitori lo amano, è il loro bambino e sono disposti ad accompagnarlo sul suo cammino su questa terra sino a che Dio vorrà, a lottare per provare a miglioragli la vita, cercare una cura, o solo a volergli bene, perché un figlio di questo ha davvero bisogno, di sentirsi voluto ed amato.
Ma i giudici della Corte Suprema hanno deciso di autorizzare i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra a staccare il respiratore che gli permette di vivere.
Contro la volontà dei suoi genitori che vorrebbero portarlo negli Stati Uniti per una cura sperimentale che ha già avuto successo su almeno due bambini con una malattia simile.
Mi vien da chiedere ma vi sembra normale che qualcuno decida se tuo figlio ha diritto di vivere oppure, se debba morire? Perché?
Io credo le risposte siano semplici e anche ciniche:
1.- Charlie è un costo per il Servizio Sanitario.
2.- La vita ci piaccia o no, vale solo se è autonoma, se sei un fruitore di merci e servizi e non un costo per la collettività.
3.- Il dolore fa paura e viviamo in un mondo che non sapendo dare al dolore e alla morte un senso, cerca come può di difendersi allontanandolo da sé, eliminando la persona fragile o malata.
Se un bambino nella pancia della mamma affetto da grave patologie può essere ucciso con una pratica che si chiama “aborto terapeutico” perché questo non può accadere quando il bambino è fuori dal ventre materno?
Il bambino ha iniziato a manifestare sintomi della malattia a 8 settimane.
Si è sperato che i genitori lasciassero “morire con dignità” il loro bimbo malato, ma i coraggiosi genitori vogliono stargli accanto, hanno raccolto donazioni a sufficienza per tentare una cura sperimentale negli Stati Uniti, ma nonostante questo ben tre corti hanno dato pareri uniformi - per il bambino è più conveniente morire che vivere. –
A nulla valgono gli appelli disperati dei genitori che vogliono che il loro figlio viva, perché la vita è dignitosa sempre, anche quando è faticosa, anche quando è fragile.
Invece dei giudici decidono chi deve vivere e chi morire.
Sono piccoli passi, verso l’eliminazione dei malati, degli anziani, di coloro non conformi allo standard.
Pensateci, prima o poi potremmo essere tutti Charlie.