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"Quanto è insegnato dalla Chiesa sulla contraccezione non appartiene a materia liberamente disputabile fra teologi"

Fonte:
CulturaCattolica.it
"Molti pensano che l'insegnamento cristiano, benché vero, sia tuttavia impraticabile, almeno in alcune circostanze. Come la Tradizione della Chiesa ha costantemente insegnato, Dio non comanda l'impossibile, ma ogni comandamento comporta anche un dono di grazia che aiuta là libertà umana ad adempierlo. Sono, però, necessari la preghiera costante, il ricorso frequente ai sacramenti e l'esercizio della castità coniugale"

Il significato del titolo di questo articolo, che riprende una frase di papa Giovanni Paolo II, è chiarissimo. Eppure, oggi, sembrerebbe non esserlo più. Ecco perché.

Ma prima di riprendere il testo del papa santo, è bene fare una premessa.

Quest'anno ricorre il 50° anniversario della Humanae Vitae (HV). È probabile che vedremo, meglio, stiamo già vedendo, attacchi concertati al suo insegnamento. La modalità dell'attacco, come è facile immaginare, non assumerà la forma dell'affronto diretto ma, piuttosto, quello dell'"approfondimento" del suo significato, dell'"aggiornamento" ai tempi che sono ovviamente mutati. Ciò, inevitabilmente, porterà al suo effettivo svuotamento e, dunque, al suo abbandono.

Ecco un esempio.
Domenica 28 gennaio, "Avvenire", il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, nel supplemento mensile "Noi, Famiglia & Vita", ha ripubblicato con grande evidenza la conferenza tenuta, il 14 dicembre scorso, da don Maurizio Chiodi, nuovo membro della Pontificia Accademia per la Vita, quella "firmata" da mons. Paglia.

La conferenza di cui Chiodi è stato il relatore, e che aveva l'obiettivo di rileggere l'Humanae Vitae alla luce di Amoris Laetitia, si inserisce nel programma di incontri, proprio in ricordo dei 50 anni dell'enciclica, promosso dalla facoltà di teologia morale dell'università Gregoriana, facoltà diretta dal gesuita argentino Humberto Miguel Yáñez, che si dice essere un pupillo di papa Bergoglio.

Avvenire inizia affermando che l'Humanae vitae è un "testo che è e rimane frutto di una SCELTA PROFETICA e CORAGGIOSA per il tempo" (non avevo dubbi che Avvenire avrebbe fatto questa "doverosa" premessa). Ma, subito dopo, precisa che "la riflessione del teologo [Chiodi su Humanae Vitae] va intesa come una proposta che intende rappresentare lo SVILUPPO DI UNA TRADIZIONE. (...) Essa NON VA SCLEROTIZZATA MA RESA DINAMICA". (E ci mancherebbe!) [maiuscolo mio]

Ma, dalla lettura del testo della relazione del prof. Chiodi, dopo sofismi sulla coscienza (che vi risparmio) che farebbero ridere pure una gallina, tanto sono astratti e lunari, si capisce subito dove si vorrebbe andare a parare (per inciso, da sposati, con una concezione di "coscienza" così alienata, l'unica conseguenza sarebbe quella di essere spinti a non far più figli). Infatti, l'accento è posto totalmente sulla parola "sviluppo", piuttosto che su quella di "tradizione". Tanti ghirigori intellettuali per coprire un chiaro fine: quello di una autentica rottura con la tradizione!

Infatti, Chiodi precisa subito che "nel frattempo, però, dal punto di vista pastorale, L'URGENZA DELLA QUESTIONE [della dottrina morale sessuale cattolica, ndr] E' ANDATA SCOMPARENDO. 'Ufficialmente' e oggettivamente la norma è rimasta, ma anche I PASTORI SEMBRANO IN GRANDE IMBARAZZO RISPETTO AD ESSA. Non è senza significato che 'Amoris Laetitia' ne tratti così poco". [maiuscolo mio]

E poi, "la riflessione svolta ci autorizza a ripensare il senso della norma di "Humanae vitae", EVITANDO DI CONCENTRARCI SU DI ESSA COME UNA VERITÀ OGGETTIVA che starebbe di fronte alla ragione. (...) Su tale sfondo si porrà la domanda SE I METODI NATURALI POSSANO/DEBBANO ESSERE L'UNICA FORMA di generazione responsabile". [maiuscolo mio]

Infine, don Chiodi conclude con le seguenti affermazioni che sdoganano la contraccezione, anche se evita di nominarla:

"Se la responsabilità del generare è ciò a cui rimandano questi 'metodi' [naturali], allora si può comprendere come nelle situazioni in cui essi siano impossibili o impraticabili, occorre trovare altre forme di responsabilità: queste 'circostanze', PER RESPONSABILITÀ, richiedono ALTRI METODI PER LA REGOLAZIONE DELLE NASCITE". [maiuscolo mio]

Dalla lettura di questi passi, si vede chiaramente che l'Humanae Vitae è bella e sistemata nello sgabuzzino polveroso dei reperti archeologici.

Chiodi, sdoganando la contraccezione chimica, evidentemente, si pone in contrasto con l'insegnamento di Humanae Vitae, Veritatis Splendor e Familiaris Consortio.

Verrebbe allora da chiedersi dove sia finito, nel suo ragionamento, l'inscindibile legame tra il significato unitivo e procreativo dell'atto coniugale, così come voluto dal disegno di Dio e richiamato proprio da Humanae Vitae.

Per rendersi conto di quanto le "riflessioni" di Chiodi siano distanti dal significato profondo della Humanae Vitae, si leggano invece le parole chiare, semplici e profonde dette a questo proposito da san Giovanni Paolo II (link sotto):

"Molti pensano che l'insegnamento cristiano, benché vero, sia tuttavia impraticabile, almeno in alcune circostanze. Come la Tradizione della Chiesa ha costantemente insegnato, Dio non comanda l'impossibile, ma ogni comandamento comporta anche un dono di grazia che aiuta là libertà umana ad adempierlo. Sono, però, necessari la preghiera costante, il ricorso frequente ai sacramenti e l'esercizio della castità coniugale".

"Nella comunità cristiana si sono sentite e si sentono voci che mettono in dubbio la verità stessa dell'insegnamento della Chiesa. Tale insegnamento è stato espresso vigorosamente dal Vaticano II, dall'enciclica Humanae Vitae, dall'esortazione apostolica Familiaris Consortio e dalla recente istruzione 'Il dono della vita'. Emerge, a tale proposito, una grave responsabilità: coloro che si pongono in aperto contrasto con la legge di Dio, autenticamente insegnata dalla Chiesa, guidano gli sposi su una strada sbagliata. Quanto è insegnato dalla Chiesa sulla contraccezione non appartiene a materia liberamente disputabile fra teologi. Insegnare il contrario equivale a indurre nell'errore la coscienza morale degli sposi."

Illuminanti infine sono le parole conclusive:

"Oggi più che ieri, l'uomo ricomincia a sentire dentro di sé l'esigenza della verità e della retta ragione nella sua esperienza quotidiana. Siate sempre pronti a dire, senza ambiguità, la verità sul bene e sul male dell'uomo e della famiglia. (...) Insegnate a cercare ed amare la volontà di Dio. Incoraggiate a rispettare ed adempiere la sublime vocazione dell'amore sponsale e del dono della vita."

Repetita iuvant: per quelle persone che avessero l'apparecchio acustico: "coloro che si pongono in aperto contrasto con la legge di Dio, autenticamente insegnata dalla Chiesa, guidano gli sposi su una strada sbagliata". Chiaro?

Altri tempi! Altri maestri! Altri insegnamenti!

Sabino Paciolla

http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1987/june/documents/hf_jp-ii_spe_19870605_procreazione-responsabile.html

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