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Il «diritto umano» ad essere ucciso

Autore:
Andrea Mondinelli
Fonte:
CulturaCattolica.it
«Dopo l'ennesima battaglia legale è stata staccata la spina anche a Isaiah Haastrup, "l'altro Charlie Gard". Si è sacrificato per noi ma stavolta non ce ne siamo accorti.»
Caro Pichetto, noi non siamo tra quelli!

Dopo l'uccisione di Charlie, è toccato al piccolo Isaiah (QUI) ed il prossimo sarà Alfie. Questa la breve e drammatica descrizione di T. Scandroglio sulla NBQ (QUI):

La trama di questa tragedia si è svolta ancora una volta a Londra. Come a Charlie Gard, anche al piccolo Isaiah Haastrup, nato nel febbraio del 2017, è stato applicato un protocollo eutanasico che ha previsto la morte per il tramite dell'interruzione della ventilazione assistita. Ma a differenza di Charlie, quando i medici due giorni fa lo hanno staccato dalla macchina che lo aiutava a respirare Isaiah inaspettatamente ha continuato a respirare per quasi otto ore consecutive in modo autonomo, come ha dichiarato il padre sulla sua pagina Facebook, e poi, ormai sfiancato, è morto. Ogni respiro è stato un atto d'accusa verso quei medici e giudici asfittici nei loro giudizi di morte. Isaiah ha avuto un parto drammatico che ha comportato un danno cerebrale rilevante a seguito di una prolungata anossia al cervello. Ma c'è appunto chi è affetto da anossia dell'intelletto, patologia assai più grave.


Ma per la civiltà umana esiste cosa ancora più grave dell'anossia dell'intelletto ed è l'anossia dell'anima, che è bene illustrata dalla seguente frase di Marcel de Corte in Fenomenologia dell'autodistruttore:

"Le civiltà non muoiono sotto l'urto di barbarie esterne, ma sotto l'influenza della decomposizione interna che si chiama barbarie dell'anima. Barbaro significa straniero, e barbarie dell'anima è proprio l'introduzione in noi d'un elemento disumano che fa esplodere i limiti dell'umano.
Ne viene anche una seconda conclusione. L'esperienza bimillenaria dell'umanità dimostra che l'elemento disumano che distrugge l'uomo può essere vinto solo da un elemento divino. In altre parole, la salvezza della civiltà si fonda soltanto su un ritorno ad una politica naturale e ad una religione soprannaturale".


Questa citazione ha il grande pregio di spiegare sia qual è la malattia (la barbarie dell'anima), sia qual è la cura (il ritorno ad una politica naturale e ad una religione soprannaturale).
Qual è stata una delle cause principali dell'espandersi della barbarie dell'anima? La spiegazione è nella magistrale conclusione dell'intervento di mons. Crepaldi (QUI):

La secolarizzazione ha dapprima prodotto la neutralità dello Stato, poi però ha fatto dello Stato il primo soggetto impegnato nell'imporre una contro-verità. La risposta deve essere quella di ribadire il valore universale e puramente razionale del diritto naturale ma come via per un recupero anche del suo fondamento trascendente, senza del quale anche il diritto naturale viene concepito come neutrale e, quindi, incapace di reggere e sempre incline ad essere manipolato nella contro-natura.

Gira e rigira, si ritorna sempre al problema della dittatura dei cosìddetti diritti umani (QUI e QUI).

Crepaldi ha subito evidenziato la "svolta" che si è dovuta registrare in questi ultimi tempi nel campo della legislazione contro la vita:


"La prima e fondamentale conclusione è che nelle leggi sul diritto alla vita c'è stata una svolta molto significativa quando è stato proclamato il "diritto" a questi nuovi diritti. Per una lunga fase la legislazione in materia aveva tollerato alcuni comportamenti contrari al rispetto della vita nascente con leggi che prevedevano l'aborto solo in casi particolari ed eccezionali. Nei fatti, l'applicazione delle leggi sull'aborto fu fin da subito molto più ampia di quanto la lettera del testo legislativo permettesse. Va comunque riconosciuto che fino ad un certo stadio della sua evoluzione, il diritto alla vita veniva addirittura proclamato nei primi articoli dei testi di legge sulla disciplina dell'aborto volontario per poi passare a prevedere la possibilità di alcune eccezioni".


Ora l'aborto è considerato un diritto, non una eccezione e questo - ha affermato mons. Crepaldi - "cambia completamente il quadro. Se l'aborto è un diritto umano e lo Stato protegge e sviluppa i diritti umani, allora lo Stato deve promuovere l'aborto per dare realizzazione ad un diritto umano, deve favorirne l'accesso, deve perfino educare ad esso le nuove generazioni e l'obiezione di coscienza diventa inammissibile". "In tutti questi casi - ha detto mons. Crepaldi - si è superata una soglia: lo Stato non solo tollera comportamenti contro la vita, ma li fa propri e li impone".

Idem, ovviamente, per l'eutanasia di ogni ordine e grado, compresa quella infantile. Il diritto alla dignità della persona finisce con implicare il diritto alla distruzione della persona, come nei casi di Eluana Englaro, del piccolo Charlie Gard, della giovane Ines e, cronologicamente ultimo, del piccolo Isaiah Haastrup. L'espressione anfibologica dei c.d. "diritti umani", allora, diventa l'esca che nasconde un amo infernale.
Allora, qual è il sassolino per bloccare l'ingranaggio ed abbattere il Leviatano? Più che un sassolino è la Vera Roccia su cui appoggiare la nostra vita personale, familiare e sociale: Nostro Signore Gesù Cristo!
Tutti noi cattolici, bene o male, concordiamo con i primi due, ma molti purtroppo rinnegano l'aspetto sociale. Questo è un gravissimo errore, poiché non esiste alcuna neutralità verso Cristo, neppure nella società laica. Anzi, questa presunta neutralità è solo ostilità occulta, come magistralmente argomentato da mons. Crepaldi. Finchè i cattolici non lo capiranno, rientrando in se stessi, saranno ridotti all'irrilevanza politica ed alla fine perderanno pure la fede e si andrà verso la grande apostasia.
Qual è il compito dello Stato laico? La legge morale è compendiata nella seguente frase: "Evita il male e agisci per il bene". Alla prima parte della legge morale (evita il male) appartengono i diritti umani di natura negativa: p.es. non uccidere, non rubare. Alla seconda, i diritti umani positivi: p.es. dare ospitalità ai profughi. Per lo Stato, i primi sono cogenti, i secondi no, anche se auspicabili. Invece, per la salvezza dell'anima servono entrambi. Questa è la vera e giusta separazione tra Stato e Chiesa. Qui sta il busillis: chi è il vero e unico garante della legge morale naturale nella sua integrità, anche solo per la parte "evita il male"? La Chiesa Cattolica! Tutte le altre sono, in poco o in tanto, carenti. Esempio: sia per l'Ebraismo, sia per l'Islam, in certe particolare condizioni, è lecito l'aborto procurato.
Dichiarare la laicità assoluta dello Stato, sganciandolo dal riferimento alla Chiesa Cattolica, è come limitare la coscienza di un uomo. Col passare del tempo, gli mancherà il riferimento ideale e giusto a cui tendere ed alla fine la sua coscienza sarà ridotta ad un lumicino fumigante. Idem per lo Stato. Qualcuno può dubitarne?
Questo era il senso della religione cattolica di Stato definita nella Costituzione. Non era certo quello di obbligare alla partecipazione al Santo Sacrificio della Messa…
Nello Stato, che si comporti con riferimento alla legge naturale insegnata dalla Chiesa come sopra spiegato, Cristo regna sovrano! In tutti gli altri, no.
La questione vera è che questa alleanza sacrosanta è stata spezzata, in favore di una presunta neutralità, che in realtà è ostilità. Oggi è evidentissimo che Cristo Re è stato detronizzato ed al suo posto è stato messo qualcun altro con le corna ed il puzzo di zolfo. Di conseguenza, la rovina è assicurata, malgrado tutti i vani sforzi umani. Questa detronizzazione è avvenuta anche all'interno della Chiesa, come compendiato nell'inno a Cristo Re, presente nella Liturgia delle Ore attuale, purgato di queste tre strofe molto significative:

Scelésta turba clámitat :
Regnáre Christum nólumus :
Te nos ovántes ómnium
Regem suprémum dícimus.

[La turba scellerata urla:
"Non vogliamo che Cristo regni"
ma noi, acclamando,
ti dichiariamo Re supremo].

Te natiónum Præsides
Honóre tollant público,
Colant magístri, júdices,
Leges et artes éxprimant.
[A te i capi delle nazioni
diano pubblico onore
ti adorino i maestri, i giudici
le leggi e le arti esprimano te].

Submíssa regum fúlgeant
Tibi dicáta insígnia:
Mitíque sceptro pátriam
Domósque subde cívium.
[Sottomesse le insegne dei re rifulgano
a Te dedicate:
e col tuo mite scettro la patria
e le case dei cittadini governi].


Impressionante, vero? La questione veramente dolorosa, che ha pesantemente contribuito alla barbarie dell'anima, è che è stata rinnegata la regalità di N.S. Gesù Cristo. La conseguenza logica è l'impossibilità di mantenere quelle tre strofe dell'Inno a Cristo Re…
Come sempre, i primi a pagare sono gli innocenti come i bimbi abortiti, Charlie, Isaiah ed Alfie, poi arriverà il castigo di Dio.
Cosa fare allora? Ripartire dalla sana dottrina cattolica, intraprendendo una vera e propria Crociata per "Instaurare omnia in Christo"!
Non ci sono alternative, pena l'omicidio dei bambini, poi dei nonni ed infine la nostra morte spirituale…

Christus vincit, Christus regnat, Christus ímperat!

Andrea Mondinelli

P.S. Il canto della versione originale dell'Inno a Cristo Re:

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