Guerra alla «Humanae vitae»
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L’articolo di Moia pubblicato ieri da Avvenire è molto interessante perché dimostra ciò a parole nega, ossia la distruzione dell’insegnamento contenuto in Humanae vitae (HV). Moia mette in evidenza 10 punti per capire, dice lui. Infatti, Moia, suo malgrado, riesce nel suo intento: se ne capisce la matrice modernista Analizziamo il primo, che è una sorta di excusatio non petita:
1 - Non c’è nessun ridimensionamento in atto nei confronti dell’Humanae vitae, nessun complotto, nessun tentativo di cancellare il nucleo fondante dell’enciclica di Paolo VI che, richiamando il rapporto inscindibile tra amore coniugale e fecondità, ripropone una dottrina che appartiene da sempre al pensiero della Chiesa.
Molto bene, vien da dire. Peccato, però, che gli altri nove punti di Moia contraddicono il primo. Li analizzerò con brevi chiose:
2.
Sbagliato però pensare alle indicazioni normative dell’enciclica come "verità di fede". Infatti non sono verità di fede, ma di morale. La Chiesa è infallibile non solo su questioni di fede, ma pure di morale. HV, riproponendo una dottrina che appartiene da sempre al pensiero della Chiesa, come dice lo stesso Moia, è infallibile.
3. Anche Giovanni Paolo II, che pure difese, promosse e approfondì il significato di Humanae vitae nelle sue catechesi, si guardò bene dal dichiararne l’infallibilità lungo tutto il suo lungo pontificato. Non lo fece perché non era necessario farlo, essendo evidente di per sé.
4. Stupirsi per le posizioni dell’allora vescovo di Vittorio Veneto, Albino Luciani (che prima della pubblicazione di Humanae vitae preparò un dossier su indicazione della Conferenza episcopale del Triveneto non escludeva la possibilità della contraccezione) vuol dire ignorare la storia della Chiesa. C’erano 40 Conferenze episcopali (la stragrande maggioranza dell’episcopato mondiale) che la pensavano più o meno come lui (pur con approcci diversificati). Premesso che anche fossero state cento nulla sarebbe cambiato, invece c’è da stupirsi, eccome, che molti vescovi abbiano abbandonato la “dottrina che appartiene da sempre al pensiero della Chiesa” (cfr. Casti connubii), Moia dixit al n.1.
5. Perché l’atteggiamento predominante era “aperturista”? Perché c’era stato un Concilio ecumenico, concluso da pochissimi anni, da cui erano venute indicazioni per privilegiare, sul tema specifico, la coscienza dei coniugi, non l’intangibilità della norma (Gaudium et spes). Di quale coscienza sta parlando Moia? Della coscienza creativa che piega la realtà alle proprie esigenze, non certo di quella cristiana.
6. […] Sviluppare una dottrina non significa cancellarla. Significa adeguare le risposte ai tempi che si stanno vivendo. Saggezza che la Chiesa ha sempre esercitato. Adeguare le risposte ai tempi non cancella la dottrina, ma chiaramente la cambia pervertendola. Storicismo puro, base del modernismo.
7. E sarebbe scelta ingiustificabile, proprio sotto il profilo della carità cristiana, pensare che sia opportuno non interrogarsi sul tema per la pretesa di lasciare tutto invariato. Vedete che vuole proprio cambiare la dottrina?
8. E come rinunciare a riproporre la questione oggi che la stragrande maggioranza delle coppie praticanti (90- 95%) per motivi fisiologici, patologici. materiali, ambientali o anche culturali non fanno più ricorso ai “metodi naturali”? Non si rinuncia a nulla riproponendo “una dottrina che appartiene da sempre al pensiero della Chiesa”. A meno che non la si voglia cambiare…
9. Ecco perché, se è sbagliato pensare di risolvere il problema proponendo semplicemente il superamento delle indicazioni di “Humanae vitae”, lo è altrettanto la pretesa di chiudere la strada a qualsiasi sviluppo della dottrina. Quanta insistenza, caro Moia!
10. La riflessione è urgente anche perché le risposte ai questionari del doppio Sinodo sulla famiglia (2014-2015) raccontano come, per la maggior parte delle coppie, il problema contraccezione abbia sempre meno rilevanza etica. Non lo si discute neppure più, dal punto di vista morale lo si ignora. Le coppie ignorano completamente la dottrina cattolica, perché siamo di un’ignoranza abissale voluta proprio da coloro che adesso, usando come grimaldello la nostra insipienza, vogliono cambiare e pervertire la dottrina.
Complimenti, caro Moia! Hai scritto un vero e proprio capolavoro di sintesi modernista…
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Andrea Mondinelli