Mortalità infantile: il dato che l’Europa finge di non vedere
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In un’Unione Europea che si autocelebra quotidianamente come paladina dei diritti, della modernità e del progresso sociale, nessuno – e dico nessuno – sembra voler parlare del dato più crudo, più imbarazzante, più rivelatore dello stato reale delle nostre società: l’esplosione della mortalità infantile.
I media prevalenti cercano di convincerci che temi come “diritto all’aborto”, “eutanasia”, siano i soli che interessino i cittadini e non dicono una parola – nemmeno una! – sul diritto di un bambino a nascere e sopravvivere. Non una parola sulla salute delle giovani madri. Eppure, nulla dice di più sulla salute di una società del modo in cui protegge i suoi membri più fragili: i neonati.
La Francia: da faro mondiale della sanità pubblica a caso da manuale del disastro europeo
Una volta, non troppo tempo fa, la Francia era l’esempio mondiale di sanità pubblica ed efficienza ospedaliera. Parliamo degli anni ’70, ’80 e ’90, prima dell’ingresso in un’Unione Europea che avrebbe lentamente ma inesorabilmente corroso l’impalcatura stessa dello Stato sociale francese. A quel tempo, il sistema sanitario francese era considerato il migliore al mondo. La mortalità infantile? Tra le più basse di tutto il pianeta, inferiore persino a quella dei Paesi nordici. Ogni francese, ricco o povero, rurale o urbano, poteva contare su un ospedale pubblico funzionante, su medici presenti, su infermieri formati, su reparti maternità ovunque, anche nei paesi di campagna.
Poi, è arrivata l’Europa. E con essa il vincolo di bilancio, il pareggio strutturale, la riduzione dei “costi fissi”. Un’espressione tecnica elegante per dire: meno medici, meno letti, meno ambulanze, meno pediatri, meno infermiere, meno umanità. Oggi, dopo 20 anni di dogmatismo europeo e 8 anni di macronismo sfrenato, la Francia è in ginocchio. Gli ospedali chiudono, i reparti sono al collasso, il personale sanitario fugge all’estero o cambia mestiere, i pronto soccorso scoppiano. E la mortalità infantile aumenta in maniera folgorante.
L’UE ha fallito. E lo ha fatto clamorosamente.
Oggi la Francia – un Paese considerato centrale nella costruzione dell’Europa sociale – ha un tasso di mortalità infantile superiore alla media europea. E non parliamo di qualche decimale: 3,7 per mille in Francia contro 3,0 della media dei Paesi europei. Peggio ancora, la Francia si piazza al 23° posto su 27 nella classifica europea.
Chi guida la classifica? I soliti Paesi nordici: Finlandia, Svezia, Estonia. Ma non grazie all’UE: grazie a sistemi nazionali che, malgrado Bruxelles, hanno resistito allo smantellamento del pubblico.
Perché sì: l’UE ha abbracciato il modello privatistico americano. Ospedali pubblici chiusi, maternità svuotate, ostetriche in sciopero, infermieri sotto pagati e una burocrazia sanitaria degna di una distopia kafkiana. Il mantra è sempre lo stesso: tagli, “razionalizzazioni”, efficienza di bilancio.
Intanto, negli USA, modello ispiratore, la mortalità infantile è peggiore della Russia.
Sì, hai letto bene. La Russia di Putin ha una mortalità infantile più bassa degli Stati Uniti. Nel 2023, 4,8 per mille in Russia contro 5,6 negli USA. E questo nonostante le sanzioni, l’isolamento economico, le guerre, le crisi interne. Ma evidentemente, quando si investe seriamente nella sanità pubblica, i risultati si vedono. E non dobbiamo dimenticare da dove è partito Putin, non possiamo dimenticare che la mortalità infantile in Russia era del 16,8% nel 1999!
In Russia, nonostante tutto, il sistema sanitario pubblico è stato rafforzato. Mentre l’Occidente “liberale” tagliava e privatizzava, Mosca costruiva ospedali. Mentre in Europa interi reparti chiudevano, in Russia si investiva in medicina prenatale. E i numeri parlano da soli.
La sanità è la cartina tornasole di tutto
Vuoi sapere se un Paese sta andando nella giusta direzione? Guarda la sanità. Vuoi sapere se una società è giusta, civile, equa? Guarda come tratta i suoi neonati. E l’UE, sotto questo punto di vista, è un fallimento colossale.
Certo, possiamo continuare a dibattere su “diritti”, sempre più astratti e ideologici. Ma quando manca il diritto a nascere e vivere dignitosamente, tutto il resto è solo propaganda.
Putin riesce dove noi falliamo
Fa male dirlo, ma è così. Mentre l’Europa si guarda allo specchio e si racconta di essere la culla dei valori e della giustizia, la realtà la smentisce, un neonato alla volta.
E finché non avremo il coraggio di rimettere la salute pubblica al centro del progetto europeo, la nostra decadenza continuerà, silenziosa, nascosta dietro dati che nessuno vuole leggere.
Ma la mortalità infantile non mente, e troppi bambini muoiono prematuramente neH’UE di Ursula. Si manderà un kit di sopravvivenza anche alle giovani madri?
Luca Costa