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D'Avenia, Alessandro - Bianca come il latte, rossa come il sangue

Autore:
Mocchetti, Giovanni
Fonte:
CulturaCattolica.it
Mondadori € 19,00

Leo, «amare» è un verbo, non un sostantivo. Non è una cosa stabilita per tutti, ma si evolve, cresce, sale, scende, s’inabissa, come i fiumi nascosti nel cuore della terra, che, però, non interrompono mai la loro corsa verso il mare…l’amore ci chiede di crescere, come la luna: ne vedi solo uno spicchio, ma lei è sempre lì tutta intera, con i suoi oceani e le sue vette, devi solo aspettare che a poco a poco la luce ne illumini la parte nascosta…”.

Qual è la differenza sostanziale tra i libri di Federico Moccia (“Tre metri sopra il cielo”, “Ho voglia di te”, “Amore 14”…) e questo testo, dal linguaggio accattivante, che racconta l’innamoramento di un liceale per la sua compagna? Perché farei leggere questo libro a tutti i miei ex-alunni/e, che fanno le superiori o ai figli/e dei miei amici? Perché il libro di questo docente di 32 anni mostra di conoscere bene le inquietudini, le paure e i desideri della giovinezza e – nella storia d’amore del sedicenne Leo per Beatrice – riesce a cogliere bene tutti i sussulti più autentici di quello che Manzoni chiama “il sospiro segreto del cuore”, riferendosi all’amore di Lucia per Renzo.
Nei libri di Moccia, l’amore è solo un sentimentalismo fatto di emozioni più o meno effimere, teso al reciproco possesso nella soddisfazione sessuale, così da diventare una forma di egoismo a due. In questo libro si respira invece un’autenticità - pur velata a volte da qualche sdolcinatura - che permette di comprendere che l’amore, anche quello adolescenziale, è fatto d’impeto, attrazione, follia, capacità di sacrificio, offerta di sé, di lacrime, ma anche di gioia, che sprizza da tutti i pori, insomma che l’amore vero è un dono imprevisto e che, come scriveva in un suo testo il cantautore Claudio Chieffo “…non possiamo farci padroni di un amore donato…”.
Sorprende, infine, in un testo così, la positività della presenza degli adulti, capaci di esserci e farsi incontrare dai loro adolescenti, nei momenti più drammatici della loro formazione: un papà, una mamma, un professore, un prete. Non fanno alcun discorso: testimoniano con semplicità i valori della tradizione a cui sono stati educati. L’impeto appassionato di Leo per la sua Beatrice ricorda la figura del vecchio Alex, protagonista dell’indimenticabile “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi.

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