Morti per Cristo, vivi per sempre
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“A quei cattolici che mantengono la propria fedeltà alla Sede di Pietro senza cedere a compromessi, a volte anche a prezzo di gravi sofferenze”.
Nel 2006 sono stati assassinati, mentre svolgevano il loro lavoro nel campo missionario, 24 sacerdoti, religiosi e laici. Questo numero supera di una unità quello dell’anno precedente nel quale, tra l’altro, si era raddoppiata la cifra rispetto al 2004
Come di consueto l’organo informativo “Fides” del Dicastero missionario ha pubblicato al termine dell’anno l’elenco degli operatori pastorali che hanno perso la vita, riferito non solo ai missionari “ad gentes”, ma anche a tutto il personale ecclesiastico che è morte in modo violento o che ha sacrificato la propria vita in maniera cosciente, senza sottrarsi al proprio impegno di testimonianza e apostolato.
Si tratta, tuttavia, spiega l’agenzia “Fides”, di una lista provvisoria alla quale dovrebbero aggiungersi tutti coloro di cui non si avrà mai notizia, “che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano anche con la vita la loro fede in Cristo”.
Quattro giorni prima della pubblicazione di questi dati, Benedetto XVI nel discorso introduttivo all’Angelus aveva rivolto un pensiero speciale “a quei cattolici che mantengono la propria fedeltà alla Sede di Pietro senza cedere a compromessi, a volte anche a prezzo di gravi sofferenze”.
“Tutta la Chiesa ne ammira l’esempio e prega perché essi abbiano la forza di perseverare, sapendo che le loro tribolazioni sono fonte di vittoria, anche se al momento possono sembrare un fallimento”, aveva aggiunto il 26 dicembre scorso.
Padre Elie Koma, della Compagnia di Gesù, di nazionalità burundese, è stato ucciso nella capitale, Bujumbura, nella serata di sabato 4 febbraio 2006. Aveva 59 anni. Passava in automobile nei pressi di un bar sulla strada principale dove un gruppo di uomini armati aveva aperto il fuoco contro un Maggiore delle Forze Nazionali di Difesa del Burundi, Ruguraguza, e sua moglie. Padre Koma sarebbe stato ucciso per eliminare un possibile testimone del delitto. L’auto su cui viaggiava è stata infatti fermata sparando alle gomme, quindi il sacerdote è stato ucciso con cinque proiettili alla schiena. Il sacerdote era molto stimato per il suo apostolato nella direzione degli esercizi spirituali.
Don Andrea Santoro, sacerdote “Fidei donum” della Diocesi di Roma, di 61 anni, è stato ucciso a Trabzon (Turchia) il 5 febbraio 2006 mentre era raccolto in preghiera nella chiesa di Sancta Maria Kilisesi. La sua morte è avvenuta nel periodo di forti proteste da parte del mondo islamico per la pubblicazione su alcuni giornali occidentali di vignette satiriche riguardanti Maometto.
Padre José Alfonso Moreira, della Congregazione dello Spirito Santo (Spiritani), di nazionalità portoghese, è stato ucciso il 9 febbraio 2006 nella sua residenza a Bailundo, in Angola. Aveva 80 anni. Era appena andato a dormire quando una quindicina di persone armate, molto probabilmente banditi, hanno fatto irruzione nella sua camera e lo hanno ucciso senza neanche dargli il tempo di scendere dal letto. Il sacerdote era benvoluto da tutti perché ha reso un’autentica testimonianza di amore per la missione anche in tempi molto difficili.
Il 18 febbraio 2006 don Michael Gajere, sacerdote nigeriano, è stato invece ucciso da un gruppo di uomini armati a Maiduguri, capitale dello Stato di Borno (Nigeria), nel corso di gravi violenze seguite ad una manifestazione di protesta iniziata pacificamente. Prima di essere ucciso don Michael è riuscito a mettere in salvo i leader dei gruppi giovanili della parrocchia.
Aveva 33 anni suor Maria Yermine Yamlean, delle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, nativa di Arui Das-Ambon (Indonesia) quando è stata uccisa il 10 marzo. La religiosa aveva sorpreso un intruso nel convento di Jalan Pattimura, nella città di Ambon, capitale delle isole Molucche. E’ stata uccisa a coltellate. La religiosa era molto attiva nella pastorale e nel Movimento Carismatico, era membro del Consiglio Provinciale della sua Congregazione, Vicesuperiora della Comunità di Ambon e guida della formazione delle aspiranti.
Padre Eusebio Ferrao, di 61 anni, parroco della chiesa di San Francesco a Macasana - nella parte meridionale di Goa (India) -, è stato ucciso nella notte fra il 17 e il 18 marzo. Secondo i suoi parrocchiani padre Ferrao era un uomo pacifico che non aveva nemici.
Monsignor Bruno Baldacci, sacerdote “Fidei Donum” della diocesi di La Spezia, di 63 anni, è stato ritrovato la mattina di giovedì 30 marzo nella sua stanza, presso la parrocchia di Nossa Senhora das Candeias di cui era parroco, a Vitória da Conquista, stato di Bahia (Brasile). Il corpo è stato rinvenuto nella sua stanza e presentava evidenti segni di percosse.
Nei pressi di Cordoba (Argentina), il 12 aprile ha invece perso la vita il sacerdote di 77 anni Luis Montenegro. Da oltre 30 anni era parroco di Nuestra Senora del Rosario a La Calera. E’ stato ucciso a coltellate nel sonno. Secondo quanto affermato da “Fides” l’autore del crimine è stato un giovane pregiudicato, fermato dalla polizia, che aveva aggredito il sacerdote probabilmente a scopo di rapina.
Suor Karen Klimczak, di 62 anni, delle Suore di San Giuseppe di Buffalo, è stata uccisa nella città di Buffalo, stato di New York (Stati Uniti d’America), nel giorno di Venerdì Santo, il 14 aprile. La religiosa aveva dedicato tutta la sua vita ai poveri. Lavorava nella “Bissonette House”, una casa di accoglienza per ex detenuti che la religiosa aiutava a reinserirsi nella società. Proprio uno di loro, ospite della casa, l’ha aggredita per rapina. La religiosa era molto conosciuta in tutta Buffalo per la sua attività a favore dei poveri e della pace, cui aveva dedicato la vita.
Don Galgalo Boru, sacerdote kenyano della parrocchia di Bulesa, nel Vicariato apostolico di Isolo (Kenya), è stato ucciso nel mese di aprile 2006 nella località di Lososia, distretto di Samburu, da alcuni banditi - secondo quanto riferito dall’agenzia “Fides” - che hanno assalito il veicolo su cui stava viaggiando, aprendo il fuoco da entrambi i lati della strada. Insieme al sacerdote è morta un’altra persona che era a bordo dell’automobile.
Don Jorge Piñango Mascareño, Sottosegretario della Conferenza Episcopale Venezuelana, è stato trovato morto lunedì 24 aprile a Caracas. Aveva 47 anni. La Conferenza Episcopale Venezuelana, in un suo comunicato ha affermato che “il percorso umano e sacerdotale del Padre Piñango, è stato marcato, per più di venti anni, dal ministero sacerdotale, dallo spirito delle Beatitudini evangeliche e dalla sua chiara vocazione di servizio”.
Don Josè Carlos Cearense, sacerdote diocesano brasiliano di 44 anni, è stato trovato ucciso a coltellate, con le mani legate dietro la schiena, nella casa parrocchiale accanto alla chiesa di Santa Maria dos Anjos, di cui era parroco, nella località di Delta, nello stato di Minas Gerais (Brasile). Il suo corpo è stato trovato la mattina del 9 maggio.
Don Jude Kimeli Kibor, sacerdote keniano, di 57 anni, impegnato nella pastorale carceraria da cinque anni, è stato trovato morto l’11 maggio nei pressi di Eldoret, mentre stava recandosi a celebrare la Messa, apparentemente a scopo di rapina.
Fra Luis Alfonso Herrera Moreno, francescano colombiano di 46 anni, è stato ucciso a colpi di pietra in località Bonda (Colombia). Il religioso era economo del collegio San Luis Beltran, gestito dalla comunità francescana di Santa Marta. Secondo quanto riferito da “Fides”, il 28 giugno era salito sulla sua automobile per andare a svolgere alcune commissioni. Il giorno seguente è stato ritrovato il suo corpo senza vita. L’unico indizio è che sia stato ucciso in un tentativo di rapina.
Don John Mutiso Kivaya, di 35 anni, sacerdote keniano assistente nella parrocchia di Masinga (Kenya), è stato ucciso a Tala, diocesi di Machakos, la notte del 31 luglio da alcuni teppisti che hanno fatto irruzione nel ristorante dove stava consumando la cena insieme ad altri due sacerdoti. Il sacerdote si trovava nella sua città natale per fare visita ai familiari. I banditi, riporta l’agenzia “Fides”, che hanno rapinato i presenti del denaro e dei telefoni cellulari, hanno ucciso oltre al sacerdote altre due persone, e ferito tre persone.
Don Chidi Okorie, di 31 anni, nigeriano, è stato ucciso ad Afikpo (stato dell’Ebonyi) in Nigeria, nella notte del 4 agosto. Il giovane sacerdote è stato aggredito e pugnalato nella sua abitazione presso la St. Mary’s Catholic Church.
Fratel Augustine Taiwa, di 40 anni, dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), è stato colpito a morte nella sera di lunedì 28 agosto, nei pressi della capitale della Papua Nuova Guinea, Port Moresby. Il missionario è stato aggredito vicino all’Istituto Xavier di Bomana, dove negli ultimi tre anni aveva ricoperto l’incarico di Coordinatore dei corsi pastorali. Era originario della Nuova Britannia orientale.
Suor Leonella Sgorbati, Missionaria della Consolata, italiana, di 66 anni, è stata uccisa il 17 settembre a Mogadiscio (Somalia) mentre si recava all’ospedale in cui prestava servizio, da alcuni sicari che si erano appostati dietro una automobile.
Don Ricardo Antonio Romero, di 53 anni, salvadoregno, è stato ucciso all’alba del 25 settembre a colpi di pietra e bastone, mentre stava percorrendo la strada che congiunge Acajutia a Sonsonate (El Salvador). La polizia sospetta che l’omicidio sia stato compiuto da una delle bande giovanili che imperversano nella zona. Il sacerdote era parroco di Santa Catarina Masahuat, diocesi di Sonsonate, ed era molto conosciuto soprattutto per l’instancabile opera di evangelizzazione che portava avanti e l’assistenza ai poveri e ai più bisognosi.
Don Pascal Koné Naougnon, di 51 anni, della diocesi del Callao (Perù) è stato ucciso il 31 ottobre a Divo, in Costa d’Avorio, dove si trovava missionario dal 2003. E’ stato vittima di un tentativo di rapina nella casa parrocchiale della parrocchia della Sacra Famiglia di Divo. Si fece apprezzare da tutti per il suo stile semplice e il suo impegno per la promozione umana.
Padre Waldyr dos Santos, gesuita brasiliano di 69 anni, e la volontaria laica portoghese Idalina Neto Gomes, di 30 anni, sono stati uccisi alle prime ore del 6 novembre da un gruppo di uomini armati che ha assalito la residenza di Angonia, nella provincia di Tete (Mozambico), ferendo altre due persone. Gli assalitori, dopo aver rubato denaro e altri oggetti, sono fuggiti a bordo delle auto della comunità.
Jacob Fernandez, laico cattolico, gestore della libreria annessa al Santuario del Monte di San Tommaso a Chennai, nello stato del Tamil Nadu (India), il 26 novembre è stato aggredito senza motivo mentre era sul posto di lavoro, da un uomo che lo ha ucciso a colpi di machete. Secondo la ricostruzione - riferisce “Fides” - l’aggressore, in uno stato di esaltazione violenta, chiedeva di incontrare il parroco e gridava rivendicando la proprietà indù del colle dove sorge il Santuario. Jacob aveva una moglie e tre figli.
Johnny Morales, di 34 anni, cooperatore salesiano del Guatemala, è stato ucciso l’8 dicembre in seguito ad una imboscata che gli è stata tesa mentre usciva dal lavoro. Il veicolo sul quale si trovava è stato crivellato di proiettili sparati da vari punti che hanno provocato la sua morte immediata. Johnny Morales collaborava con il “Centro Salesiano P. Sergio Checchi” insieme a sua moglie, anche lei cooperatrice salesiana nello stesso Centro. Si erano sposati appena un anno fa. Johnny lavorava nella Segreteria dell’Amministrazione Tributaria (SAT) e solo due giorni prima era stato destinato alla frontiera di Tecún Umám (Messico), dove c’è un elevato livello di narcotraffico e contrabbando. La causa del crimine sembra vada ricercata proprio nella sua integrità, in quanto avrebbe rifiutato di compiere atti illeciti.