2013 03 13 Ricordiamo i martiri: Pakistan 178 case e 2 chiese di cristiani bruciate
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Una folla di circa 3.000 musulmani ha assaltato e dato fuoco, sabato 9 marzo, a più di cento case di fedeli cristiani nel quartiere Badami Bagh di Lahore, per un caso di presunta blasfemia.
Secondo le prime informazioni raccolte da Fides in loco, sono fra 120 e 140 i fedeli ustionati (uomini, donne bambini) ricorsi a cure ospedaliere.
Fra i feriti vi è anche il Vescovo Akram Gill, della comunità cristiana evangelica pakistana, che era andato in loco per cercare di fermare la violenza.
Già venerdì sera, dopo la preghiera islamica, la folla, “a caccia del blasfemo” avevano messo in fuga 150 famiglie residenti nel quartiere, con donne e bambini, fuggite dalle loro case per evitare il linciaggio.
Poi l’assalto di sabato: 178 case, una dozzina di negozi e due chiese distrutte dalle fiamme. 400 famiglie cristiane senza più nulla né un posto dove vivere. Oltre 2.500 persone terrorizzate. È quanto afferma il rapporto di Caritas Pakistan - inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre dall’arcidiocesi di Lahore – relativo all’attacco al quartiere cristiano di Badami Bagh.
«Ovunque è rimasta solo cenere» si legge nel dossier della Caritas che riporta anche lo choc e la disperazione degli abitanti. La quasi totalità delle abitazioni è inagibile a causa dell’instabilità delle mura e non vi è alcuna possibilità di allestire un campo di emergenza nelle vicinanze.
Ora la Caritas dovrà trovare una diversa sistemazione per le 400 famiglie cristiane, di cui metà cattoliche.
Il caso di presunta blasfemia riguarda il cristiano Savan Masih; secondo i cristiani locali l’accusa di blasfemia è del tutto falsa. Chandar Masih, padre di Savan, ha negato che suo figlio abbia commesso blasfemia, dicendo che egli rispetta profondamente il Profeta.
(Agenzia Fides 9/3/2013)