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2021 09 22 “I Talebani uccidono i cristiani”. Ma per l’Europa non esistono

Fonte:
CulturaCattolica.it
PAKISTAN - Minorenne cristiana violentata scampata all’aguzzino: arrestato il colpevole SIRIA - Siria, crolla la popolazione cristiana dopo un decennio di guerra e sanzioni
NIGERIA - Dodici cristiani uccisi nello stato di Kaduna
MEOTTI: “I Talebani uccidono i cristiani”. Ma per l’Europa non esistono

PAKISTAN - Minorenne cristiana violentata scampata all’aguzzino: arrestato il colpevole

Dopo una indagine condotta con raid in diversi villaggi nell’area di Sahiwal (città nella provincia pakistana del Punjab), la polizia del Pakistan ha arrestato un uomo musulmano per aver rapito, violentato e tramortito una bambina cristiana di 8 anni, liza Younas. Come appreso dall’Agenzia Fides, secondo i funzionari di polizia il colpevole è Muhammad Bota, arrestato e imputato ai sensi dell’articolo 376 del Codice penale, che punisce lo stupro e la violenza privata. La pena prevista dall’ordinamento è la reclusione per un periodo tra 10 e 25 anni o anche la pena di morte.
Ashiknaz Khokhar, promotore dei diritti umani che ha sostenuto e accompagnato la famiglia della vittima nell’iter legale, condannando il brutale attacco, dice a Fides: “Si tratta della crudeltà di un uomo musulmano, che la sera del 2 settembre ha rapito una ragazza minorenne per strada, l’ha violentata e, per nascondere il suo crimine, ha tentato di uccidere la ragazza colpendola con una pietra e lasciandola priva di sensi a terra. Poi è fuggito”
Così Khokhar ricostruisce la vicenda: “Il 2 settembre, la bambina è stata mandata dai genitori a compiere una commissione in un negozio e, non rientrando dopo mezz’ora, i genitori insieme ai vicini di casa hanno iniziato a cercarla. La ragazza è stata ritrovata ferita e in stato confusionale in una strada vicina. E’ quindi stata portata all’Ospedale di Sahiwal per esami medici. Il referto medico informa che è stata violentata e riporta gravi ferite anche in altre parti del corpo. Tuttavia la bambina è stata in grado di riconosce il suo aggressore e ha riferito che Mohammad Bota l’ha adescata e l’ha portata in un edificio dove l’ha violentata, aggredita con una pietra ed poi è fuggito”.
Khokhar rileva: “I casi di abuso sessuale sono particolarmente atroci e lo sono ancora di più quando un abominevole atto di violenza sessuale viene commesso contro un bambino. La minorenne è traumatizzata ed è devastata psicologicamente. È in cura da uno psicologo e da altri medici per essere curata da questo trauma e dalle ferite”. Khokhar aggiunge: “Il processo di guarigione di Liza potrebbe richiedere anni. Ringraziamo i funzionari di polizia, il ministro cristiano Ejaz Alam Augustine e il personale medico per la piena collaborazione nel perseguire il colpevole e risolvere il caso”.
L’organizzazione non governativa “Sahil”, che opera in Pakistan per proteggere i bambini da tutti i tipi di violenza, nel suo Rapporto per l’anno 2020 riferisce che ogni giorno più di 8 bambini subiscono abusi in Pakistan. I casi di azioni criminali ufficialmente denunciate contro i bambini sono aumentati da 2.846 nell’anno 2019 a 2.960 nell’anno 2020. Il rapporto menziona anche che l’80% degli abusi è compiuto da qualcuno che il bambino conosce.
In tale quadro si inserisce la violenza perpetrata a danno delle bambine e ragazze di religione cristiana o indù, compiuta da persone di religione musulmana che disprezzano, discriminano e abusano delle ragazze appartenenti a comunità delle minoranze religiose, con l’idea che tali crimini di violenza , sequestro e stupro possano facilmente restare impuniti. Per questo gli avvocati e le organizzazioni della società civile tengono a segnalare, denunciare e perseguire tali casi, per stroncare la cultura dell’impunità.
(AG-PA) (Agenzia Fides 21/9/2021)

SIRIA - Siria, crolla la popolazione cristiana dopo un decennio di guerra e sanzioni
Secondo i dati diffusi da un partito locale da un totale di circa 8-10% di prima del conflitto si è passati all’attuale 3%. Fonte di AsiaNews: non vi sono statistiche ufficiali, ma il calo è evidente “soprattutto fra i giovani”. Il pericolo di un ulteriore esodo se Europa e Canada “apriranno le porte dell’immigrazione”. Tentativo di unità fra i partiti cristiani.

Circa i due terzi del totale della popolazione cristiana in Siria ha abbandonato il Paese nell’ultimo decennio, dall’inizio del sanguinoso conflitto nella primavera del 2011. È quanto denuncia la Assyrian Democratic Organization (Ado), fazione legata all’amministrazione autonoma curda nel nord-est della Siria (Rojava), secondo cui si è passati dall’8-10% di prima della guerra civile a un dato odierno attorno al 3%.

La diminuzione della popolazione cristiana appare evidente sin dalle aree a maggioranza curda, come la regione di Jazira nel nord-est, dove il numero è crollato da 150mila a soli 55mila. Tuttavia, il calo riguarderebbe anche le aree sotto il controllo governativo dove le difficoltà economiche, la mancanza di risorse, l’impoverimento generale dovuto alle sanzioni e la pandemia di Covid-19 hanno alimentato l’esodo.

Una fonte istituzionale cattolica di AsiaNews nella capitale, dietro anonimato, riferisce che “non vi sono statistiche precise” sul numero dei cristiani che hanno lasciato la nazione. Tuttavia, prosegue, si può affermare che la loro presenza “è diminuita tanto durante questi 10 anni di guerra”. Diversi vescovi, parroci e pastori, seppur in via informale, “hanno notato questo calo soprattutto fra i giovani” e “nel caso in cui Europa e Canada apriranno le porte dell’immigrazione, tanti siriani, soprattutto cristiani, andranno via”.

Delle difficoltà della popolazione cristiana, in particolare quella giovanile, aveva parlato di recente in una “Lettera agli amici” p. Ibrahim Alsabagh, guardiano e sacerdote della parrocchia latina di Aleppo. Per il 50enne religioso francescano “sono molti i problemi che bloccano la possibile ripresa della Siria” e che favoriscono il continuo esodo. Per il futuro, avverte, la “priorità dell’azione pastorale è rivolta ai giovani e alle coppie” che intendono unirsi in matrimonio, in una fase storica in cui “sposarsi è un atto eroico di fede”.

Sul piano politico, invece, iniziano ad emergere iniziative fra le varie fazioni cristiane improntate all’unità e alla collaborazione, unica via per poter acquisire maggior peso economico, sociale e istituzionale. Al riguardo, giungono ulteriori conferme in merito alla decisione della Assyrian Democratic Organization (Ado) e del Syriac Union Party (Sup) di avviare colloqui e trattative fra le parti, nel tentativo di “rafforzare la loro influenza nel Paese”. Henna Sewime, dirigente del Sup, ha dichiarato al sito di informazione curdo Rudaw che i colloqui sono incentrati attorno a tre punti fondamentali: l’unità dei cristiani, l’unità della Siria e il riconoscimento dei cristiani nella futura costituzione del Paese.
(AsiaNews 17/08/2021)

Assolutamente da segnalare il lavoro del giornalista Giulio Meotti https://meotti.substack.com/
segnala costantemente notizie totalmente censurate dai media

“I Talebani uccidono i cristiani”. Ma per l’Europa non esistono

La risoluzione del Parlamento Europeo cita tutti quelli in pericolo, dagli Lgbt alle donne, ma non spende neanche una parola sui cristiani.
Invisibili, come i 12 cristiani assassinati in Nigeria

Giulio Meotti
(…) I cristiani in Afghanistan riferiscono di aver ricevuto telefonate dai talebani, con la minaccia di decapitarli. Un membro del Parlamento britannico ha affermato che rifugiati afghani gli hanno raccontato dei talebani che hanno costretto i membri della famiglia a guardare le decapitazioni dei loro parenti. Un attivista per i diritti umani a Kabul è stato picchiato dopo che i talebani gli hanno detto: “Stai agendo contro l’Islam, ci è permesso uccidere i kafir come te”. E due giornalisti hanno affermato di essere stati minacciati di decapitazione dopo essere stati picchiati per aver filmato una protesta di donne.

Dave Eubank, fondatore di una di queste organizzazioni, Free Burma Rangers, dal Tajikistan, al confine con l’Afghanistan, racconta che i Talebani stanno giustiziando le persone in gruppi di “30-40 per volta”.

Thrower denuncia che i talebani stanno stanando e uccidendo i cristiani con una velocità sorprendente. “Abbiamo iniziato con 300 tre settimane fa e siamo scesi a 55. Avevamo due ragazze che erano con questa famiglia cristiana, i cristiani le hanno trovate dopo che i loro genitori erano stati uccisi. Si erano nascoste e poi sono andate al mercato. I Talebani le hanno trovate, violentate e picchiate”.

Impossibile verificare questi racconti. Ma mentre alla Casa Bianca erano impegnati a darsi delle pacche sulle spalle per l’Afghanistan, definendolo un “successo straordinario”, a 7.000 chilometri di distanza i cristiani piombavano in questo incubo. Possiamo permetterci il lusso di liquidare queste testimonianze? Anche perché le istituzioni che dovrebbero tenere una luce puntata sulla loro sorte non lo stanno facendo. “Non esagero dicendo che i Talebani stanno uccidendo i cristiani”, ha raccontato anche Nina Shea, direttrice del Centro per la libertà religiosa all’Hudson Institute a Stanford e una delle massime autorità mondiali sulla persecuzione dei cristiani.

Il Parlamento Europeo ha appena adottato una risoluzione che condanna la violenza dei Talebani. Descrive in dettaglio la “catastrofe umanitaria in corso”, evidenziando la “persecuzione” delle donne da parte dei Talebani e la “pesante discriminazione” nei confronti delle minoranze, citando gli Hazara sciiti. L’eurodeputato Carlo Fidanza, presidente dell’Intergruppo del Parlamento europeo sulla libertà di religione, ha denunciato: “Questa risoluzione dimostra ancora una volta la colpevole disattenzione dell’Europa, non solo verso i cristiani afgani – che sono del tutto ignorati dal testo – ma verso i cristiani in generale. È preoccupante che ora sia considerato normale che cali il silenzio sulla tragedia dei cristiani perseguitati”. Leggendo la risoluzione non si trova una sola parola sui cristiani di un paese secondo nella classica mondiale di Open Doors fra quelli dove è più pericoloso essere cristiani.

Come facciamo a sapere che i rapporti sui cristiani sotto i Talebani siano veri? Già. Ma noi lo sappiamo che ieri 12 cristiani sono stati uccisi in Nigeria e che i vescovi in Burkina Faso in questi giorni stanno chiudendo molte chiese per le conversioni forzate all’Islam sotto minaccia di morte? Cosa vogliono farci sapere di questa vergogna globale, in cui le madri cristiane incinte si devono nascondere per quattro giorni con i figli? Praticamente niente. Ancora non si è capito perché.

Ecco la notizia cui fa riferimento Meotti

Dodici cristiani uccisi in attacchi di sospetti militanti Fulani nello stato di Kaduna, Nigeria
17 settembre 2021
Sospetti militanti Fulani hanno ucciso 12 persone cristiane durante un raid nel villaggio di Peigyim, vicino a Kibori, nel capo di Atyap dell’area del governo locale di Zango-Kataf dello stato di Kaduna, nella fascia centrale della Nigeria.
L’attacco è avvenuto durante la forte pioggia della sera di domenica 12 settembre, ed è avvenuto meno di 24 ore dopo l’omicidio del pastore Silas Yakubu Ali, nella stessa località. Il pastore Silas stava tornando dalla visita di suo figlio nel tardo pomeriggio di sabato quando è stato teso un’imboscata e ucciso da aggressori non identificati.
Il funerale del parroco si è svolto il 16 settembre. Il pastore Jonathan Nkom, officiante, ha fatto appello alla famiglia in lutto affinché tragga conforto in Dio per la scomparsa dell’amato pastore di 55 anni. Nkom ha pregato Dio di assicurare alla giustizia coloro che hanno ucciso il pastore Ali e gli altri.
(Fondo Barnabas e da altre fonti)

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