2021 12 22 Laici con i cattolici. Languidi con i musulmani
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MEOTTI - Laici con i cattolici. Languidi con i musulmani
MOZAMBICO - Jihadisti decapitano pastore evangelico
È dall’ottobre 2017 colpiscono i distretti di Cabo Delgado, ricchi di ricchezze naturali, appoggiati dai Paesi arabi
La guerriglia ribelle di Capo Delgado, provincia dell’estremo nord del Mozambico, è tornata a colpire, provocando di nuovo orrore e paura nella popolazione locale. I sedicenti jihadisti, che da tempo sostengono di avere legami con il Daesh, hanno infatti decapitato un pastore evangelico nel distretto di Macomia, secondo quanto riportato dal giornale locale Carta de Mocambique.
La moglie della vittima, residente del villaggio di Nova Zambézia, si è presentata mercoledì al comando della polizia distrettuale con una borsa che conteneva la testa di suo marito. La donna ha raccontato che gli assassini hanno fermato il pastore in un campo, lo hanno decapitato e hanno consegnato la testa alla vedova «ordinandole di informare le autorità».
È solo l’ultimo di una serie di attacchi simili che da ottobre 2017 colpiscono i distretti di Cabo Delgado, ricchi di risorse naturali. Gli scontri con le forze di sicurezza hanno causato 800mila sfollati e 3mila morti. Gli islamisti si sono recentemente spostati nella provincia di Niassa dopo l’offensiva congiunta delle forze mozambicane, ruandesi e dei Paesi vicini.
(Avvenire Paolo M. Alfieri venerdì 17 dicembre 2021)
COLOMBIA - Indignazione e tristezza per la distruzione di due statue della Madonna
Il tempo di Avvento ci presenta la Vergine Maria come la donna che attende, con ineffabile amore, il compimento della promessa della salvezza, per questo “provoca grande indignazione e tristezza, in questo tempo di gioiosa speranza, la profanazione delle immagini della Beata Vergine, facendole crollare dal loro piedistallo e distruggendole totalmente”. Lo dichiara Monsignor Farly Yovany Gil Betancur, Vescovo della diocesi colombiana di Montelíbano, condannando gli atti di vandalismo che si sono verificati contro le immagini della Beata Vergine Maria nel quartiere di La Lucha e all’ingresso del comune di Montelíbano, sottoregione di Alto San Jorge cordobés.
Nel suo pronunciamento il Vescovo lamenta che “queste azioni di intolleranza religiosa, che minacciano la libertà di culto, si ripetano in diverse occasioni. Tali atti feriscono profondamente la fede del popolo cristiano cattolico della comunità montelibanese”. Inoltre sottolinea che “la libertà religiosa cerca il bene di tutti, quando c’è rispetto per la differenza e quando sono tollerate le varie manifestazioni della fede; tutti abbiamo diritto alle nostre convinzioni e di esprimerle secondo le tradizioni e i costumi propri”.
La diocesi ha presentato la relativa denuncia alle autorità competenti, chiedendo un’indagine su questi fatti “che dimostrano una flagrante attitudine all’intolleranza religiosa”. Infine il Vescovo implora da Dio “la conversione di coloro che hanno commesso questo atto sacrilego” ed esorta i fedeli della diocesi “ad unirsi in preghiera per coloro che generano violenza con i loro atti di fanatismo religioso, affinché cambino mentalità, e perché non si ripetano tali atti che feriscono i sentimenti religiosi di un popolo radicato nella fede”. (SL) (Agenzia Fides 17/12/2021)
Assolutamente da segnalare il lavoro del giornalista Giulio Meotti https://meotti.substack.com/
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Laici con i cattolici. Languidi con i musulmani
Non bastavano roghi di chiese e fedeli aggrediti, giudici in Francia rimuovono statue di santi e Papi, presepi e campanili. Spazio pubblico scristianizzato e islamizzato con la generosità dei sindaci
“Tutto è cristiano”, scriveva anche un intellettuale comunista come Jean-Paul Sartre dopo la guerra. Duemila anni di Cristianesimo hanno lasciato nella cultura, nella lingua e nel paesaggio francese tracce profonde. Ma c’è un deliberato tentativo di cancellarle da parte delle autorità.
In Vandea, i giudici hanno appena deciso che una statua di San Michele “viola la laicità” e ne hanno ordinato l’immediata rimozione. Lo stesso giorno, sempre a Sables d’Olonne, una statua di Maria è stata vandalizzata e bruciata.
Nei giorni precedenti era stata la volta di una statua della Madonna a Tolone da rimuovere in ottemperanza alla legge sulla laicità.
Jean-François Chemain lo ha chiamato “sradicamento di ogni segno cristiano dal paesaggio pubblico”. Il tribunale di Rennes ha deciso che la statua di Giovanni Paolo II in una piazza, narrativa eretta. Un Papa è stato trattato come Lenin dopo il crollo dell’Unione Sovietica.
Poi, un tribunale ha ordinato al comune di Publier di rimuovere una statua della Vergine Maria. La senatrice Nathalie Goulet ha parlato di “ ayatollah del laicismo “. Perfino il sindaco socialista, Gaston Lacroix, è rimasto senza parole: “Non pensavo si arrivasse fino a questo punto”.
Il Consiglio di Stato ha stabilito che “l’installazione temporanea di presepi in un luogo pubblico è legale se ha un valore culturale, artistico o di festa, ma non se esprime il riconoscimento di un culto o di una religione”. Quante precauzioni linguistiche per giustificare una tradizione millenaria! A Béziers in questi giorni c’è una mobilitazione per rimuovere il presepe dal municipio.
Nella città di Scaer, una casa di riposo è stata oggetto di denuncia per la presenza di un affresco della Vergine Maria. Poi è stata la volta della mangiatoia nella stazione ferroviaria di Villefranche-de-Rierge. A Boissettes, le campane delle chiese oggi sono mute per decisione del giudice. Anche le campane della chiesa di Sainte Ruffine sono state fornite al silenzio dalle autorità. Il mensile libertario Causeurtitolo così: “La fine della Francia dei campanili?”. Commentando il caso della chiesa di Boissettes, lo scrittore Renaud Camus ha detto: “Il laicismo è il cavallo di Troia della conquista musulmana. In questo gioco, l’islam vince sempre. Nessuna nazione, nessun popolo, nessuna civiltà può sopravvivere se mantiene questa regola suicida”.
Edouard de Lamaze, presidente dell’Osservatorio per il patrimonio religioso, ha spiegato : “Non dobbiamo essere ingenui. Il nostro paesaggio sta cambiando. Una nuova moschea apre ogni due settimane, mentre ogni anno scompaiono tra 40 e 50 chiese: demolite, o radicalmente ricostruite. È la ‘pesante eredità’ della legge sulla laicità approvata nel 1905, quando le chiese sono passate ai comuni che però non hanno i soldi per proteggerle e restaurarle, o preferiscono venderle per finanziare la costruzione di scuole, case di riposo, rotonde”. Ma gli stessi comuni sono molto generosi con le moschee.
Leggendo Jean-Christophe Moreau in Islamophobie, la contre-enquête, infatti, si scopre che “quando si tratta di Islam, ogni scrupolo per la neutralità lascia il posto a un chiaro attivismo dei comuni”, dai terreni venduti a sette euro e mezzo al metro quadro per costruirci sopra una moschea alle sovvenzioni culturali da milioni di euro (a Strasburgo il sindaco finanzia la Grande Moschea dei turchi). “Su 190 luoghi di culto musulmani in costruzione, 114 progetti sono stati resi possibili grazie alla vendita di terreni comunali”, rivela Moreau su Le Figaro. “Tutto suggerisce che i comuni stanno per diventare i primi proprietari terrieri della fede musulmana. Inizia così il progetto della Grande Moschea di Tours grazie a una vendita di un terreno a un prezzo irrisorio (7,5 euro per metro quadro) e una promessa di sussidio ‘culturale’ della cifra di 2,5 milioni di euro. Allo stesso modo, il comune di Évreux ha votato per mettere a disposizione 5.000 metri quadri di terreno per un euro simbolico a beneficio del progetto dell’Unione religiosa musulmana. A Nantes, la moschea di Assalam (inaugurata nel 2012) è stata costruita su un terreno venduto dal comune, beneficiando di un contributo ‘culturale’ di 200.000 euro e di una garanzia di prestito di 346.800 euro”. Il sindaco di Bobigny ha firmato un contratto di locazione per la moschea a un euro simbolico. Unclichy, dove i musulmani da anni pregano per strada alla faccia della laicità, aprirà presto la Grande Moschea: 270.000 euro di sovvenzione del municipio.
Scrive allora Charles Consigny sul settimanale Le Point che “a forza di questa tabula rasa del suo passato, la Francia farà piazza pulita del suo futuro”. Nella guerra fra “il cubo e la cattedrale”, fra la Grande Arche de la Défense fatto costruire a Parigi da François Mitterrand come monumento alla laicità, e la Cattedrale di Notre-Dame, ormai ridotta a museo politicamente corretto, il cubo ha la meglio sulla cattedrale. Ma entrambe, se continua così, saranno sovrastate da una mezzaluna.