2022 03 09 Nigeria, dove ogni due ore un cristiano viene ucciso perché cristiano dagli islamici
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MEOTTI: La nostra drôle de guerre ai simboli cristiani
HONDURAS - Sacerdote ucciso a colpi d’arma da fuoco
“Il padre Enrique Vasquez è stato assassinato, è stato ritrovato cadavere a nord di San Pedro. Ancora una volta il sangue dei martiri bagna la nostra terra”: queste le commosse parole di Monsignor Ángel Garachana Pérez, Vescovo di San Pedro Sula, che in un videomessaggio ha annunciato il ritrovamento del sacerdote della sua diocesi.
Secondo le notizie raccolte da Fides, il corpo del sacerdote è stato trovato la notte di mercoledì 2 marzo, era nella sua automobile, in una zona secondaria di Santa Cruz de Yojoa, dove era andato a trovare i genitori, senza però arrivarci. Non avendo documenti indosso, è stato trasportato all’istituto di medicina legale. Il giorno dopo, la diocesi ha denunciato la sua scomparsa, senza sapere del ritrovamento del cadavere. Il Vescovo si è recato ad identificarlo e ha comunicato che don Enrique era stato colpito da colpi di arma da fuoco in diverse parti del corpo,
“Il dolore mi tocca molto da vicino, perché si tratta di un sacerdote della diocesi di San Pedro Sula, che ho ordinato e accompagnato” ha detto il Vescovo nel videomessaggio, esprimendo le condoglianze, l’affetto e la preghiera ai familiari e alla sua comunità. “Chiedo alle nostre autorità che la sicurezza dei cittadini sia una delle priorità dell’attuale governo” ha ribadito Mons. Ángel Garachana Pérez, che ha anche lanciato un appello alle famiglie, alle scuole, alla Chiesa stessa, per educare i giovani ad una cultura del rispetto della vita e della pace, “perché il sogno di un Honduras migliore diventi realtà”.
Don Enrique Vasquez, conosciuto affettuosamente come “Quique”, era nato nel 1974. Era originario di Agua Azul Sierra de Santa Cruz de Yojoa. Era stato ordinato sacerdote 16 anni fa e attualmente era parroco di San José, nel quartiere di Medina di San Pedro Sula. Viene ricordato dai suoi compagni di seminario e dai suoi fedeli per la sua amabilità e per la sua amicizia. Nella sua diocesi ricopriva anche l’incarico di Direttore diocesano delle Pontificie Opere Missionarie (POM), che si uniscono alla preghiera di suffragio per la sua anima, invocando la consolazione di Dio e la pace per i familiari e per la Chiesa honduregna.
(SL) (Agenzia Fides 4/3/2022)
PREGHIERA PER LA PACE (ricordando TUTTE le guerre):
TESTIMONIANZE
UCRAINA - I frati francescani: “La grazia di Dio ha salvato la città dalla devastazione”
“Attualmente la città di Konotop è sotto assedio e a tutti gli ingressi ci sono posti di blocco russi che vietano ai civili di lasciare la città e non consentono la consegna di cibo e medicine. Pertanto, a causa di queste privazioni, c’è una grande carenza di carburante, medicinali e generi alimentari”. Cosi riferisce in un video messaggio inviato all'Agenzia Fides, il frate minore p. Romualdo Zagursky OFM, che opera nella città di Konotop, nell'Ucraina nordorientale, a 90 chilometri dal confine con la Federazione Russa. “Insieme ai nostri parrocchiani - spiega - accogliamo varie persone nel nostro Convento, che mai abbiamo abbandonato, per poter offrire durante i bombardamenti un luogo sicuro per pernottare soprattutto per gli abitanti della città che vivono nei palazzi e che non hanno accesso a seminterrati o rifugi antiaerei. Tutti i giorni, dalle 9 del mattino - precisa - ci mettiamo in fila per comprare pane, latte, generi alimentari e medicinali.
Padre Zagursky racconta questi difficili giorni di guerra: “Verso le ore 11 del 2 marzo, è arrivato un trasportatore corazzato russo, insieme all'auto di scorta, per iniziare le trattative con le autorità locali. Ero presente a questo evento, perché in quel momento ero andato a comprare medicinali per le donne partorienti in ospedale. I militari russi - prosegue il frate- hanno minacciato di mettere in atto bombardamenti dell'artiglieria e di distruggere la città in caso di attacchi da parte della popolazione locale e hanno dato un’ora di tempo per decidere”.
Nonostante la tensione e la paura, i fedeli si sono uniti nella preghiera: “La sera prima - riferisce il francescano - avevo avvisato i nostri parrocchiani che la Santa Messa si sarebbe celebrata alle ore 12. Abbiamo pregato proprio nel momento in cui si stavano svolgendo le trattative da cui dipendeva il destino della città di 80mila abitanti. Tutti i presenti alla messa hanno potuto sperimentare quanto sia attuale la Parola di Dio, così come le parole della Prima Lettura del Libro di Gioele (Gl 2,12-18) 'Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti. Tra il vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: Perdona, Signore, al tuo popolo”.
“Ognuna di queste parole - dice a Fides padre Romualdo - ci ha confermato la presenza del Signore e ha dato speranza per l’oggi che stiamo vivendo. Subito dopo la fine della liturgia, abbiamo appreso che i colloqui si erano conclusi pacificamente, a condizione che nessuna delle due parti si provocasse a vicenda”. “Credo pertanto che oggi sia stata l’opera della grazia di Dio a salvare la nostra città dalla devastazione e da un gran numero di vittime civili”, afferma.
Il religioso in conclusione ringrazia “per le preghiere di molte persone in tutto il mondo, per le donazioni provenienti da diversi paesi e città”, e lancia un appello: “Chiedo un’ulteriore preghiera per la pace, che questo conflitto posso finire al più presto, come richiesto dalla Madre di Dio a Fatima”.
(ES-PA) (Agenzia Fides 3/3/2022)
SIRIA - Oscurata dall'Ucraina, la strage in Siria prosegue: almeno 333 morti in un mese
Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui nel bilancio si contano 161 vittime civili, di cui 34 tra bambini e adolescenti e 11 donne
La guerra in Ucraina ha distolto l’attenzione dagli altri conflitti. Che purtroppo sono forse meno mediatici, ma non meno gravi. E trecentotrentatre persone sono state uccise solo a febbraio nella guerra in corso in Siria da circa 11 anni. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui nel bilancio si contano 161 vittime civili, di cui 34 tra bambini e adolescenti e 11 donne.
L’Osservatorio denota anche un aumento dei bombardamenti nella «de-escalation zone» che si estende tra la periferia di Aleppo e il governatorato di Lattakia e che ha visto oltre 1.400 missili caduti su obiettivi civili e militari.
La zona, decretata esattamente due anni fa, è detta anche «la zona Putin-Erdogan» in riferimento ai due sponsor dell’accordo.
Sarebbero diminuiti, invece, i raid effettuati dall’aviazione russa contro le postazioni anti-regime, passati da oltre 50 incursioni registrate a gennaio, alle sei del mese scorso. A Damasco, che ha seguito fedelmente il riconoscimento da parte di Mosca delle due repubbliche popolari del Donbass, continua intanto la propaganda filo-Putin. Ieri, il viceministro degli Esteri Bashar Jaafari non ha escluso che i servizi americani possano procedere «al trasferimento dei terroristi del Daesh e di al-Nusra dalla Siria in Ucraina» con l’obiettivo di ostacolare l’avanzata russa. Le preoccupazioni della popolazione riguardano piuttosto un’eventuale interruzione del rifornimento di alcune derrate alimentari e generi di prima necessità, finora resi disponibili dai cargo di Mosca.
All’indomani dell’offensiva russa, il governo siriano ha deciso di rafforzare il razionamento di grano, zucchero, olio, riso e patate «per meglio gestire le provviste disponibili nei prossimi due mesi». Il governo siriano teme inoltre l’esaurimento delle scorte di carburante, anch’esso finora importato principalmente dalla Russia. Se le navi cisterna dovessero fermarsi, c’è l’elevato rischio di un’impennata dei prezzi e di una conseguente esplosione delle proteste popolari. Un recente rapporto dell’Onu indica che il numero dei siriani che hanno bisogno di assistenza umanitaria è vicino ai 15 milioni e che il 76 per cento delle famiglie non sono in grado di assicurare il loro fabbisogno di base.
(Avvenire Camille Eid mercoledì 2 marzo 2022)
Assolutamente da segnalare il lavoro del giornalista Giulio Meotti https://meotti.substack.com/
segnala costantemente notizie totalmente censurate dai media
La nostra drôle de guerre ai simboli cristiani
In Ucraina si portano nei bunker le statue di Gesù, in Europa vanno salvate dai giudici che le sradicano dalle piazze. La loro identità li sorregge in guerra. Noi barcolliamo ubriachi in
Giulio Meotti
Mentre la famosa statua del Cristo Salvatore della cattedrale di Leopoli è stata rimossa - insieme ad altre opere d'arte della città - e portata in un bunker mondiale, come non succedeva dalla Seconda guerra, nell'Europa occidentale non toccata dal conflitto, si consumava una drôle guerre ai cristiani Questa espressione, che sta "strana guerra", indica il periodo dal 3 settembre 1939, quando la Francia dichiara guerra alla Germania nazista, e il maggio 1940, quando la venne invasa dai nazisti. Nove mesi in cui sul fronte occidentale non accade niente e che spingerà gli storici transalpini a chiamarla drôle de guerre (la guerra farsa o buffa). Nel 1939, un giornalista spagnolo, Manuel Chaves Nogales, fuggì in Francia dove assistette al crollo della Repubblica francese. Il suo libro, Agonia della Francia, è assolutamente attuale. Nelle pagine di questo saggio (del 1941), Nogales racconta che mentre i soldati tedeschi marciavano per le strade di Parigi i francesi sciamavano fuori dai cinema, “in tempo per l'aperitivo al bistrot”.
Il Tribunale di Poitiers, dove nel 732 Carlo Martello salvò l'Europa dall'avanzata arabo-islamica, ha appena ordinato la rimozione cristiana di una statua raffigurante la Vergine Maria “in nome della laicità”. Era stata costruita nel 1945 dopo il ritorno di un padre con il figlio dai campi di morte della Seconda Guerra Mondiale, quando la “strana guerra” era diventata una tragedia senza precedenti. L'associazione anticlericale "La Libre Pensée", che ha fatto rimuovere dai giudici la statua, è guidata dal trotskista Jean-Marc Schiappa, padre di Marlène, ministro di Emmanuel Macron…La politica europea riserva sempre strane sorprese. Tutti i segni del proselitismo islamico, sempre più diffusi nello spazio pubblico europeo, non sconvolgono questi fanatici del “Libero Pensiero” che partecipano, come altre associazioni, sindacati, scuole, intellettuali), a distruggere, minare e rimuovere tutte le fondamenta della cultura millenaria della Francia.
Appena tre mesi fa, in Vandea, i giudici hanno deciso che una statua di San Michele “viola la lai” e ne hanno ordinato la rimozione. Lo stesso giorno, a Sables d'Olonne, una statua di Maria è stata bruciata. Nei precedenti era stata la volta di un'altra statua della Madonna a Tolone da rimuovere per giorni violati della laicità. Il tribunale di Rennes ha deciso che la statua di Giovanni Paolo II, eretta in una piazza, andava rimossa. Un altro tribunale ha ordinato al comune di Publier di rimuovere una statua della Vergine Maria. Ogni giorno, durante la ricreazione, i bambini della scuola elementare Laval (Isère) si divertono nel parco giochi, ma la recinzione sfiorava la statua della Vergine, installato lì molto prima dell'apertura della scuola, negli anni '90. Così hanno deciso di spostarla. La Vergine ora non vede più i bambini giocare, ma le macchine passare…
Parlando con Le Figarodel weekend, il filosofo Robert Redeker spiega che la guerra in Ucraina “è un terremoto di quello che Cornelius Castoriadis ha chiamato 'l'immaginario istitutivo' della politica. Quello dell'Europa dopo il 1945 è stata dominata da un'antropologia ottimista, dall'irenismo per cui lo sviluppo economico e la prosperità deve rimuovere le cause del conflitto. E che alla fine, come volevano Marx ed Engels, la politica sarebbe stata solo la gestione del benessere quotidiano. Da questo punto di vista, gli stessi liberali erano marxisti senza saperlo. Questo ingenuo ottimismo sulla natura umana si diffonde con il progredire della scristianizzazione. L'Europa è sprofondata così nell'amnesia, dimenticando le condizioni di possibilità di ciò che giustamente custodisce, l'eredità comune del giudeo-cristianesimo e dell’Illuminismo. Nel corso di decenni di pace e prosperità, questa amnesia alla fine l'ha indebolita spiritualmente, facendola esporre come una preda. Gli islamisti furono i primi a rendersene conto. I nostri popoli vogliono un'Europa senza nazioni, un vasto supermercato spensierato e post-nazionale, superato adesso dalla storia, la cui tragedia è l'ingrediente e il lievito”.
Neanche tre mesi fa discutevamo la direttiva della Commissione Europea che invitava a non dire più “Buon Natale” ea usare il nome “Marie”. Troppo cristiani…Ora il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dice: "Anche se distruggereste tutte le cattedrali e chiese ucraine, non distruggerete la nostra fede”. I Russi non si divertono ad abbattere cattedrali ortodosse. In Ucraina non c'è una guerra contro i cristiani, come in Nigeria, dove ogni due ore un cristiano viene ucciso perché cristiano dagli islamici. Ma gli Ucraini in questa guerra hanno dimostrato un attaccamento inusitato per un paese europeo verso le proprie chiese, i propri simboli cristiani, la propria fede storica (uno dei motivi poco o per nulla raccontati della guerra è lo scisma fra le due chiese ortodosse, ucraina e russa).
La loro identità li sorregge in tempo di guerra. Noi Europei occidentali che non ne abbiamo più barcolliamo in tempo di pace.