2022 04 06 Per l’Europa noi cristiani siamo solo una specie in via di estinzione?
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MEOTTI - Le fosse comuni di cristiani che i nostri media eroici hanno paura di mostrare all’Occidente
BURKINA FASO - Suora americana di 83 anni stata rapita da uomini armati in Burkina Faso
Il rapimento è accaduto di notte nella comunità delle suore della parrocchia di Yalgo, nella diocesi di Kaya
Una suora americana di 83 anni è stata rapita durante la notte nel Nord del Burkina Faso. Lo ha denunciato la sua diocesi. “Nella notte uomini armati non identificati sono giunti nella comunità delle suore della parrocchia di Yalgo, nella diocesi di Kaya. Hanno rapito la sorella Suellen Tennison della Congregazione delle Marianite di Santa Croce”, si legge in una nota della diocesi. I banditi ha spiegato il vescovo di Kaya, monsignor Theophile Nare, prima di fuggire hanno devastato la stanza della religiosa cercando oggetti di valore e poi hanno messo fuori uso l’unica vettura della parrocchia per evitare di essere inseguiti.
Il nord del Burkina Faso è da tempo teatro dell’azione di gruppi jihadisti che si riconoscono nella branca nordafricana di al-Qaeda (Aqmi) mentre le milizie fedeli al Daesh sono ormai minoritarie. Tutti si finanziano, comunque da tempo con i sequestri a scopo di estorsione di occidentali. Tra questi anche è padre Luigi Maccalli, missionario della Società delle missioni africane (Sma) sequestrato in Niger tra il 17 e il 18 settembre del 2018 e successivamente trasferito dai miliziani che lo avevano sequestrato in Burkina Faso. Il padre missionario 59enne della provincia di Crema 59enne liberato l’8 ottobre del 2020 in Mali dopo una lunga mediazione gestita anche dalla Farnesina.
(Avvenire Redazione Internet martedì 5 aprile 2022)
Assolutamente da segnalare il lavoro del giornalista Giulio Meotti https://meotti.substack.com/
segnala costantemente notizie totalmente censurate dai media
Le fosse comuni di cristiani che i nostri media eroici hanno paura di mostrare all’Occidente
Così un vescovo nigeriano dopo 50 morti nell’ultima strage islamica. “Uccise donne e bambini, bruciate chiese e rapiti i preti. Per l’Europa noi cristiani siamo solo una specie in via di estinzione?”
(Giulio Meotti)
Nell’era di informazioni h24 sui nostri cellulari, computer, televisori e social, l’umanitarismo è virale per tutti, tranne che l’abominio subito dai cristiani perseguitati, che deve rimanere senza immagini e senza titoli, tra un Occidente espiatorio e un Islam radicale che li perseguita.
“Ogni due ore un cristiano è ucciso in Nigeria”, dice il rapporto 2022 della World Watch List di Open Doors, dove la Nigeria guida la classifica mondiale dei cristiani uccisi per la loro fede con 4.650 morti nel 2021, rispetto ai 3.530 del 2020.
I musulmani Fulani hanno appena ucciso 50 cristiani e rapito un sacerdote cattolico in attacchi alle comunità cristiane nello stato di Kaduna. “Hanno bruciato case, una chiesa, negozi e ucciso animali”, ha detto un testimone a Morning Star News. “Non hanno permesso che venissero seppelliti nemmeno i cadaveri e sparato alle persone in lutto che sono tornati nei villaggi per celebrare i funerali. Donne e bambini sono tra le vittime”. Il sacerdote cattolico Felix Fidson Zakari è stato rapito. Cosa lo attende? “Siamo stati torturati, ero così scioccato da non riuscire neanche a pregare”, ha raccontato a dicembre padre Bako Francis Awesuh ad Aid to the Church in need. Il parroco della chiesa cattolica di Gadanaji, sempre a Kaduna, è stato rapito dai Fulani e rilasciato dopo il riscatto di 15.000 euro. I bambini cristiani rapiti sono islamizzati, convertiti e gli viene dato un nome arabo. E soltanto a marzo sono stati rapiti tre sacerdoti cattolici.
Nella penisola arabica, in Niger, Mali, Sudan, Nigeria e Mauritania, la schiavitù dei neri non musulmani è praticata su vasta scala. Gli ultimi paesi al mondo a ratificare (almeno ufficialmente) l’abolizione della schiavitù sono due stati governati dalla Sharia, che consente la schiavitù: l’Arabia Saudita nel 1962 e la Mauritania nel 1981. Il grande storico delle civiltà e del Mediterraneo, Fernand Braudel, riteneva infatti che l’Islam fosse “la civiltà degli schiavi per eccellenza”. Ma gli Occidentali che si battono costantemente il petto e riservano la loro indignazione alla sola denuncia della schiavitù europea fanno finta di non sapere che gli imperi arabo-musulmano, turco-ottomano, i pirati moreschi e balcanici, hanno ridotto in schiavitù milioni di cristiani, slavi europei e neri africani. “Esclavonia” (l’odierna Slavonia, Croazia orientale), non per niente in arabo veniva chiamata “terra degli schiavi”.
Oggi i nuovi schiavi sono i cristiani d’Africa.
“Anche il genocidio ruandese è stato inizialmente chiamato ‘conflitto contadini-pastori’, e guarda cosa è diventato. Il Ruanda ha le dimensioni di uno stato nigeriano. Il mondo non sarà in grado di far fronte alle conseguenze. È in atto un genocidio in Nigeria?”. Questa è la domanda appena posta dalla baronessa Cox, membro della Camera dei Lord britannica e presidente dell’Humanitarian Aid Relief Trust, nel suo preambolo all’ultimo rapporto della sua organizzazione: “Mentre l’attenzione del mondo si rivolge all’Ucraina, non dobbiamo dimenticare la sofferenza dei nigeriani. Decine di migliaia di persone sono state uccise in orribili attacchi terroristici. Milioni di persone sfollate. I bambini non possono andare a scuola. Alcuni osservatori sono arrivati al punto di descrivere l’aumento degli attacchi come una campagna di pulizia etno-religiosa. In molti si pongono la domanda: è in atto un genocidio in Nigeria? Nonostante la portata e la natura della violenza, raramente fa notizia. La crisi resta nascosta ai media mondiali”.
Mentre i cristiani venivano assassinati in Nigeria, i media occidentali dedicavano spazio sull’etere e in pagina a un maiale legato in un nuovo parco a tema in Cina su BBC, The Independent, New York Times, Sky News, Deutsche Welle e molti altri media mainstream. Così, anche l’uccisione di un gorilla in uno zoo in America ha suscitato più copertura mediatica della decapitazione di 21 cristiani su una spiaggia in Libia: ABC, CBS e NBC hanno dedicato sei volte più servizi alla morte del gorilla rispetto all’uccisione dei cristiani, su cui Martin Mosebach ha appena pubblicato in italiano per Cantagalli il libro I 21.
Ma se i media ormai contano e no, di più conta il petrolio. E come racconta African Business, con la stretta sul petrolio russo quello della Nigeria diventerà sempre più importante per l’Europa. La Nigeria è il più grande produttore di petrolio in Africa, il sesto esportatore mondiale e detiene la decima riserva di petrolio al mondo. Questi cristiani, ha detto Marc Fromager di Aiuto alla chiesa che soffre, “pensano di essere stati venduti per 30 barili di petrolio da parte delle autorità politiche dell’Occidente”.
Tace molto anche la gerarchia cattolica. Uno dei pochi a farsi sentire è il cardinale spagnolo Antonio Cañizares, che parla di “silenzio colpevole” dell’Occidente.
In effetti non deve essere stato facile nascondere 100.000 morti cristiani e le 13.000 chiese distrutte di cui ha parlato Open Doors. L’International Organization for Peace Building and Social Justice, l’International Committee on Nigeria e l’All-Party Parliamentary Group for International Freedom of Religion or Belief in un rapporto rilevano che 100.000 cristiani sono stati uccisi in Nigeria in vent’anni. Boko Haram, al Qaida, Fulani e altri gruppi estremisti sono responsabili della morte di oltre 96.000 cristiani in 21.000 attacchi separati. Secondo il rapporto, 43.242 cristiani sono stati uccisi a seguito di attacchi terroristici inflitti da Boko Haram, Stato islamico e al Qaida; 18.834 sono morti in attacchi dei fulani e 34.233 degli altri gruppi armati. Si arriva a quel numero devastante, 100.000 in vent’anni, se pensiamo che l’International Christian Concern valuta in 50-70.000 il numero di cristiani uccisi soltanto negli ultimi dieci anni (le violenze islamiche iniziarono a Kano nel 2003-2004).
Non c’è posto per i cristiani nell’islamizzazione africana. La polizia nigeriana ha appena distrutto 4 milioni di bottiglie di birra con i bulldozer nella città settentrionale di Kano, davanti alla folla che gridava “Allahu Akbar”. Secondo Mondafrique, il Qatar, il ricchissimo emirato petrolifero che ora accorre in aiuto dell’Europa a corto di idrocarburi, è all’origine di questa nuova islamizzazione di massa sotto la copertura dell’aiuto umanitario. “Predicatori sono venuti dal Qatar e dal Pakistan, sono state create scuole coraniche e istituiti centri di beneficienza. Le azioni umanitarie servono da cavallo di Troia per l’Islam radicale”.
In visita in Svizzera dal 12 al 20 marzo su invito di Aiuto alla Chiesa che Soffre, il sacerdote nigeriano Obiora Francis Ike ha avvertito l’Occidente: “Uscite dalla vostra comfort zone, svegliatevi, vedete il pericolo: in Nigeria i terroristi jihadisti, finanziati dai politici locali e dai Paesi del Golfo, vogliono islamizzare il paese. L’Occidente non è intenzionato a sostenere i cristiani in Africa!”.
“Per stanchezza o per vergogna, o entrambi, chiudiamo gli occhi”, scrive su Le Point Franz-Olivier Giesbert. “La vita dei cristiani dell’Est, dell’Africa o dell’Asia non vale niente? Questa è una domanda che abbiamo il diritto di porci quando vediamo il posto che i nostri cari media danno alle uccisioni e alle discriminazioni a cui sono sottoposti cattolici e protestanti nel pianeta: niente o quasi niente, con poche felici eccezioni. È la nostra ipocrisia che alimenta lo scontro di civiltà”. Ma i cristiani africani ci hanno avvertito: pagheremo tutto. Robert Sarah, arcivescovo della Guinea e già presidente della Conferenza episcopale dell’Africa occidentale, ha detto: “L’Islam ha un solo progetto, fare dell’Africa un continente islamico. C’è una volontà e una strategia ben elaborata per islamizzare l’Africa. E ci sono i mezzi finanziari e la propaganda mediatica disponibili per la riuscita di questo piano”.
Julius Yakubu Kundi, vescovo di Kafanchan, tre giorni fa ha parlato del “desiderio di sterminare i cristiani”, racconta La Croix. “Noi cristiani stiamo gradualmente diventando un specie in via di estinzione condannata allo sterminio”. L’Associazione degli scrittori dei diritti umani della Nigeria (Huriwa) ha annunciato il 24 marzo che presenterà una petizione al Regno Unito e agli Stati Uniti per porre fine “al perpetuo genocidio ufficialmente autorizzato. Esiste un programma ufficiale per eliminare le comunità cristiane”. Chiede il vescovo Kundi: “Qual è il numero accettabile di morti per qualificarsi come genocidio secondo il diritto internazionale? Qual è il criterio utilizzato dalla comunità internazionale per assegnare un valore a una vita?”.
Per i seguaci wokisti della punizione permanente dell’Uomo Bianco giudaico-cristiano chiamato ad autoflagellarsi per espiare colpe passate imprescrittibili, i pubblici ministeri dell’Occidente colpevole ad vitam aeternam, nella “intersezionalità delle vittime” non basta neanche più essere nero. Non devi essere stato ucciso in quanto cristiano.