2023 03 01 MEOTTI: Una “Giornata internazionale contro la persecuzione dei cristiani”? Nein!
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MEOTTI: Una “Giornata internazionale contro la persecuzione dei cristiani”? Nein!
BANGLADESH - Dhaka, sfrattati e abbandonati oltre 1000 cristiani telugu
Furono trasferiti qui dagli inglesi nell’Ottocento dall’Andhra Pradesh per lavorare come spazzini, attività che tuttora svolgono. Ma in Bangladesh sono comunque stati sempre emarginati. Da qualche giorno la Dhaka South City Corporation ha iniziato a distruggere le case della loro colonia definita “abusiva”. Abbattute anche due chiese evangeliche.
Oltre mille cristiani di etnia telugu si ritrovano senza una casa per gli sgomberi che a Dholpur, nel quartiere di Jatrabari, sta compiendo la Dhaka South City Corporation, una delle due municipalità in cui è suddivisa la capitale del Bangladesh. I fedeli sono membri della Chiesa cattolica, della Golgotha Baptist Church e della Jordan Church of Christ.
“Dopo un solo giorno dall’avviso di sgombero, notificato oralmente, la Dhaka South City Corporation ha sfrattato la nostra chiesa e le nostre case. Ora non possiamo svolgere le liturgie quotidiane e domenicali. È molto doloroso per me come pastore”, protesta piangendo ad AsiaNews l’83enne pastore Das, della Golgotha Baptist Church.
Tra il 1836 e il 1850, 40 famiglie telugu furono portate dal governo britannico dallo Stato indiano dell’Andhra Pradesh a Dhaka per lavorare come spazzini. Ancora oggi la maggior parte di loro svolge questo mestiere. Asciugandosi le lacrime, il pastore racconta che è già la terza volta che la comunità Telugu di Dholpur si trova ad essere sfrattata: “Nel 1990 - spiega - il governo ci aveva assegnato un terreno, ma ora ci sta dicendo di andarcene. È una totale ingiustizia nei nostri confronti. La nostra gente riceve uno stipendio piccolo, come farà a trovare un’altra casa?”.
Visitandoli AsiaNews ha scoperto le condizioni disumane in cui vive questa comunità. Gli allacciamenti di acqua, gas ed elettricità sono stati staccati, l’acqua delle fogne entra nella località dove vivono. La Golgotha Baptist Church e la Jordan Church of Christ sono già state chiuse e distrutte.
Le evacuazioni disposte dalla Dhaka South City Corporation in quanto costruzioni “abusive” sono iniziate il 12 febbraio. Già diversi leader di gruppi per i diritti umani hanno visitato le vittime della comunità telugu e hanno chiesto di non procedere agli sgomberi. Il cattolico Nirmol Rozario, presidente dell’Associazione cristiana del Bangladesh, ha detto loro: “È un’ingiustizia mandarvi via senza offrire un luogo alternativo. “I Telugu non riescono ad ottenere case in affitto perché sono spazzini - continua Nirmol Rozario -. In occasione del centenario del Bangabandhu Sheikh Mujibur Rahman, l’anno scorso il governo del Bangladesh ha fornito 70mila abitazione a chi è senza terra e senza casa. Ma ora sta evacuando le persone della comunità Telugu: è una contraddizione inaccettabile”. (AsiaNews di Sumon Corraya 27/02/2023)
PAKISTAN - Ragazza cattolica, 15 anni, rapita e sposata con la forza con un uomo musulmano di 60 anni
Sitara Arif è stata rapita il 15 dicembre. Ci sono voluti due mesi per convincere la polizia a indagare sul caso.
Quando suo padre, Arif Gill, ha permesso alla figlia quindicenne Sitara Arif di accettare un lavoro come collaboratrice domestica per Naila Ambreen, direttrice musulmana di una scuola pubblica a Faisalabad, nel Punjab pachistano, aveva qualche preoccupazione. Dopotutto, storie di ragazze appartenenti a minoranze religiose convertite con la forza all’Islam e sposate con uomini musulmani vengono continuamente riportate dai media pakistani e internazionali. Tuttavia, Ambreen era una rispettata funzionaria scolastica e Arif si fidava di lei. Il fatto che Arif fosse fisicamente handicappato e incapace di provvedere alla sua famiglia, che aveva un disperato bisogno di denaro, è stato anche un fattore nella sua decisione di lasciare che Sitara lavorasse per un datore di lavoro musulmano.
I timori di Arif, tuttavia, non erano infondati. Rana Tayyab, il marito di 60 anni di Ambreen, notò subito la bella Sitara e decise di prenderla come sua seconda moglie. Non è chiaro se, come di solito accade in questi casi, Sitara sia stata prima violentata e poi le sia stato detto che per sfuggire alla vergogna l’unica soluzione per lei era acconsentire al matrimonio. Non è tornata a casa dal lavoro il 15 dicembre e in seguito la sua famiglia ha saputo che si era convertita all’Islam e aveva sposato Rana Tayyab.
Suo padre e sua madre hanno iniziato a chiedere alla polizia di indagare, ma non sono stati ascoltati e sono stati persino minacciati. È solo questo mese, quando la famiglia ha contattato Akmal Bhatti, noto avvocato e presidente di Minorities Alliance Pakistan, che la polizia ha finalmente registrato un FIR (First Information Report) e ha promesso di indagare.
Spinti da Bhatti, gli agenti di polizia hanno visitato la residenza di Naila Ambreen, ma né suo marito né Sitara erano in casa. La donna, però, ha mostrato alla polizia un nikah, un certificato di matrimonio islamico, e ha confermato che Rana Tayyab aveva preso Sitara come sua seconda moglie. Sposare un minore ora è illegale in Pakistan, ma Ambreen ha detto alla polizia che crede che Sitara abbia 18 anni.
Al momento in cui scriviamo, la polizia sta cercando Rana Tayyab e Sitara a Islamabad, dove l’uomo avrebbe portato la ragazza. Come ha detto ai media l’avvocato Bhatti, la sequenza della conversione forzata dallo stupro al matrimonio forzato dall’Islam è un modello che si ripete tragicamente ogni settimana.
(24/02/2023 MASSIMO INTROVIGNE Bitter Winter)
MYANMAR - Yangon, gruppo di monitoraggio: dal golpe 3mila civili uccisi.
L’ultima una suora
A dirlo è l’ultimo rapporto dell’Assistance Association for Political Prisoners, che nel conteggio non include i combattenti anti-regime. Oltre 15mila persone sono ancora detenute in carcere. In alcune prigioni sono state registrate violenze contro le donne. I bombardamenti continuano nello Stato Chin dopo le conquiste territoriali delle milizie.
Il bilancio dei civili uccisi dalla giunta golpista birmana è arrivato a 3mila il 17 febbraio, secondo l’Assistance Association for Political Prisoners (Aapp), un’organizzazione che monitora il numero di uccisioni e arresti avvenuti a seguito della presa di potere da parte dell’esercito il primo febbraio 2021.
L’ultima vittima registrata dall’Aapp è una suora di nome Sate, uccisa nella regione centrale del Sagaing. La settantenne è stata bruciata viva nella sua casa perché impossibilitata a scappare dopo che le truppe dell’esercito hanno dato fuoco al villaggio di Let Pan Hla, nella municipalità di Khin-U. Secondo il rapporto dell’Aapp (che nel proprio conteggio non inserisce i combattenti anti-regime, ma solo i civili) almeno 1.229 persone, il 41% delle vittime totali, sono state uccise solo nella regione di Sagaing dall’esercito e da una milizia affiliata al regime chiamata Pyu Saw Htee.
Nel frattempo nelle ultime settimane la giunta militare ha colpito con una serie di attacchi aerei lo Stato occidentale del Chin, dove si concentra parte della comunità cristiana, nel tentativo di riprendere il controllo della città di Thantlang. (…)(AsiaNews21/02/2023)
CINA - Diocesi di Datong: autorità demoliscono a picconate casa sacerdoti e suore
La chiesa locale, che è enorme, è al momento risparmiata. I fedeli chiedono di pregare per far cambiare idea al sindaco. L’abitazione distrutta si trova in un’area di alto valore urbanistico. La comunità cattolica del luogo è senza vescovo dal 2005. Il rinnovo a ottobre dell’Accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi non ha fermato la repressione governativa.
La polizia di Datong ((Shanxi) ha iniziato ieri a demolire la casa della diocesi locale che serve per i sacerdoti e come convento delle suore. AsiaNews lo ha appresso da fonti sul luogo che hanno fatto circolare online video dell’accaduto.
La chiesa e l’abitazione sono lì da 100 anni e hanno tutti i permessi. Si trovano però in un’area di alto valore urbanistico. La prima è al momento risparmiata: è enorme e la sua demolizione farebbe scalpore, anche a livello internazionale. L’altro edificio è stato distrutto invece a colpi di martello e picconi.
I fedeli di Datong lanciano messaggi su Wechat chiedendo a tutti di pregare per fermare il comportamento irragionevole del sindaco. Dal 2005 la diocesi è senza vescovo: è tra quelle “ufficiali”, riconosciute dal Partito comunista cinese. L’ultimo pastore è stato mons. Taddeo Guo Yingong, che ha iniziato il suo ministero nel 1990 ed è morto nel 2005. Aveva passato più di10 anni ai lavori forzati durante la Rivoluzione culturale.
Nel novembre 2018 un gruppo di fedeli della diocesi ha diffuso una lettera aperta e firmata, con cui denunciava la crescente oppressione del governo verso la comunità cristiana dopo il varo dei Nuovi regolamenti sulle attività religiose.
La firma nel 2018, e il duplice rinnovo nell’ottobre 2020 e 2022, dell’Accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi non ha fermato la repressione governativa dei cattolici cinesi, soprattutto di quelli non ufficiali (sotterranei).
Il caso della diocesi di Datong non è l’unico di distruzione di luoghi sacri o proprietà della Chiesa cattolica. Nel Paese dura da anni la campagna statale per la eliminazione di croci troppo in vista, decorazioni, dipinti e statue giudicati “troppo occidentali”: un modo per affermare la “sinicizzazione” e un cristianesimo “secondo le caratteristiche cinesi”, sottomesso all’autorità del Partito. (…) (AsiaNews23/02/2023)
VIETNAM - Le autorità vietnamite impediscono al gruppo cristiano di incontrare diplomatici Usa
Mercoledì le autorità locali nel sud del Vietnam hanno impedito ai diplomatici statunitensi di entrare nelle case dei leader cristiani per impedire loro di discutere della libertà religiosa in almeno due villaggi, hanno riferito membri della chiesa e post sui social media.
Entrambi gli incidenti sono avvenuti nella provincia di Dak Lak, all’estremità meridionale della regione degli altopiani centrali del paese, che ospita diverse minoranze etniche.
Negli ultimi mesi, le autorità della regione hanno impedito a molti gruppi religiosi della regione di tenere servizi o eseguire rituali con la scusa che i gruppi non si sono registrati presso il governo e sono quindi illegittimi.
I credenti ei loro sostenitori affermano che si tratta di una violazione del diritto alla libertà religiosa. Sebbene la costituzione vietnamita affermi che le persone hanno questo diritto, la legge consente al governo di limitare le pratiche religiose se si ritiene che ciò sia nell’interesse della sicurezza nazionale. (…) Tradotto da Ana Vu. A cura di Eugene Whong Da RFA vietnamita
(Asia News 2023.02.23)
RIFLESSIONE
Una “Giornata internazionale contro la persecuzione dei cristiani”? Nein!
Il Parlamento tedesco vota contro. Ratzinger proprio al Bundestag ricordò a questi pavidi dove nasce l’identità dell’Europa. Ma 100.000 cristiani uccisi non meritano neanche un momento di riflessione
Di GIULIO MEOTTI
Non passa giorno nell’Africa subsahariana (in quella a nord sono praticamente scomparsi tranne in Egitto) senza che i cristiani vengano massacrati. Immagini terrificanti di cristiani bruciati vivi da islamisti assetati di odio. Una cristianofobia genocida. Nelle parole di Monica Chikwe, una suora nigeriana, “è difficile dire ai cristiani nigeriani che questo non è un conflitto religioso poiché quello che vedono sono combattenti vestiti interamente di nero, che inneggiano ‘Allahu Akbar’ e urlano ‘Morte ai cristiani’”. Open Doors parla di 13.000 chiese distrutte. Nella sola diocesi di Maiduguri hanno raso al suolo 50 delle 52 chiese cattoliche. Ong rivelano in un rapporto che 100.000 cristiani sono stati uccisi in Nigeria in vent’anni.
Eppure, in Europa si pensa forse che questi cristiani si stiano suicidando. Come se in un mondo in cui si dichiarano tutti “vittime”, i cristiani non possano esserlo. Per i seguaci wokisti dell’Uomo Bianco che deve autoflagellarsi per espiare colpe imprescrittibili, non basta neanche più essere nero. Un nero ucciso in quanto cristiano non esiste.
“Il mondo intero lo sa: i milioni di cristiani dell’Oriente e dell’Africa sono, a più o meno lungo termine, minacciati di morte” scrive lo storico Franck Ferrand su Le Figaro. “Le Nazioni Unite sono state così gentili da sollevare la possibilità di una ‘carta d’azione’ volta a proteggerle, tra le altre minoranze del resto... Qualcuno direbbe che è meglio che niente; gli altri hanno capito che era la cosa peggiore”.
Alle donne cristiane di Kalagari, un villaggio nel nord del Camerun, i fondamentalisti islamici hanno tagliato l’orecchio come avvertimento. Noi ce le avremmo le orecchie per sentire, quello che ci manca è il coraggio.
Basta vedere quello che è appena successo al Bundestag…
Il gruppo parlamentare di AfD ha chiesto l’introduzione di una “Giornata internazionale contro la persecuzione dei cristiani”, racconta il Tagespost. Il Bundestag ha discusso la mozione presentata dalla destra tedesca e l’ha respinta. L’attenzione alla persecuzione dei cristiani da parte degli islamisti ha incontrato le critiche dell’SPD e della CDU, che ha condannato le “tendenze anti-islamiche” di questa mozione. “I cristiani sono particolarmente colpiti dalla violazione della libertà religiosa nel mondo, ma anche i membri di altre religioni e credenze subiscono discriminazioni e persecuzioni”, ha affermato la CDU. Quali altre religioni? Solo gli ebrei, in quanto tali. “Gli stati comunisti e islamici in particolare stanno perseguitando i cristiani”, ha detto il direttore del gruppo parlamentare AfD, Jürgen Braun. “I cristiani vengono attaccati nelle loro chiese – con coltelli, con fucili, con bombe”. Ci sono decine di morti, arti mozzati, “un mare” di sangue. “E l’Europa influenzata dal cristianesimo sta guardando”.
C’è qualcosa di perverso nell’idea che debba essere soltanto la destra, come nell’Ungheria di Orban, a occuparsi di cristiani perseguitati.
Eppure, solo pochi mesi fa, il Bundestag aveva votato per finanziare con 2 milioni di euro all’anno dal 2023 al 2026 la ong tedesca che porta migranti in Italia “United4rescue”. Eppure, il Bundestag non ha esitato a riconoscere i crimini contro gli Uiguri in Cina. Eppure, tutti sanno che sono islamici 31 dei 50 paesi dove i cristiani sono più perseguitati. Basta sfogliare la classifica di Open Doors. E dei primi 10 paesi, 8 sono islamici.
“Ma la correttezza politica non vuole sapere nulla della persecuzione e della soppressione del Cristianesimo e pertanto sono ignorate in modo sinistro”, ha dichiarato il vescovo di Linz Manfred Scheuer. “Agli occhi dei governi e dei media occidentali”, osserva un rapporto sulla persecuzione dei cristiani dell’organizzazione Aiuto alla Chiesa che soffre. “La libertà religiosa sta scivolando verso il basso nelle classifiche dei diritti umani, eclissata da questioni come gender, sessualità e razza”. L’Amministrazione Biden, ad esempio, non ha incluso la Nigeria nella lista nera dei paesi che non proteggono la libertà religiosa.
Nel 2011, l’”ultimo Papa d’Occidente”, Benedetto XVI, si presentò al Bundestag per tenere un discorso epocale, che si concluse così: “La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma – dall’incontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. Questo triplice incontro forma l’intima identità dell’Europa. Questo incontro ha fissato dei criteri del diritto, difendere i quali è nostro compito in questo momento storico”. Poche ore dopo l’ultima festa di Ognissanti, lo scorso novembre, il ministro degli Esteri tedesco ordinava la rimozione di una croce di 482 anni dalla Sala della Pace nella città dove fu siglata la Pace di Westfalia. I ministri degli esteri del G7 erano riuniti dal 3 al 4 novembre a Münster. E la tedesca (e Verde) Annalena Bearbock ha fatto togliere il crocifisso ligneo del 1540. Altro che difesa, siamo al momento “argenteria” della nostra identità.
Ratzinger non venne ascoltato e i cristiani perseguitati hanno pagato il viscerale odio di sé dell’Europa occidentale.