2023 04 19 Il volto comunista della persecuzione anticristiana
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HAITI - assalto all’Oratorio di san Bartolomeo con rapimenti e feriti
ETIOPIA - 15 parrocchie sotto occupazione delle forze armate
CINA notizie e una grande testimonianza di fede: Gao Heng

NICARAGUA - espulse due religiose costaricane
Il regime del Paese centramericano ha espulso due suore della congregazione domenicana dell’Annunciazione e ha confiscato il monastero delle trappiste a San Pedro de Lóvago
Due suore costaricane della Congregazione domenicana dell’Annunciazione, Isabel e Cecilia Blanco Cubillo, che lavoravano in una casa per anziani, la Fundación Colegio Susana López Carazo, sono state espulse mercoledì 12 aprile, dal Nicaragua. Le due religiose in precedenza erano state responsabili della casa di Rivas nel 1958. Entrambe sono arrivate in Costa Rica ieri pomeriggio.
Il giorno prima, l’11 aprile, il governo del Paese centramericano ha confiscato il monastero delle suore trappiste, che si trova a San Pedro de Lóvago, Chontales, e lo ha consegnato all’Istituto nicaraguense di tecnologia agricola, INTA.
Le suore trappiste hanno lasciato il monastero il 24 febbraio e sono arrivate a Panama il giorno successivo. La congregazione appartiene all’Ordine delle Suore Cistercensi della Stretta Osservanza ed è arrivata in Nicaragua dall’Argentina il 20 gennaio 2001.
Espulsioni
Nel luglio 2022, le Missionarie della Carità, fondate da Santa Madre Teresa di Calcutta, sono state espulse dal Nicaragua dopo che l’Assemblea Nazionale ha annullato il loro status giuridico. All’inizio della Settimana Santa, il missionario clarettiano panamense, padre Donaciano Alarcón, è stato espulso per aver pregato per monsignor Rolando Álvarez, vescovo della diocesi di Matagalpa e amministratore apostolico di Estelí, condannato a più di 26 anni di carcere, dal 9 febbraio in prigione dopo essere stato agli arresti domiciliari dal 19 agosto 2022.
Restrizioni
La comunità cattolica ha vissuto una difficile Settimana Santa, dopo che il presidente Ortega ha vietato i tradizionali eventi pubblici di questo periodo. Più di 3 mila processioni sarebbero state vietate nel Paese e una ventina di persone sono state arrestate.
(Vatican News13 aprile 2023)
HAITI - assalto all’Oratorio di san Bartolomeo con rapimenti e feriti
In un comunicato dell’arcidiocesi di Port-au-Prince si ricorda l’ultimo assalto all’Oratorio di san Bartolomeo con rapimenti e feriti. Alle autorità la richiesta di tutela delle persone e dei luoghi di culto
Nella benedizione pasquale Urbi et Orbi, solo una settimana fa, il Papa aveva menzionato Haiti, invocando l’impegno della comunità internazionale nel cercare una soluzione definitiva ai tanti problemi che affliggono il Paese caraibico, stretto in una crisi politica e sociale ma anche umanitaria. L’ultimo episodio di violenza – si legge in un comunicato dell’arcidiocesi di Port-au-Prince – si riferisce a giovedì 13 aprile, quando al termine della Messa nell’Oratorio di San Bartolomeo celebrata dall’arcivescovo, monsignor Max Leroy Mesidor, uomini armati sono entrati all’interno sequestrando alcune persone, poco prima avevano abbattuto il cancello d’ingresso dell’Oratorio provocando due feriti, trasportati d’urgenza in ospedale.
“Questo atto di rapimento – si legge nella nota - è troppo, mina sia l’integrità di un luogo di culto sia la libertà di movimento delle persone nel Paese. L’arcidiocesi di Port-au-Prince esprime ancora una volta la sua indignazione per questi atti che non risparmiano nessuno e che non rispettano nessun luogo; in questo senso, si chiede che le autorità statali garantiscano la sicurezza delle persone e che perseguano e condannino coloro che gestiscono l’industria dei rapimenti traendone profitto”. “Dio – conclude il testo - vuole che i suoi figli siano liberi e non siano oppressi o trattati come schiavi”.
Una crescente insicurezza
Secondo recenti dati 5 milioni di persone (quasi la metà della popolazione, tra cui 1,9 milioni di bambini) sono classificate come gravemente insicure dal punto di vista alimentare. Di questi, quasi 2 milioni stanno affrontando una situazione di emergenza. L’insicurezza ha provocato la chiusura temporanea dell’ospedale di Medici Senza Frontiere, da 30 anni a Port-au-Prince, nell’area di Cité Soleil. Una decisione arrivata dall’impossibilità di garantire l’incolumità dei pazienti e del personale a causa di numerosi scontri avvenuti nelle vicinanze.
(RV 16 aprile 2023 Benedetta Capelli)
ETIOPIA - L’eparca di Adigrat: 15 parrocchie sotto occupazione delle forze armate
Anche quest’anno in Tigray la popolazione vive la Pasqua in condizioni seriamente critiche. Nonostante la firma dell’accordo di pace raggiunto in Sudafrica tra il governo di Addis Abeba e le organizzazioni separatiste della regione a novembre 2022 (vedi Agenzia Fides 03/11/2022), il Paese verte ancora in condizioni molto precarie.
“Seguendo il calendario della Chiesa copto-ortodossa etiope, celebreremo Pasqua domenica 16 aprile - riferisce all’Agenzia Fides Tesfaselassie Medhin, vescovo dell’eparchia cattolica di Adigrat. Purtroppo la situazione è ancora molto critica dal momento che 15 parrocchie della zona sono inaccessibili sotto occupazione delle forze armate”.
L’eparca chiede di continuare a pregare per l’intera popolazione etiope e in particolare per il Tigray dove peraltro non si arresta neppure l’arrivo di nuovi sfollati interni (IDP). Stando alle notizie diffuse dalla stampa locale, nel campo profughi di Endabaguna, vicino la città di Shire nel Tigray nordoccidentale, sono stati registrati 47.000 nuovi IDP.
“Nell’ultimo mese, tra gli sfollati, donne, ragazze e bambini hanno abbandonato le aree – chiamate woreda – di Maigaba, Tselemti, Korarit, Welkayit e Qafta, sotto l’occupazione delle forze Amhara”, ha dichiarato l’amministratore ad interim di Endabaguna, Getu Dejen. A Endabaguna non arrivano aiuti umanitari, cibo e medicine. La gente vive di elemosina. Sono fuggiti a causa delle violenze dei gruppi armati contro donne e ragazze, e crimini contro i tigrini.
Getu ha affermato che all’inizio del mese di marzo gli IDP presenti nel campo erano circa 8000 ed è salito a 47.000 nelle ultime settimane. Nonostante abbia segnalato la loro situazione a diverse ONG e agenzie umanitarie, ancora non arrivano risposte significative. Gli sfollati non hanno un riparo adeguato e vivono in condizioni di pericolo di vita con bambini e donne che chiedono cibo per le strade. Conferma è giunta anche dall’amministratore della zona nord-occidentale del Tigray Surafel Araya, che ha invitato gli organismi interessati a prestare la dovuta attenzione ai nuovi sfollati.
La questione degli IDP rimane una sfida per la neonata amministrazione ad interim del Tigray dove, nonostante le segnalazioni di un miglioramento del flusso umanitario nella regione dopo l’accordo di pace, mancano aiuti adeguati. A gennaio 2023 più di 54.000 sfollati interni accolti nel campo di Abiy-Adi, nel Tigray centrale, soffrivano di una grave carenza di cibo e medicinali.
(AP) (Agenzia Fides 13/4/2023)
DALLA CINA
Una grande testimonianza di fede: Gao Heng
Condannato Gao Heng della chiesa biblica riformata di Guangzhou
Un anno e dieci mesi di carcere è stata la pena prevista per aver tenuto un cartello che chiedeva di commemorare con preghiere il massacro di piazza Tiananmen.
Il 21 marzo 2023, il tribunale del popolo del distretto di Panyu della città a livello di prefettura di Guangzhou, la capitale della provincia del Guangdong, ha condannato Gao Heng a un anno e dieci mesi di carcere per “avere litigato e aver provocato problemi”.
Bitter Winter aveva riferito del caso del fratello Gao Heng dopo che era stato arrestato nel 2021. Membro laico attivo della Bible Reformed Church di Guangzhou, il 38enne Gao è diventato popolare come volontario assistendo i bisognosi durante i giorni difficili del blocco COVID-19.
Era già stato molestato dalla polizia nel 2020 dopo essere stato sorpreso con un cartello che chiedeva “Rispetto per la vita” e “Opposizione all’aborto” durante la Giornata dei bambini.
Il 4 giugno 2021, 32 ° anniversario del massacro di piazza Tiananmen del 1989, Gao si trovava in una stazione della metropolitana della linea 2 a Guangzhou con un cartello “4 giugno, prega per il Paese”.
Ha anche postato su Weibo un commento su Tiananmen: “Sebbene tutta la sofferenza sociale sia spesso attribuita alla bruttezza del sistema e della politica, alla sua radice, tuttavia, deriva sempre dalla peccaminosità radicata nel cuore delle persone. In quanto peccatori, non siamo fondamentalmente diversi dai decisori, dai comandanti e dagli esecutori del massacro. Ringraziamo il Signore che, sebbene siamo tutti peccatori, abbiamo ricevuto gratuitamente la grazia da Dio, ci siamo pentiti e abbiamo confessato i nostri peccati, abbiamo accettato Gesù come Signore e siamo così diventati figli di Dio”.
Il 5 giugno, Gao è stato arrestato dalla polizia e formalmente arrestato il 12 luglio. L’11 febbraio 2022, il caso contro di lui è iniziato presso il tribunale distrettuale di Panyu. Ora è stato condannato ed è attualmente detenuto nel centro di detenzione n. 2 di Guangzhou.
Aggiornamento (4 aprile 2023): considerando il periodo di detenzione preventiva, Gao aveva scontato la pena entro il 4 aprile 2023 ed è stato rilasciato. Secondo le informazioni fornite dai suoi amici, era innaturalmente magro e appena riconoscibile. (Bitter Winter 04/03/2023 QI JUNZAO)
Prossimamente in Cina: nuove (e peggiori) “misure amministrative per i luoghi di attività religiosa”
Le nuove misure sostituiranno quelle del 2005 e introdurranno disposizioni più severe che renderanno obbligatoria la propaganda del PCC in tutti i luoghi di culto.
Cos’altro deve essere regolato nella religione cinese? Tutte le religioni sono soffocate da una pletora di leggi, regolamenti e ordinanze, per non parlare della quotidiana sorveglianza amministrativa e di polizia. Tuttavia, Xi Jinping ha ripetutamente affermato che ci sono ancora rischi che la religione incontrollata possa minacciare il PCC, e che i burocrati proseguano con continue nuove misure.
Il “Regolamento per l’istituzione, l’approvazione e la registrazione dei luoghi di attività religiosa” del 2005 era già abbastanza grave. Peggio sono però i “Provvedimenti amministrativi per i luoghi di attività religiosa” del 2023, che sostituiranno quelli del 2005. Sono stati pubblicati come bozza per i commenti, che le parti interessate possono presentare entro il 24 aprile. Come al solito, questo processo pseudo-democratico non comporterà cambiamenti significativi, e molto probabilmente nessun cambiamento.
Rispetto al 2005, non c’è nulla di nuovo nel fatto che, per operare legalmente, i luoghi religiosi debbano essere registrati presso le autorità. Ciò che cambia è l’enfasi sul fatto che ogni luogo di culto dovrebbe essere un’agenzia attiva di propaganda del PCC. Un luogo di culto può ottenere e mantenere (poiché è facile perderlo) un permesso di operare solo se “sostiene la leadership del PCC, sostiene il sistema socialista, realizza una profonda attuazione del pensiero di Xi Jinping del socialismo con Caratteristiche cinesi nella nuova era, rispetta la Costituzione, le leggi, i regolamenti, le regole e le disposizioni pertinenti della gestione degli affari religiosi, pratica i valori fondamentali del socialismo, aderisce alla direzione della sinicizzazione della religione.”
Si noti che non è sufficiente astenersi dal dissenso. I luoghi di culto, la cui “liquidazione” è resa più rapida e più facile, dovrebbero predicare attivamente “l’amore per la madrepatria e il sostegno alla leadership del PCC e del sistema socialista”. Sacerdoti, pastori, imam e monaci dovrebbero essere selezionati anche sulla base del loro “amore per la madrepatria e sostegno alla leadership del PCC e del sistema socialista”.
Con un occhio allo Xinjiang , al Tibet e alla Mongolia Interna, si specifica inoltre che i luoghi di culto dovrebbero promuovere “l’uso della lingua e della scrittura nazionale [cinese Han], promuovere l’unità nazionale e il progresso e guidare i cittadini religiosi a rafforzare la coscienza nazionale , coscienza civica, consapevolezza dello stato di diritto, della corretta distinzione tra costumi etnici e credenze religiose, e non deve usare la religione per interferire con la vita amministrativa, giudiziaria, educativa e sociale”.
In Cina, quando ritieni che una legge sulla religione sia cattiva, puoi sempre essere certo che il PCC è impegnato a prepararne una nuova che sarà anche peggiore.
(Bitter Winter 04/07/2023 HU ZIMO)
Zhumadian: fino a 162 euro agli informatori che denunciano attività religiose ‘illegali’
Lo ha deciso la locale Amministrazione per gli affari religiosi. Ai delatori è chiesto di fornire “materiali audiovisivi che possano dimostrare i fatti segnalati”. Nell’Henan vive il 10% dei cattolici cinesi; forte la comunità sotterranea. Tutto rientra nella politica di “sinicizzazione” delle religioni voluta da Xi Jinping.
Informatori ricompensati con 600-1.200 yuan (81-162 euro) per denunciare “attività religiose illegali”. Lo ha deciso l’Amministrazione per gli affari religiosi di Zhumadian (Henan) con un atto del 13 marzo, reso pubblico nei giorni scorsi.
Non è la prima volta che le autorità locali incentivano delatori per sopprimere comunità religiose ritenute non allineate ai dettami del Partito comunista cinese (Pcc), e viste quindi come una minaccia alla stabilità sociale. Situazioni del genere si sono avute nell’Heilongjiang e nello Shandong nel 2021, e nel Fujian, Guangxi, Hebei, Liaoning e di nuovo Henan nel 2019.
La municipalità di Zhumadian incoraggia la “partecipazione pubblica” per combattere gli atti illegali nel campo della religione. Soprattutto chiede alle potenziali spie di fornire “materiali audiovisivi che possano dimostrare i fatti segnalati”.
Il decreto della municipalità non fa riferimento a una religione in particolare. Nell’Henan vive però il 10% dei cattolici cinesi. Come nel Fujian la locale Chiesa non ufficiale (sotterranea), che non riconosce gli organismi religiosi sotto il controllo del Partito, è molto forte.
Di recente le autorità della provincia hanno introdotto l’obbligo per i fedeli di ogni credo di registrarsi per poter assistere alle funzioni religiose: vale per chiese, moschee come templi buddhisti.
È da ricordare che da quasi due anni la polizia locale detiene illegalmente (senza alcuna condanna o accusa) mons. Giuseppe Zhang Weizhu, vescovo di Xinxiang. La firma nel 2018, e il rinnovo nell’ottobre 2020 e 2022, dell’Accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi non ha fermato la persecuzione nei confronti degli esponenti cattolici, soprattutto di quelli non ufficiali.
Ci sono poi le testimonianze raccolte negli anni da AsiaNews, con casi nell’Henan di croci distrutte e divelte; distici religiosi augurali coperti o eliminati; ricatti a famiglie povere che per avere sussidi dovevano distruggere le immagini sacre nelle loro case.
Tutto rientra nella politica di “sinicizzazione” delle religioni voluta da Xi Jinping, in un clima di crescente oppressione nei confronti delle religioni, come è emerso durante la recente sessione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo.
Il regime ha lanciato in via ufficiale il processo nel 2015. Dal primo giugno 2022 sono entrate in vigore le “Misure per la gestione finanziaria dei siti religiosi”. Poco prima, a marzo, è stato il turno delle “Misure amministrative per i servizi d’informazione religiosa su internet”: ora in Cina non è più possibile svolgere attività religiose online senza aver ottenuto prima l’autorizzazione governativa.
A febbraio dello scorso anno l’Amministrazione statale per gli affari religiosi aveva reso pubbliche le “Misure amministrative per il personale religioso”, un documento sulla gestione di clero, monaci, sacerdoti, vescovi, ecc. Nel febbraio 2018 il Partito aveva adottato invece i “Nuovi regolamenti sulle attività religiose”, secondo cui il personale religioso può svolgere le sue funzioni solo se aderisce alle organizzazioni “ufficiali” e si sottomette al Pcc.
(AsiaNews 28/03/2023)