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2023 04 26 Chiediamo la “Giornata nazionale contro la violenza ai cristiani”.

Fonte:
CulturaCattolica.it
Cento i cristiani vittime di attacchi terroristici nel solo stato di Benue, centro-nord della Nigeria, durante i giorni di Pasqua

Sui normali siti italiani non c’è traccia di questa notizia. Solo GIULIO MEOTTI ne parla. Il sito del Vaticano la presenta solo in inglese (https://www.vaticannews.va/en/church/news/2023-04/over-50000-christians-killed-in-nigeria-by-islamist-extremists.html?utm_source=substack&utm_medium=email):
Over 50,000 Christians killed in Nigeria by Islamist extremists
According to the report “Martyred Christians in Nigeria” issued by Intersociety, over the past 14 years at least 52,250 Nigerian Christians have been brutally murdered at the hands of Islamist militants.
By Lisa Zengarini 17 April 2023, 15:21

Riportiamo l’articolo di Giulio Meotti

Un mese di telegiornali sull’orso del Trentino, neanche uno sui 50.000 cristiani macellati come animali
“14 milioni di cristiani cacciati, 800 comunità islamizzate, bambini e donne incinte smembrate e date alle fiamme, 400 cristiani in una fossa comune”. Ma non sono woke. È il genocidio dei senza nome
Di GIULIO MEOTTI

“Tutte le notizie che vale la pena essere stampate”, recita il celebre slogan del New York Times, punto di riferimento dei media europei e italiani. Il massacro dei cristiani non è mai fra queste notizie. Forse il motivo lo ha spiegato Sébastien de Courtois, uno dei massimi esperti di minoranze cristiane che vive in Turchia e scrive: “Per la vecchia sinistra ideologica, per la quale l’Islam è la religione degli oppressi, la religione dei reprobi, ‘vittima’ e ‘cristiano’ sono termini antinomici. Controlla gli archivi della maggior parte dei giornali o dei siti di notizie online: noterai una mancanza quasi totale di interesse per il dramma dei cristiani. Questo disinteresse è drammatico perché il fanatismo si nutre di questa ignoranza”.
Sono cento i cristiani vittime di attacchi terroristici nel solo stato di Benue, centro-nord della Nigeria, durante i giorni di Pasqua. Il reportage dell’inviato della CNA (Catholic News Agency) rende noto il bilancio di questa mattanza.
Prima hanno preso d’assalto la messa della Domenica delle Palme. Ucciso il prete, un chierichetto e altri fedeli.
Tre giorni dopo sono stati uccisi 50 cristiani nel villaggio di Umogidi.
Il Venerdì Santo, tre ore dopo il tramonto, uomini armati hanno attaccato una scuola elementare. Hanno ucciso 40 cristiani che dormivano e che in precedenza erano fuggiti dagli attacchi ai loro stessi villaggi. “Tra le persone uccise c’erano bambini e donne incinte”.

L’ultimo rapporto dell’International Society for Civil Liberties and Rule of Law (Intersociety) di questa settimana rivela: “Dall’insurrezione islamica del 2009, 52.250 cristiani sono stati massacrati o uccisi a colpi di arma da fuoco”. Attaccate 18.000 chiese e 2.200 scuole cristiane. E aggiungono che dal 2009 “14 milioni di cristiani sono stati sradicati e costretti ad abbandonare le loro case e 800 comunità cristiane attaccate”. I ricercatori di Intersociety hanno scoperto che “non meno di 1.041 cristiani indifesi sono stati uccisi nei primi 100 giorni del 2023”.
E ancora: “Non meno di 50 milioni di cristiani stanno affrontando gravi minacce da parte dei jihadisti perché si professano cristiani. Cinque milioni sono stati sfollati. Almeno 800 comunità cristiane sono state sradicate e molte di esse sono state ribattezzate e islamizzate dai jihadisti”.
Sono oltre 5.000 i cristiani uccisi soltanto nel 2022. Una media di 13 al giorno.
Francis Sani, funzionario del distretto di Zangon Kataf, dove si trova un villaggio attaccato nei giorni scorsi, racconta: “I terroristi hanno smembrato e dato alle fiamme donne e bambini. Siamo devastati e scioccati dall’entità di questo massacro insensato”.

Sono numeri, immagini e storie da genocidio religioso, ma i nostri giornali e tg sono pieni soltanto di storie sull’orsa del Trentino. “Il mondo ha voltato le spalle alla Nigeria”, si legge nel dossier di Acs intitolato Più perseguitati che mai. “Si sta compiendo”, prosegue lo studio della fondazione, “un genocidio, ma a nessuno importa”. Forse aveva ragione l’allora cardinal Ratzinger, che parlò di un’Europa che “nonostante la sua perdurante potenza politica ed economica, viene vista sempre più come condannata al declino e al tramonto”, come fosse “svuotata dall’interno”.
La situazione nel più grande paese africano è talmente catastrofica che 400 cristiani vittime di attentati sono state sepolte in fosse comuni. I 50.000 morti sono persino sui siti di notizie del Vaticano, generalmente parchi.
The Critic ricorda che da un secolo nel paese gli islamici razziano e schiavizzano le comunità cristiane. Si chiama Jihad.
Il 15 marzo, una folla musulmana ha attaccato e raso al suolo una chiesa in Uganda. Il giorno successivo è stato trovato un biglietto presso il sito della chiesa demolita: “Niente più chiese in questa zona. Quest’area è terra sacra solo per l’adorazione di Allah”. Intanto 69 cristiani venivano uccisi in Congo.
Dal Morning Star si legge del pastore Thomas Chikooma, che era stato invitato a un dibattito all’aperto. Dopo aver offerto una difesa del Cristianesimo, i musulmani hanno iniziato a gridare “Allahu Akbar”. “Due motociclette con musulmani vestiti con abiti islamici ci hanno rapidamente aggirato”, ha raccontato il figlio minore, che ha visto il padre parlare con i musulmani. “Uno di loro lo ha schiaffeggiato, così sono fuggito attraverso la piantagione e sono arrivato a casa”. Sua madre, Jessica, è arrivata a casa un’ora dopo. “Abbiamo trovato mio marito in una pozza di sangue, decapitato e la lingua rimossa”, ha racconta a Morning Star News.
Il problema non è solo quello che solleva l’avvocato difensore dei diritti umani in Nigeria, Agbo Madaki, secondo cui “in Nigeria la vita degli animali vale più di quella degli uomini”. Steven Kefas, testimone di una strage, ha raccontato: “Donne e bambini sono stati macellati come arieti per il barbecue”.
Il problema è che anche per l’Occidente sembra essere così.

La scena dell’attacco del 17 aprile

Mentre i cristiani venivano assassinati in Nigeria, i media hanno raccontato la storia di un maiale legato e spinto da una torre in un parco a tema in Cina. La storia è diventata virale su BBC, The Independent, The New York Times, Sky News, Deutsche Welle, fra gli altri. Il maiale cinese ha ottenuto più copertura mediatica dei cristiani assassinati in Nigeria.
L’uccisione di un gorilla in uno zoo di Cincinnati ha suscitato più copertura mediatica della decapitazione di 21 cristiani su una spiaggia in Libia mentre invocavano il nome di Gesù in arabo. ABC, CBS e NBC hanno dedicato sei volte più servizi alla morte di un gorilla rispetto all’esecuzione di massa dei cristiani.

Nicodemus Daoud Sharaf, arcivescovo siro-ortodosso di Mosul rifugiato a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, casa di molti cristiani fuggiti dai jihadisti, ha detto: “In Australia si prendono cura delle rane. Uno dei nostri cittadini siriaci, che è un muratore, ha comprato un terreno, ha preso soldi da una banca e voleva costruire case e venderle. Poi, quando ha voluto ottenere un certificato per costruire, in mezzo al terreno, si è imbattuto in un buco con dentro otto rane. Il governo di Sydney gli ha detto: ‘Non puoi costruire su questa terra’. Ha detto: ‘Ma ho preso i soldi dalla banca e devo mettermi al lavoro’ e lo hanno spinto a costruire in un altro posto, facendogli pagare 1,4 milioni per costruire un posto diverso per queste otto rane. Noi siamo gli ultimi a parlare la lingua di Gesù. Considerateci come fate con le rane”.
Quando l’arcivescovo lo disse cinque anni fa, sembrava una provocazione per scioccare l’opinione pubblica occidentale.

Ma la comunità internazionale mentre usciva il rapporto sui 50.000 morti cosa stava facendo? Il segretario generale dell’Onu ci comunicava che è bellissimo digiunare durante il Ramadan, la Germania lanciava la “Giornata internazionale contro l’islamofobia”, il Canada nominava uno “zar contro l’islamofobia”, l’Olanda portava a processo un uomo per aver “dissacrato il Corano” …Non si può dire che l’Islam non stia costruendo ponti in Occidente.
I “cattivoni” della UE, i paesi dell’Est Europa, forse perché ancora indietro rispetto al multiculturalismo e forse memori dell’occupazione ottomana, sono quelli che all’interno dell’Europa hanno fatto di più per i cristiani perseguitati. La Repubblica Ceca ha creato un programma di accoglienza per i cristiani perseguitati dall’Isis, l’Ungheria ha firmato accordi con le agenzie umanitarie americane sulla persecuzione dei cristiani e la Romania ha introdotto la “Giornata nazionale contro la violenza ai cristiani”.
Cosa aspetta il governo italiano a portare in Parlamento l’introduzione di una “Giornata internazionale contro la persecuzione dei cristiani”? Non sarà la panacea, ma almeno costringerà indolenti tg e ipocriti quotidiani una volta all’anno a parlare di un tema che nascondono con metodo nell’angolo più remoto della propria coscienza, sempre che ne abbiano una.
Il genocidio non può rimanere senza nome. Sarebbe il crimine perfetto, che non è mai avvenuto.

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