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2023 09 13 NIGERIA - Un Seminarista bruciato vivo un altro rapito nello Stato di Kaduna

Fonte:
CulturaCattolica.it
PAKISTAN - pagine del Corano in strada, genitori cristiani arrestati per blasfemia
NICARAGUA - arrestato un sacerdote. La repressione contro la Chiesa continua
INDIA - Uttar Pradesh, centro di preghiera cattolico nel mirino per conversioni
CINA - Non si registra all'Associazione patriottica: prete condannato come 'truffatore'
NAGORNO – KARABAKH: UN COMMENTO di RENATO FARINA

NIGERIA - Un Seminarista bruciato vivo un altro rapito nello Stato di Kaduna

L’orrore. Seminarista assassinato e bruciato e un altro rapito in Nigeria

Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) denuncia l’ultimo attacco contro la Chiesa cattolica in Nigeria. Un seminarista è stato bruciato vivo nella diocesi di Kafanchan, mentre un altro è stato rapito nel sud di Kaduna. La notte di giovedì 7 settembre, intorno alle 20, un folto gruppo di banditi Fulani (…) ha assalito e dato fuoco alla canonica della parrocchia di St. Raphael, Fadan Kamantan, nella diocesi di Kafanchan, nello Stato nigeriano di Kaduna. Secondo le informazioni inviate ad Acs da diverse fonti, e confermate dal vescovo di Kafanchan, monsignor Julius Kundi, il parroco don Emmanuel Okolo e il viceparroco sono riusciti a salvarsi dall’incendio, ma nell’attacco è morto un seminarista, Na’aman Danlami, di 25 anni.

In un colloquio telefonico con ACS, monsignor Kundi ha raccontato: «Gli aggressori miravano a rapire il parroco. Quando non sono riusciti ad entrare nella casa parrocchiale le hanno dato fuoco. I due sacerdoti sono riusciti a scappare ma, terribilmente, il seminarista è stato bruciato all’interno. L’assalto è durato più di un’ora, ma non c’è stata reazione né sostegno da parte delle forze militari. A un chilometro di distanza c’è un posto di blocco, ma c’è stata totale assenza di reazione», ha aggiunto il Vescovo. «I cittadini nigeriani non sono protetti. Difficilmente traiamo beneficio dalle forze di sicurezza». Un atto che per i media locali aveva lo scopo di estorsione.

ACS “deplora l’ultimo di una lunga serie di attacchi contro i membri e le proprietà della Chiesa in Nigeria”, afferma una nota della fondazione. (…) «È una perdita terribile. Questa mattina abbiamo recuperato il corpo di Na’aman Danlami e lo abbiamo portato all’obitorio. Questo seminarista è il secondo membro che perdiamo nella diocesi a causa degli attacchi terroristici dei banditi Fulani. L’anno scorso padre John Mark Cheitnum, direttore delle Comunicazioni della diocesi di Kafanchan, è stato rapito e brutalmente assassinato», ha affermato monsignor Kundi.

La notizia di quest’ultimo attentato in Nigeria arriva lo stesso giorno in cui la fondazione pontificia AcsS è stata informata del rapimento di un altro seminarista, Ezequiel Nuhu, sequestrato giovedì 7 settembre a Kaduna insieme a suo padre. Nuhu è seminarista ad Abuja, ma si era recato nel sud di Kaduna per trascorrere una vacanza con la sua famiglia. Negli ultimi anni la Nigeria è stata un Paese particolarmente pericoloso per il clero cattolico. Nel 2022 nel Paese sono stati uccisi 4 sacerdoti, 28 sono stati rapiti. Nel 2023 il numero dei membri del clero vittime di rapimenti è già arrivato a 14. (Avvenire redazione Esteri venerdì 8 settembre 2023)

PAKISTAN - pagine del Corano in strada, genitori cristiani arrestati per blasfemia

Nonostante l’eco internazionale sollevata appena qualche settimana fa dagli attacchi alle chiese e alle case dei cristiani di Jaranwala, in Pakistan non si ferma l’abuso della legge sulla blasfemia per colpire i cristiani. Tra i nuovi casi che continuano ad aggiungersi uno particolarmente increscioso è avvenuto negli ultimi giorni a Lahore, con due genitori cristiani arrestati per il ritrovamento su una terrazza di alcune pagine strappate del Corano.

L’episodio è avvenuto l’8 settembre nella Chaudhry Colony: un passante musulmano, Muhammad Tamoor, avrebbe notato diverse pagine del libro sacro dell’islam cadere dal tetto di una casa. Ha bussato all’abitazione e ha insistito per entrare nell’appartamento dove insieme Shaukat e Kiran Masih vivono le figlie Sundas e Ruby e il figlio Sabir. In uno zainetto rosa nascosta dietro il serbatoio dell’acqua ha trovato altre pagine del Corano e tanto è bastato per convincerlo a chiamare immediatamente la polizia e far scattare la denuncia ai sensi del famigerato articolo 295-B del Codice penale, la cosiddetta legge antiblasfemia. I due genitori sono stati immediatamente arrestati ritenendoli responsabili di un’azione presumibilmente compiuta da qualcuno dei figli. La legge prevede, infatti, pene severe, tra cui l’ergastolo, per qualsiasi atto intenzionale che profani, danneggi, dissacri o utilizzi una copia del Sacro Corano o suoi estratti in modo dispregiativo o per qualsiasi scopo illegale. Nella zona è subito aumentata la tensione, con manifestazioni intimidatorie da parte di gruppi islamisti che hanno aggravato la preoccupazione.

Un altro episodio inquietante era avvenuto poche ore a Tandlianwala, che si trova nel distretto di Faisalabad, lo stesso degli attacchi alle case e alle chiese di Jaranwala. Anche lì sono state diffuse minacce di un’azione imminente da parte di estremisti musulmani in seguito a un presunto caso si blasfemia. Così la notte del 6 settembre la comunità cristiana locale ha abbandonato le proprie case in cerca di protezione. Una situazione che si aggiunge a quella di Sargodha in Punjab, dove negli ultimi tre mesi sono state addirittura 5 le denunce di blasfemia presentate contro i cristiani, in una campagna fomentata dal partito estremista musulmano Tehreek-e-Labbaik Pakistan, che organizza proteste per chiedere l’arresto delle persone accusate.
(AsiaNews 11/09/2023 di Shafique Khokhar)

NICARAGUA - arrestato un sacerdote. La repressione contro la Chiesa continua
La repressione del regime del Nicaragua contro la Chiesa Cattolica non conosce sosta. Venerdì scorso la polizia locale ha arrestato Padre Osman José Amador Guillen, 36 anni, della diocesi di Estelí. Secondo quanto si apprende il sacerdote è stato arrestato durante una riunione in cattedrale insieme ad altri confratelli.

Nei giorni scorsi il sacerdote aveva chiesto ai fedeli di pregare per il Vescovo di Matagalpa, Monsignor Rolando Alvarez, condannato dal regime a 26 anni di carcere. (…)

La Chiesa Cattolica è finita nel mirino del governo Ortega, presidente dal 2007: Monsignor Alvarez è stato condannato a 26 anni di carcere con l’accusa di cospirazione volta a minare l’integrità nazionale e per propagazione di notizie false attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione a danno dello Stato del Nicaragua.
(Di Marco Mancini ACI Stampa11 settembre 2023).

INDIA - Uttar Pradesh, centro di preghiera cattolico nel mirino per conversioni

Il centro di preghiera Ishwar Dham di p. Vineet Pereira, sacerdote cattolico del distretto di Mau nell’Uttar Pradesh, è in queste ore nel mirino dei movimenti radicali indù dell’Uttar Pradesh con la consueta accusa di operare conversioni, vietate dalla draconiana legge in vigore in questo popoloso Stato indiano governato dai nazionalisti del Bjp. La polizia si è recata oggi nella struttura interrogando i presenti.

“Hanno presentato una denuncia contro di noi per attività di conversione il 1° settembre - racconta ad AsiaNews p. Pereira -. La polizia mi ha convocato il 2 settembre, mi accusano di fare proseliti tra persone innocenti e vulnerabili. In questi giorni sono state lanciate pietre contro il centro di preghiera e sono stati girati dei video diffusi sui social media con l’accusa di attività di conversione”. Già nel 2018 p. Vineet Pereira era stato arrestato a Varanasi con l’accusa di “sommossa” e “assemblea illegale”, picchiato e poi rilasciato.

“Ishwar Dham è una casa di preghiera, aperta a tutti - racconta il sacerdote -. Le persone vengono per trovare conforto nella predicazione e nel culto, qui trovano solidarietà. Non converto nessuno, annuncio solo la Buona Notizia dell’amore di Gesù per ciascuno che attrae le persone, particolarmente i poveri e gli emarginati che subiscono discriminazioni e oppressioni nella loro vita. A Ishwar Dam non si svolgono assolutamente attività di conversione: conosciamo la legge statale e non ne abbiamo violato alcuna clausola”. (…)
(AsiaNews7/09/2023 di Nirmala Carvalho

CINA - Non si registra all’Associazione patriottica: prete condannato come ‘truffatore’

È stato ordinato sacerdote da un vescovo, ma viene condannato come un “truffatore” perché si rifiuta di registrarsi agli organismi ufficiali e di aderire all’Associazione patriottica. Fonti di AsiaNews raccontano dalla Cina la storia di p. Yang Xiaoming, finito in tribunale e condannato a una sanzione amministrativa per questa sua scelta compiuta in coscienza.

P. Yang Xiaoming (nome cristiano Giuseppe) è nato il 22 novembre 1989 nel distretto di Longwan della città di Wenzhou, nella provincia dello Zhejiang. È stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 2020 da mons. Pietro Shao Zhuming, vescovo “sotterraneo” della diocesi di Wenzhou, presule finito lui stesso più volte agli arresti per il rifiuto ad aderire all’Associazione patriottica. L’11 maggio 2021, pochi mesi dopo l’ordinazione, l’Ufficio per gli affari religiosi del distretto di Longwan ha avviato un procedimento contro p. Xiaoming perché non si era registrato ufficialmente presso il Dipartimento per gli affari religiosi, aderendo agli organismi controllati dal partito. Per questo è stato giudicato colpevole di “condurre attività religiose con l’inganno o ottenere denaro con l’inganno, sotto l’apparenza di un chierico religioso”. E con queste motivazioni gli è stata comminata una sanzione amministrativa che prevede “l’ordine di cessare le sue attività (di sacerdote ndr), la confisca dei proventi illeciti per 28.473,33 renminbi (oltre 3.600 euro ndr) e l’imposizione di una multa di 1.526,67 renminbi (quais 200 euro ndr)”.

P. Yang ha presentato ricorso in tribunale contro la sanzione amministrativa imposta dall’ufficio del Dipartimento per gli affari religiosi. Parla di una violazione del Codice di diritto canonico cattolico dal momento che è stato dichiarato come un falso prete senza considerare la sua ordinazione da parte del vescovo Shao Zhuming. P. Yang è in possesso del certificato di ordinazione rilasciato dal vescovo di Wenzhou e sia l’ufficio per gli affari religiosi del distretto di Longwan sia il governo del distretto di Longwan hanno riconosciuto l’autenticità del certificato in tribunale, non negando il fatto che sia stato ordinato secondo le regole della Chiesa cattolica. “L’acquisizione delle qualifiche per il personale religioso dovrebbe essere un affare interno di ciascuna comunità religiosa, che gode di piena libertà al riguardo - sostiene -. Secondo il moderno principio internazionale della separazione tra Stato e Chiesa, il governo non dovrebbe intervenire negli affari interni delle religioni”.
“A lasciare perplessi - commentano fonti cinesi ad AsiaNews - è il fatto che p. Yang venga condannato da un tribunale perché non è un sacerdote accreditato dall’Associazione patriottica, ma solo dalla diocesi cattolica di Wenzhou. Si tratta di una vera e propria persecuzione politica e di una palese violazione della libertà religiosa e delle convenzioni internazionali. Chiediamo a quanti si preoccupano della promozione dei diritti umani e della libertà religiosa di pregare per la Chiesa in Cina nella sua sofferenza, di chiedere al Signore di prendersi cura di noi e di aiutarci”.
Wenzhou (AsiaNews08/09/2023)

PER NON DIMENTICARE
NEL NAGORNO KARABAKH È IN ATTO
UN GENOCIDIO DI 120.000 CRISTIANI

NAGORNO – KARABAKH
Armenia: esercitazioni militari con gli Usa. Si temono ripercussioni in Nagorno-Karabakh

L’Armenia, da sempre alleata della Russia, ha annunciato che ospiterà un’esercitazione militare congiunta con gli Stati Uniti la prossima settimana, in un momento di crescente tensione militare con il vicino Azerbaigian, con cui è in conflitto per il controllo delle enclave del Nagorno-Karabakh. La decisione arriva in un momento di intensa frustrazione dell’Armenia nei confronti di Mosca. Il primo ministro Nikol Pashinyan ha accusato la Russia, distratta dalla guerra con l’Ucraina, di non riuscire a proteggere l’Armenia da quella che ha definito continua aggressione da parte dell’Azerbaigian. I funzionari della difesa armeni, per esempio, hanno detto che ieri sera l’Azerbaijan ha sparato contro le loro posizioni sul confine.
(07/09/2023 ASIA TODAY)

UN COMMENTO di RENATO FARINA

#ArtsakhBlockade Holodomor di serie B. Cari senatori, in Artsakh la fame uccide come in Ucraina novant’anni fa

Ho fatto un sogno tremendo. Mi sono ritrovato in un’isba ucraina in pieno Holodomor. Non fingete di non sapere che cosa sia. Nel biennio 1932-1933 tre quattro cinque milioni di famiglie contadine morirono per fame (questo etimologicamente significa la parola). Fu una carestia terroristica. Stalin impose la collettivizzazione, non fu una decisione economica: collettivizzò per volontà politica la fame e la morte dei kulaki.

Prima la Camera e poi il Senato il 26 luglio hanno approvato la mozione “90 anni dopo l’Holodomor: riconoscere l’uccisione di massa per fame come genocidio”. Giustissimo. Ma come fanno i senatori italiani a non riconoscere invece il genocidio armeno ad opera dei giovani turchi nel 1915? Sarebbe drammaticamente essenziale per impedire che il genocidio si ripeta contro i miei fratelli Armeni che in 120 mila sono stritolati dall’assedio nell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), circondati da ogni parte da soldati e “attivisti” Azerbajgiani che bloccano l’unica via che li collega alla Repubblica di Armena.

Mi chiedo: perché questo doppio standard? (…)
Il Parlamento ha chiesto che il genocidio dei kulaki sia riconosciuto, ma continua l’inerzia oscena sull’assedio dell’enclave armena, in aggiunta alla vendita di aerei militari al regime azero.

Un’infamia che si ripete

Davvero si vuole accettare che si ripeta – anche se sappiamo tutto, e persino l’ONU lo sa e condanna sterilmente – l’infamia che inesorabilmente di nuovo si affaccia dalle mie parti, a pochi chilometri da dove guizzano le trote come principesse argentee nel lago di Sevan, lungo la via carovaniera del Caucaso meridionale, tra monti che rilucono di bellezza e di fede? (Sì, esistono ancora in certi posti maledetti dalla persecuzione e benedetti dal martirio le testimonianze di santi bambini e madri sante; come martiri furono nel 1915 il milione e mezzo di Armeni sotto il giogo ottomano, e i contadini Ucraini annichiliti dall’inedia dopo aver rosicchiato le icone).

Il sottoscritto Molokano, al tempo in cui militava come Italiano, ma spiritualmente Armeno, nell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, propose due emendamenti alla risoluzione che riconosceva l’orrore di quella carestia. Era il 2010, e ne discussi con Sergej Markov, Vicerettore dell’Università di San Pietroburgo e ideologo di Putin, un uomo ragionevole. La versione ufficiale traduceva “kulaki” con “contadini ricchi”: io proposi contadini e basta. Ricchi di che? Quella era la giustificazione ideologica che mosse gli “attivisti” a partecipare all’assassinio, togliendo gli ultimi chicchi di grano dal pugno stretto di madri che vedevano i loro piccini senza più la forza di sbattere le ciglia. Markov fece votare i Russi a favore dell’emendamento. Il termine “carestia terroristica” invece lo ritenne un insulto alla Russia e la sinistra europea, per difendere non la Russia ma l’utopia assassina del comunismo, rise. Allora nessuno poté introdurre il termine genocidio. E neppure nel titolo si parlava di Ucraina, ma di ex URSS.

Per il bene dell’umanità?

Il mio intervento fu una richiesta di perdono agli Ucraini a nome del popolo italiano. Stupii l’assemblea. Il motivo? Lo dissi. Il Console italiano a Kharkiv, Kiev e Odessa, il Triestino Sergio Gradenigo, fascista della prima ora, aveva inviato rapporti terrificanti a Benito Mussolini. Mussolini leggeva ogni corrispondenza dall’URSS. Il Console scrisse di «una carestia organizzata e voluta per dare una lezione al contadino». Mussolini ne approfittò per comprare grano da Mosca, e non protestò per la strage: anzi a settembre volle fosse firmato a Roma il Patto italo-sovietico di «amicizia, non aggressione e neutralità». Deputati Ucraini dalla barba incolta da contadini mi cercarono e si misero in ginocchio a ringraziarmi.

Mi fa spavento che l’Italia abbia firmato simili intese con l’Azerbajgian a Baku, che vanno oltre l’amicizia e contemplano «la modernizzazione delle forze armate». Vasilij Grossman in Tutto scorre dedica pagine di indicibile pena e straziata poesia a descrivere le madri che mangiano i figli morti. La morte per fame è la più dolorosa che esista. E gli attivisti comunisti, come gli attivisti ecologisti e nazionalisti Azeri – ahimè sostenuti dai miei fratelli Italiani al governo e al Senato -, erano convinti di essere nel giusto. «È per fare il bene, il bene dell’umanità che hanno ridotto le madri a quel punto» (pagina 151). E voi Italiani per il gas? Certe cose si pagano.

Il Molokano (12 Settembre 2023 - Korazym.org - di Renato Farina - Questo articolo è stato pubblicato sul numero di settembre 2023 dell’edizione cartacea del mensile Tempi)

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