2023 09 20 NIGERIA - Rapito un sacerdote insieme ad altre sei persone
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NEL NAGORNO KARABAKH È IN ATTO UN GENOCIDIO DI 120.000 CRISTIANI

Un sacerdote cattolico, p. Marcellinus Obioma Okide, è stato rapito a Udi, nello stato di Enugu, nel sud-est della Nigeria.
Il rapimento è avvenuto lungo Eke-Affa-Egede Road nell'area governativa locale dello Stato di Udi interno alle 17 di domenica 17 settembre. Insieme al sacerdote sono state rapite altre sei persone che viaggiavano lungo la strada prese di mira dalla banda criminale.
Il sacerdote che presta servizio presso la parrocchia di St. Mary Amofia-Agu Affar, stava rientrando nella sua parrocchia quando è stato rapito.
In un comunicato la diocesi di Enugu ha rivolto un appello ai fedeli cattolici affinché preghino per il sacerdote rapito, sperando in un suo rilascio rapido e sicuro e auspica una conversione del cuore da parte dei rapitori.
(L.M.) (Agenzia Fides 19/9/2023)
Nagorno-Karabakh ULTIME NOTIZIE
L’Azerbaigian ha iniziato a bombardare gli armeni del Nagorno-Karabakh
Il regime di Ilham Aliyev ha ordinato di colpire la capitale dell'Artsakh, Stepanakert, dopo aver cercato di far morire di fame 120 mila armeni nell'ultimo anno chiudendo il Corridoio di Lachin
L’Azerbaigian ha iniziato a bombardare la capitale dell’Artsakh, Stepanakert, nell’ambito di quella che il ministero della Difesa di Baku chiama «attività anti-terroristiche locali» per «sopprimere le provocazioni su larga scala» degli armeni e «garantire l’uscita delle forze armate dell’Armenia dal nostro territorio», cioè dal Nagorno-Karabakh. Le forze di peacekeeping russe, così come la Turchia, sarebbero stati «avvertiti» dell’aggressione militare, che «non riguarderà obiettivi civili».
(…) L’Azerbaigian ha utilizzato come scusa per invadere nuovamente il Nagorno-Karabakh un presunto attacco armeno nella regione di Askeran, circostanza definita da Erevan come «completamente falsa. È l’Azerbaigian stesso ad aver violato il cessate il fuoco utilizzando facendo fuoco in quella direzione con mortai e armi leggere».
La chiusura del Corridoio di Lachin
L’accordo sul cessate il fuoco del novembre 2020, che aveva posto fine alla terza guerra del Nagorno-Karabakh, era già stato a più riprese violato da Baku con continue provocazioni e con la chiusura del Corridoio di Lachin il 12 dicembre 2022.
In questo modo il regime di Ilham Aliyev ha deliberatamente provocato una catastrofe umanitaria nel Nagorno-Karabakh. Dopo aver chiuso anche agli aiuti umanitari della Croce rossa internazionale l’unica strada che collega i 120 mila armeni dell’Artsakh al mondo esterno il 15 giugno, ieri (18.09.2023) per la prima volta Baku aveva permesso il passaggio di alcuni tir carichi di farina e medicine.
Da mesi Baku prepara l’invasione
Dopo aver cercato di trasformare l’Artsakh in un «campo di concentramento» e di prendere per fame gli armeni per convincerli ad abbandonare la loro terra, ora l’esercito azero ha iniziato a bombardare le città del Nagorno-Karabakh.
La mossa era stata ampiamente prevista dall’Armenia. Due settimane fa il primo ministro, Nikol Pashinyan, aveva denunciato a chiare lettere: «L’Azerbaigian ammassa truppe lungo la linea di contatto con il Nagorno-Karabakh e al confine con l’Armenia». La situazione politico-militare nella regione, aggiungeva, «sta seriamente peggiorando».
(Tempi Leone Grotti 19/09/2023)
Nagorno Karabakh attacco azero, le denunce armene
Baku, riferisce la Bbc, accusa le forze armene di aver "sistematicamente bombardato" posizioni dell'esercito dell'Azerbaigian e sostiene di avere risposto con "un'azione locale anti terrorismo... per disarmare e assicurare il ritiro di formazioni dell'esercito armeno dal nostro territorio".
Da parte sua, Erevan (Armenia) afferma di non avere proprie forze nell'enclave in territorio azero e invoca l'intervento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e delle forze di pace russe. Il ministro degli Esteri armeno denuncia una "operazione di pulizia etnica".
L'attacco militare arriva dopo mesi di tensione attorno alla regione a maggioranza armena in Azerbaigian, per la quale Erevan e Baku si sono già affrontate in due guerre, dopo il crollo dell'Urss ai primi degli anni Novanta e nuovamente nel 2020. Dallo scorso dicembre, l'Azerbaigian aveva di fatto bloccato il corridoio di Lachin, unica via di collegamento fra il Nagorno Karabakh e l'Armenia, mettendo a rischio il rifornimento di beni essenziali.
Di recente Erevan ha più volte accusato la Russia, a lungo potenza protettrice dell'Armenia, di non tutelare più la sua sicurezza. Pochi giorni fa c'erano state esercitazioni militari congiunte fra Stati Uniti e Armenia.
Una sintesi della questione
Dove si trova il Nagorno-Karabakh?
Il Nagorno Karabakh (Artsakh per gli armeni) è una regione montuosa situata nella parte meridionale dei monti Karabakh, Caucaso del Sud. Per popolazione, è una enclave armena all'interno del territorio azero: sono armeni 120mila dei suoi 145mila abitanti. Internazionalmente, è riconosciuta la sovranità azera. Amministrativamente si tratta di un territorio autonomo, il cui governo è vicino a quello armeno che pure non lo riconosce ufficialmente.
Perché è conteso tra Armenia e Azerbaigian?
La popolazione del Nagorno Karabakh è all'80% di lingua e cultura armena e di tradizione religiosa cristiana, distinguendosi dunque dagli azeri che sono di origine turcomanna e musulmani. La presenza armena risale a diversi secoli avanti Cristo. Anche gli azeri rivendicano l'antichità della loro presenza nell'area, che nel corso della storia ha conosciuto il dominio di Persiani, Turchi e Russi. La regione era parte della Repubblica azera ai tempi dell'Urss.
Quando si sono combattute le due guerre del Karabakh?
Con il crollo dell'Unione Sovietica scoppiò la prima guerra del Karabakh (1988-1994) tra Armenia e Azerbaigian. Circa 30mila persone rimasero uccise e centinaia di migliaia di azeri lasciarono il territorio. La guerra si concluse con la conquista armena di 7 distretti.
Dopo decenni di schermaglie intermittenti, nel 2020 l'Azerbaigian attaccò le difese armene dando inizio alla seconda guerra del Karabakh, durata 44 giorni e conclusasi con la vittoria azera. Baku riconquistò i 7 distretti e circa un terzo del Nagorno Karabakh. Decisivo il ruolo dei droni acquistati da Turchia e Israele. Furono 6.500 le vittime. La Russia, che ha un trattato di difesa con l'Armenia ma anche buoni rapporti con l'Azerbaigian, negoziò il cessate il fuoco. Il trattato prevedeva che 1.960 peacekeeper russi restassero a garantire il corridoio di Lachin, la striscia di terra che permette le comunicazioni tra l'enclave e l'Armenia e che le forze armene non controllavano più.
Perché i negoziati sono falliti?
Negli anni si sono tenuti diversi negoziati, mediati da Unione Europea, Stati Uniti o Russia, ma non si è mai arrivati a una soluzione definitiva. Il tema più delicato è lo status dei 120mila armeni per i quali Erevan chiede garanzie sul rispetto dei diritti e sulla loro sicurezza. Il primo ministro Nikol Pashinyan ha dichiarato che l'Armenia riconosce la sovranità e l'integrità territoriale dell'Azerbaigian, ma Baku non si fida e accusa Erevan di fomentare il separatismo.
Nel dicembre del 2022 civili azeri bloccarono il corridoio di Lachin.
Nell'aprile di quest'anno l'Azerbaigian ha messo un checkpoint ufficiale, asserendo che serve a evitare il traffico di armi. In questo modo si è reso più complicato, e in gran parte fermato, il traffico di merci e persone fra l'Armenia e il Nagorno Karabakh.
(Anna Maria Brogi martedì 19 settembre 2023 Avvenire)