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2023 11 01 Nella solennità dei Santi ricordiamo i nostri fratelli e sorelle perseguitati per la loro fede

Fonte:
CulturaCattolica.it
NIGERIA - Ucciso uno dei tre benedettini rapiti il 17 ottobre; liberati gli altri due
NIGERIA - Banditi assalgono la canonica e rapiscono il parroco nel nord-est della Nigeria poi liberato
TESTIMONIANZA PAKISTAN - Okara: fugge da rapimento e matrimonio forzato, il calvario di un’adolescente cristiana

NIGERIA - Ucciso uno dei tre benedettini rapiti il 17 ottobre; liberati gli altri due

È stato ucciso fratel Godwin Eze, uno dei tre monaci benedettini catturati da una banda armata la notte del 17 ottobre nel monastero di Eruku nello Stato di Kwara, nella Nigeria centro settentrionale.
Le altre due persone rapite, i due postulanti, Anthony Eze e. Peter Olarewaj, erano stati liberati il 21 ottobre. È stato accertato che fratel Godwin Eze sia stato ucciso il 18 ottobre il giorno dopo il rapimento.
(Agenzia Fides 25/10/2023)

NIGERIA - “P. Eze è stato ucciso per spaventare gli altri due ostaggi”

“P. Godwin Eze è stato ucciso per spaventare i 2 postulanti che erano stati rapiti con lui” dicono all’Agenzia Fides i benedettini del convento di Eruku, Il monastero di Eruku nello Stato di Kwara, nella Nigeria centro settentrionale nel quale la notte del 17 ottobre un gruppo armato fece irruzione prelevando il novizio Godwin Eze insieme ai due postulanti Anthony Eze e Peter Olarewaj. P. Eze è stato ucciso la mattina successiva.
“I banditi hanno usato i calci dei fucili per sfondare la porta del convento” ricordano. “Si sono introdotti nelle camerate del noviziato e dopo aver minacciato le 10 persone presenti hanno trascinato via p. Eze e i due postulanti che sono stati costretti a camminare a piedi nudi nella foresta. All’alba giunti a un greto del fiume, secondo quanto hanno riferito i due postulanti, p. Eze è stato ucciso a colpi di arma da fuoco e il suo corpo gettato nel fiume. I rapitori hanno detto che questo era per dimostrare la loro determinazione a fare sul serio”.
I suoi confratelli descrivono p. Eze, che aveva 31 anni, come “una persona gioviale dedita interamente al monastero e alla preghiera”. Sono ancora in corso le ricerche del suo corpo.
“I due postulanti sono ricoverati in ospedale per guarire le ferite procuratesi per aver dovuto camminare a piedi per giorni nella foresta, e quelle del trauma psicologico subito” dicono i benedettini.
“Il nostro monastero si trova in una zona isolato, circondato dai campi da noi coltivati. Non abbiamo una recinzione ed ora abbiamo timore ad andare a coltivare la terra anche perché i banditi hanno minacciato di tornare” concludono i benedettini. (L.M.) (Agenzia Fides 26/10/2023)

NIGERIA - Banditi assalgono la canonica e rapiscono il parroco nel nord-est della Nigeria

Non si fermano i rapimenti di sacerdoti in Nigeria. P. Thaddeus Tarhembe è stato rapito nella parrocchia di Sant’Anna nel consiglio locale di Ibi dello Stato di Taraba (Nigeria nord-orientale) nelle prime ore di domenica 29 ottobre.
Secondo le testimonianze di alcuni parrocchiani una banda composta da numerosi individui armati hanno fatto irruzione nella parrocchia nelle prime ore di domenica e hanno portato via il sacerdote.
Mons. Mark Nzukwein, Vescovo di Wukari in una dichiarazione rilasciato tramite il Direttore della Comunicazione della diocesi, ha confermato che il parroco è stato rapito nella canonica del della parrocchia. (Agenzia Fides 30/10/2023)

NIGERIA – liberato Padre Thaddeus Tarhembe
È stato liberato il sacerdote rapito in Nigeria domenica. Padre Thaddeus Tarhembe era stato prelevato nella canonica della parrocchia di Sant’Anna nello Stato nord-orientale di Taraba.
(Agenzia Fides 31/10/2023)

TESTIMONIANZA

PAKISTAN - Okara: fugge da rapimento e matrimonio forzato, il calvario di un’adolescente cristiana

Masheel Rasheed è stata anche abusata sessualmente dai propri rapitori. Il padre aveva tentato di denunciare l’accaduto alla polizia, ma non ha ricevuto sostegno dalle forze dell’ordine. Ora lui e la figlia vivono nascosti perché temono ritorsioni da parte di estremisti musulmani.

L’ultimo caso di rapimento di un’adolescente cristiana racconta i pericoli a cui sono sottoposti gli appartenenti alle minoranze religiose in Pakistan: Masheel Rasheed, 16 anni, è stata sottoposta a violenza sessuale ed è stata poi convertita all’Islam per sposare il proprio rapitore, Abdul Sattar.

Masheel è la figlia più giovane di Rasheed Masih e fa parte dell’unica famiglia cristiana nella città di Okara, che conta circa 10mila residenti e si trova a sud-ovest rispetto alle città di Lahore e Fisalabad. Il loro calvario in quanto cristiani è iniziato a ottobre 2021, quando gli abitanti locali hanno imbrattato la casa e rubato alcuni effetti personali. La famiglia ha presentato una denuncia alla polizia che ha portato alla condanna dell’imputato.

La situazione è degenerata l’anno successivo, quando il 25 ottobre 2022 Masheel è stata rapita. La ragazza si stava preparando per andare a scuola quando gli assalitori hanno fatto irruzione in casa e picchiato il padre fino a renderlo incosciente.

Durante la prigionia Masheel è stata drogata e sottoposta ad abusi fisici e sessuali. Segni di tortura sono ben visibili sulle sue braccia.

Durante il processo in tribunale per ottenere il certificato di matrimonio è stata costretta a dichiarare il falso perché i rapitori l’avevano minacciata dicendo che avrebbero ucciso la sua famiglia se non avesse collaborato.

Nonostante le denunce del padre alla polizia, Masheel è tornata dalla sua famiglia perché è riuscita a fuggire. All’inizio della prigionia la ragazza aveva fatto un primo tentativo, ma è stata subito ripresa. Solo dopo la morte del fratello di Abdul Sattar, l’uomo musulmano che l’ha seviziata e poi sposata, Masheel è riuscita a raggiungere Okara e tornare dal padre.

Il padre, sconvolto, ha raccontato di aver cercato instancabilmente giustizia, ma di essersi trovato davanti un muro di indifferenza e collusione all’interno delle forze di polizia.

Da dieci giorni lui e la figlia hanno lasciato Okara, temendo per le loro vite. Masheel è traumatizzata e non riesce a parlare. Ha paura di tornare a casa perché sa che i rapitori sostengono che debba riunirsi al marito, la cui famiglia è molto influente in città.

Joseph Jansen, presidente dell’organizzazione di difesa delle minoranze religiose Voice for Justice, ha denunciato l’accaduto: “Masheel aveva solo 15 anni quando il suo matrimonio è stato ritenuto valido da un giudice nel distretto di Okara, anche se in Pakistan l’età legale per sposarsi è di 18 anni”. Jansen ha poi chiesto un intervento del governo pakistano per garantire la protezione dei cristiani perseguitati: “Rasheed Masih e sua figlia rimangono in grave pericolo”, ha detto ad AsiaNews. “Il Pakistan è vincolato dalla Costituzione a sostenere i diritti e la sicurezza delle sue comunità religiose minoritarie”.

Shamaun Alfred, portavoce dell’Associazione delle minoranze del Pakistan, ha ricordato che i certificati di nascita, i documenti di registrazione della Chiesa e le certificazioni scolastiche sono documenti legali che forniscono informazioni accurate sull’età di un individuo. Tuttavia, nei casi di matrimoni forzati con minorenni, questi atti vengono spesso ignorati consentendo pratiche illegali difficili da sradicare: “Il fallimento delle istituzioni statali nel riconoscere e sostenere la validità di tali documenti ufficiali è un ostacolo significativo nella lotta contro i matrimoni forzati e infantili. Non solo mina lo Stato di diritto, ma mette anche in pericolo la vita e il futuro di innumerevoli minori”.

Rachel Mary, attivista per i diritti delle donne, ha aggiunto che la polizia favorisce costantemente i gruppi islamici e tratta le comunità minoritarie come inferiori. “Gli estremisti musulmani offrono volentieri rifugio a questi criminali, giustificando le loro azioni con il pretesto di convertire gli altri all’Islam e diffondere così la loro fede nell’Islam. Il calvario della famiglia Masih evidenzia l’urgente necessità di riforme e di protezione delle minoranze religiose in Pakistan, dove tali atrocità continuano a affliggere la vita di cittadini innocenti”.
(di Shafique Khokhar AsiaNews 25/09/2023)

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