2024 10 30 ACS Persecuzione dei cristiani nel mondo in crescita
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
INDIA - Attacchi ai cristiani, mons. Machado: India ‘Paese arretrato’ per libertà religiosa
BURKINA FASO - Dilaga la violenza: centinaia di morti in un attacco armato nel villaggio di Manni

ACS Persecuzione dei cristiani nel mondo in crescita
Rapporto biennale (dall’agosto 2022 a, giugno 2024) intitolato “Persecuted and Forgotten? A Report on Christians oppressed for their Faith 2022-24”, preparato dalla Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre
Il grafico relativo al rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede nel mondo – (Withub)
I risultati principali sono stati:
L’ epicentro della violenza militante islamista si è spostato dal Medio Oriente all’Africa.
In alcune parti del Burkina Faso, della Nigeria, del Mozambico e altrove, i cristiani sono stati terrorizzati da una violenza estrema.
Si è intensificata la presa di mira dei cristiani come nemici dello Stato e/o della comunità locale, mentre i regimi autoritari, tra cui quelli di Cina, Eritrea, India e Iran, hanno intensificato le misure repressive.
Gli attori statali e non statali hanno sempre più utilizzato come arma legislazioni nuove ed esistenti, criminalizzando gli atti ritenuti irrispettosi della religione di Stato come mezzo per opprimere i cristiani e altri gruppi religiosi minoritari.
Ci sono crescenti minacce contro i bambini cristiani, in particolare le bambine, che subiscono rapimenti, violenze sessuali, matrimoni forzati e conversioni forzate.
Il rapporto 2022-2024 include anche le seguenti importanti scoperte:
In Siria, prima dello scoppio della guerra civile nel 2011, la comunità cristiana contava più di 1,5 milioni di persone; oggi i cristiani potrebbero essere appena 250.000.
In Burkina Faso, più di due milioni di persone, circa il 10 percento della popolazione del Paese, sono state sfollate a causa della continua insurrezione islamista.
L’esercito birmano è accusato di aver distrutto più di 200 luoghi di culto, tra cui 85 chiese.
In Cina, si stima che le persone imprigionate dal Partito Comunista Cinese siano da poche migliaia a oltre 10.000.
In Eritrea, a giugno 2024, circa 400 cristiani sono imprigionati – senza processo – solo a causa della loro fede.
In India, nel 2023 sono stati segnalati 720 attacchi o altri episodi di persecuzione contro i cristiani, in aumento rispetto ai 599 dell’anno precedente.
In Iran, i casi di cristiani detenuti sono aumentati da 59 nel 2021 a 166 nel 2023.
In Iraq, la popolazione cristiana ha subito un forte calo durante il brutale regime di Daesh; attualmente è composta da meno di 200.000 persone su una popolazione di oltre 41.000.000, ovvero circa lo 0,46%.
La Nigeria è all’ottavo posto nel Global Terrorism Index del 2024. I militanti insorti Fulani nella Middle Belt commettono regolarmente massacri e altre atrocità violente, con un numero sproporzionato di attacchi contro i cristiani.
In Corea del Nord, chiunque si identifichi come cristiano o mostri anche solo interesse per il cristianesimo o la Bibbia sarà quasi certamente considerato un nemico dello Stato.
In Pakistan, la ricerca ha scoperto che 2.120 individui sono stati accusati di blasfemia tra il 1987 e il 2022.
In Arabia Saudita la conversione dall’Islam al Cristianesimo è severamente proibita e i convertiti possono incorrere in delitti d’onore.
(ACN INTERNATIONAL)
COMMENTI
ACS: allarmante l’aumento dei cristiani perseguitati nel mondo
(Dorota Abdelmoula-Viet – RV 24 ottobre 2024)
La ricerca è stata condotta in 18 “Paesi chiave”, spiega ACS, che vanno dall’America Latina all’Estremo Oriente. Una parte importante della relazione è costituita da testimonianze di persone che hanno subito attacchi a motivo della religione e da descrizioni dettagliate di alcuni eventi, che Aiuto alla Chiesa che Soffre ha ricevuto attraverso contatti locali in ogni Paese. Come si legge nella presentazione del rapporto reperibile sul sito di ACS, “l’aumento delle violenze religiose contro i cristiani è più alto che mai”. L’organizzazione ha fatto notare che ciò si evidenzia anche in ricerche condotte da altre istituzioni, come ad esempio il Pew Research Centre.
Aiutare i perseguitati: un dovere per i cristiani
Aiutare i perseguitati a causa della loro fede non può essere considerata un’attività facoltativa della Chiesa, afferma Regina Lynch, presidente esecutivo di ACS internazionale in un’intervista ai media vaticani. “La necessità di agire in favore dei cristiani perseguitati in tutto il mondo non consiste solo in una difesa dei diritti umani fondamentali e della dignità, ma anche nella solidarietà con coloro che sono perseguitati per la loro fede in Cristo”, ricorda.
ACS fornisce aiuto in tre modi: il sostegno materiale, la preghiera, la raccolta e la diffusione delle informazioni sulla situazione dei cristiani nel mondo, che si riflette nei rapporti pubblicati dalla Fondazione: “Perseguitati e dimenticati” e “Rapporto sulla libertà religiosa”.
Perseguitati in diversi modi
Il report mostra non solo l’entità, ma anche la diversità delle azioni contro i credenti. I loro autori sono istituzioni sia statali che pubbliche oppure gruppi privati, compresi estremisti religiosi e gruppi criminali. Tra i tipi di intervento e di persecuzione citati vi sono gli arresti, sempre più spesso con l’accusa di blasfemia nei confronti di altre religioni, il reinsediamento forzato e la deportazione, la devastazione o confisca di luoghi di culto, la conversione e il matrimonio forzati, le intimidazioni e i rapimenti, la promozione di informazioni offensive e false sui cristiani. È stata inoltre richiamata l’attenzione sui casi di applicazione della legge a doppia corsia che sottopongono i cristiani a maggiori restrizioni rispetto agli aderenti ad altre religioni o che introducono leggi che vietano la conversione al cristianesimo.
Esodo cristiano
Insieme ai dati statistici, gli autori del rapporto sollevano domande sulle conseguenze della persecuzione sia per i cristiani che per le terre in cui abitano. Si parla, tra l’altro, del fatto che la migrazione dei cristiani e la privazione dei loro diritti civili “solleva interrogativi sulla sopravvivenza a lungo termine della Chiesa in regioni chiave”.
In Vietnam una scintilla di speranza
Il rapporto include anche osservazioni positive. Riguardano il Vietnam, dove, tra l’altro, grazie ai “passi compiuti per ristabilire rapporti positivi con il Vaticano”, la situazione dei cristiani è leggermente migliorata. Sebbene l’introduzione della libertà religiosa in questo Paese richiede ancora molti sforzi, “la Chiesa cattolica ha tuttavia registrato un disgelo nei rapporti con lo Stato”. La svolta principale si è verificata durante la pandemia, quando l’attività della Chiesa, tra cui la distribuzione di cibo, ha guadagnato il rispetto dei governanti.
La fede nel mirino. I cristiani sono sempre più perseguitati nel mondo
Stefano Vecchia mercoledì 23 ottobre 2024 Avvenire
(…)
Il caso Nicaragua
Non nuova, ma approfondita nel rapporto è la situazione del Nicaragua, presente per la prima volta dopo 18 anni nell’analisi di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). La ragione sta nelle azioni repressive emerse negli ultimi 24 mesi nei confronti del clero locale sottoposto a espulsioni e detenzioni. Nel rapporto sono riportate testimonianze dirette dei sopravvissuti agli attacchi anti-cristiani e dettagli basati sulle informazioni ottenute dai contatti locali di Acs.
(…)
Ultima “categoria” del ventaglio persecutorio nei confronti dei battezzati che si trovano a vivere la condizione discriminatoria loro imposta, è la repressione di carattere ideologico. “I regimi autoritari […] hanno intensificato le misure repressive contro i cristiani, sia in nome del nazionalismo religioso sia della laicità dello Stato/comunismo”, sottolinea il rapporto di Acs sottolineando il ruolo del Nicaragua. In questi casi le condanne sono avvenute per “presunti insulti contro l’ideologia di Stato”, che hanno motivato “confische di luoghi di culto, aumento degli arresti di clero e laici, nonché periodi di detenzione più lunghi”.
ALTRE NOTIZIE (che documentano la dura realtà del rapporto ACS)
INDIA - Attacchi ai cristiani, mons. Machado: India ‘Paese arretrato’ per libertà religiosa
Dal 13 ottobre almeno cinque casi di violenze in diverse aree, in particolare Chattisgarh e Uttar Pradesh. Nel mirino funzioni di preghiera ed edifici, a una famiglia è stata vietata la sepoltura nel cimitero del villaggio. La polizia complice degli assalitori. Arcivescovo Bangalore: silenzio “sconcertate” di istituzioni e apparati governativi.
“Sono a conoscenza” di “attacchi palesi e altri più nascosti” avvenuti nell’ultimo periodo contro i cristiani in diverse parti dell’India, in particolare nel Chattisgarh e Uttar Pradesh come emerge dai casi denunciati dagli attivisti di United Christian Forum for Human Rights (Ucfhr). Sono violazioni che “non si limitano ai soli elementi legati alla fede, ma si estendono sino a coinvolgere anche le istituzioni religiose, sociali ed educative, oltre ai luoghi di sepoltura”. È quanto sottolinea ad AsiaNews mons. Peter Machado, arcivescovo di Bangalore e presidente della Conferenza episcopale del Karnataka (Krcbc), commentando l’escalation di violenze a sfondo confessionale contro la minoranza, che riguardano la pratica del culto quanto simboli ed edifici. “L’intolleranza, la discriminazione e i discorsi di odio fanno male. Il silenzio e a volte la complicità dell’apparato governativo - aggiunge il prelato - sono sconcertanti”.
Il monito dell’arcivescovo di Bangalore è legato ad almeno cinque casi di violenze e violazioni alla libertà religiosa documentati da Citizens for Justice and Peace (Cjp) fra il 13 e il 20 ottobre scorso in diversi Stati indiani. Il primo episodio il 13 ottobre a Sultanpur, nell’Uttar Pradesh, dove la polizia ha interrotto una riunione di preghiera dopo una presentata denuncia di Sarvesh Singh, il presidente del National Gau Raksha Vahini. Singh, noto per la sua attività di controllo e abusi col pretesto di proteggere le vacche, ha accusato i membri del gruppo di conversioni forzate; in risposta, gli agenti hanno arrestato una coppia e fermato diversi partecipanti senza svolgere alcuna indagine preliminare.
Lo stesso giorno nel distretto di Jagatsinghpur, nell’Orissa, alcuni elementi legati al movimento nazionalista indù Bajrang Dal hanno attaccato un incontro di preghiera cristiano, anche in questo caso con la falsa accusa di conversioni e proselitismo. Durante l’assalto hanno minacciato l’uso della violenza e di voler denudare i presenti, per umiliarli a causa della loro fede. In questo caso l’intervento della polizia ha scongiurato ulteriori danni, anche se gli assalitori sono rimasti impuniti e le vittime vulnerabili a nuovi assalti. Il 17 ottobre a Dhamtari, nel Chhattisgarh, una famiglia che stava seppellendo un congiunto è finita nel mirino di alcuni militanti del Vishwa Hindu Parishad e del Bajrang Dal, contrari alla funzione e alla tumulazione del corpo nel cimitero del villaggio. A dispetto di una presenza di lunga data nell’area, per scongiurare ulteriori escalation i cristiani hanno ceduto alle pressioni portando il cadavere in un’area esterna al villaggio.
Infine, gli ultimi due casi avvenuti nell’ultima settimana: il 17 ottobre a Saharsa, nel Bihar, alcuni attivisti del Vhp spalleggiati dalla polizia locale hanno interrotto un incontro di preghiera e confiscato simboli religiosi tra cui Bibbie e altra letteratura cristiana. Un pastore è stato trattenuto per qualche tempo in conseguenza del raid. Infine, il 20 ottobre ad Amethi, nell’Uttar Pradesh, gli agenti hanno fatto irruzione nella casa di una famiglia cristiana dopo che gli abitanti del villaggio si erano lamentati di presunte conversioni avvenute con il pretesto di incontri di preghiera. L’assalto, basato su accuse non verificate, ha portato alla detenzione di tre membri della famiglia.
“Da un lato, l’India vuole mostrarsi come un Paese lungimirante e quale più grande democrazia al mondo” riprende l’arcivescovo di Bangalore, ma “dall’altro, con le restrizioni imposte ai cittadini in materia di libertà di credo e di religione, sta regredendo come una nazione arretrata”. “Pensare - prosegue - che 12 Stati hanno approvato le cosiddette leggi sulla libertà di religione, che in realtà sono leggi anti-conversione, in contraddizione con le disposizioni costituzionali, è sintomo di una mentalità più deplorevole di quella coloniale”. “Il fatto che persino il Karnataka, uno degli Stati più sviluppati dell’Unione indiana, continui a mantenere una legge anti-conversione approvata dal precedente regime, dimostra che lo sviluppo economico - conclude mons. Machado - non ha nulla a che fare con le libertà costituzionali” che chiude con le parole del poeta nazionale Rabindra Nath Tagore: “Nel cielo della libertà, Padre mio, fa sorgere il mio Paese”.
(23/10/2024 Asia News di Nirmala Carvalho)
BURKINA FASO - Dilaga la violenza: centinaia di morti in un attacco armato nel villaggio di Manni
È ormai tanto tempo che il Burkina Faso è alle prese con diversi attacchi violenti da parte di gruppi armati. Negli ultimi mesi la situazione sembra essere fuori controllo.
Secondo quanto riferito all’Agenzia Fides lo scorso 6 ottobre a subire un grave attacco è stato il villaggio di Manni, provincia di Gnagna nella regione orientale del Paese.
“Nell’attacco di Manni hanno perso la vita più di 150 persone, tra cui molti cristiani – riporta la fonte locale che per motivi di sicurezza chiede l’anonimato. Prima dell’attacco, le reti mobili del villaggio erano state interrotte per impedire qualsiasi comunicazione. I terroristi hanno colpito prima il mercato locale dove molti abitanti si erano radunati dopo la messa. Poi sono entrati nelle case e nei negozi per uccidere coloro che si erano rifugiati e hanno appiccato il fuoco bruciando vive le vittime. Il giorno dopo sono tornati, hanno incendiato auto, sparato al personale medico e a chiunque capitasse a tiro. Molte delle vittime provenivano dai villaggi circostanti, erano già stati cacciati dai terroristi ed erano venuti a cercare rifugio a Manni.”
“Profondo dolore e sincera compassione verso tutte le famiglie colpite ha espresso il vescovo della diocesi di Fada N’Gourma, Pierre Claver Malgo, che ha descritto questo attacco criminoso come ‘barbaro’. Purtroppo – rimarca la fonte - questi continui attacchi stanno facendo aumentare il numero di sfollati interni nel paese.”
In tempi più recenti, in tutto il mese di agosto, in Burkina Faso sono stati registrati attacchi terroristici rispettivamente nella provincia di Nayala, nel villaggio di Nimina, Mogwentenga e Gnipiru, fino ad arrivare a fine agosto quando il paese ha vissuto il peggior massacro della sua storia a Barsalogho che, stando alle stime, ha fatto registrare almeno 400 morti.
Dal 2015 il Burkina Faso è sotto assedio di gruppi terroristici e ne consegue un continuo stato di insicurezza e paura. Da quando è al potere il presidente ad interim Ibrahim Traoré, dal 30 settembre 2022, i tentativi di golpe ai suoi danni che sarebbero stati sventati sarebbero almeno sei, l’ultimo in ordine cronologico risale a fine agosto 2024.
(AP) (Agenzia Fides 24/10/2024)