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Sì, sì e no, no!

Fonte:
CulturaCattolica.it

Quando abbiamo aperto la nuova sezione sul «Tesoro di CL» l’abbiamo fatto per amore a quella esperienza che ci ha educato ad amare la Chiesa, nella certezza che una «fede che diventa cultura» sa e può ridare speranza agli uomini. E non abbiamo avuto paura delle critiche né delle domande che tale azione avrebbe (e ha) suscitato. Così in molti ci hanno scritto, alcuni mandando contributi (che aspettano a volte un po’ per essere pubblicati), altri chiamandoci e manifestando la loro partecipazione a quanto abbiamo affermato.
Siamo seriamente convinti che, in questo tempo drammatico, il confronto sia un bene per tutti, e non abbiamo paura di chiamare le cose con il loro nome. Quello che non ci piace è ogni posizione che non consente un lavoro serio e costruttivo. La verità della fede non consente tradimenti o pressapochismi. Non consente partigianerie o sotterfugi. Non consente di nascondersi né di travisare la posizione dell’altro (che noi non consideriamo mai né come nemico né come avversario). Da questo punto di vista ci pare estremamente convincente quanto Papa Benedetto XVI scriveva ai Vescovi della Chiesa cattolica per accompagnare il Motu Proprio «Summorum pontificum»: «Guardando al passato, alle divisioni che nel corso dei secoli hanno lacerato il Corpo di Cristo, si ha continuamente l’impressione che, in momenti critici in cui la divisione stava nascendo, non è stato fatto il sufficiente da parte dei responsabili della Chiesa per conservare o conquistare la riconciliazione e l’unità; si ha l’impressione che le omissioni nella Chiesa abbiano avuto una loro parte di colpa nel fatto che queste divisioni si siano potute consolidare. Questo sguardo al passato oggi ci impone un obbligo: fare tutti gli sforzi, affinché a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell’unità, sia reso possibile di restare in quest’unità o di ritrovarla nuovamente.» [*]
È con questo animo che continuiamo a pubblicare riflessioni sull’argomento, sperando proprio che nella chiarezza di posizioni (e non nella contrapposizione artificiosa) si possa continuare a camminare nel bene di una esperienza di movimento che permane persuasiva nei nostri cuori.

Ci commuove quanto Aldo Maria Valli ha scritto recentemente per «rispondere ai tanti amici che hanno reagito ai miei ultimi articoli»: «Quanto sarebbe più comodo starsene tranquilli e ripetere, senza troppi pensieri, le parole che vanno per la maggiore… Invece no: mi interrogo. Perché non mi sembra serio, oltre che ben poco cristiano, recepire tutto in modo fintamente neutro. Il buon Dio ci ha dotato di cuore e cervello, ed è contento se li usiamo.»

[*] Lettera di Sua Santità Benedetto XVI ai Vescovi in occasione della pubblicazione della lettera apostolica “motu proprio data” Summorum Pontificum sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970

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