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"Buon Natale" anche da chi non condivide o almeno non pratica la nostra fede

Autore:
Oliosi, Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
«E' inoltre sentita (in Italia e altrove) con crescente chiarezza l'insufficienza di una razionalità chiusa in se stessa e di un'etica troppo individualista: in concreto, si avverte la gravità del rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra civiltà. Questa sensazione, che è diffusa nel popolo italiano, viene formulata espressamente e con forza da parte di molti e importanti uomini di cultura, anche tra coloro che non condividono o almeno non praticano la nostra fede. La Chiesa e i cattolici italiani sono dunque chiamati a cogliere questa grande opportunità, e anzitutto ad esserne consapevoli. Il nostro atteggiamento non dovrà mai essere, pertanto, quello di un rinunciatario ripiegamento su noi stessi: occorre invece mantenere vivo e se possibile incrementare il nostro dinamismo, occorre aprirsi con fiducia a nuovi rapporti, non trascurare alcune delle energie che possono contribuire alla crescita culturale e morale dell'Italia... se sapremo farlo, la Chiesa in Italia renderà un grande servizio non solo a questa Nazione, ma anche all'Europa e al mondo, perché è presente ovunque l'insidia del secolarismo e altrettanto universale è la necessità di una fede vissuta in rapporto alle sfide del nostro tempo» [Benedetto XVI al Convegno Ecclesiale di Verona].



L'amore alla ragione è il dono di Dio più grande ad ogni uomo

Dal darsi definitivo del Dio vivente, Padre, Figlio, Spirito Santo, nell'Incarnazione del Figlio, la Ragione, il Logos-Amore di un unico Dio che ha razionalmente ordinato il cosmo, Redentore dell'uomo, deriva nella storia umana la straordinaria fede-amore alla ragione che connota l'emergere dell'Occidente cristiano, l'Europa dalle radici ebraico - cristiane. Sin dagli albori i padri della Chiesa insegnarono che la ragione era, con l'amore, il dono più grande che Dio aveva offerto agli uomini, fatti a sua immagine e somiglianza. Il cristianesimo, "amico dell'intelligenza", fu la sola religione ad accogliere l'utilizzo della ragione e della logica come guida verso la verità rivelata, religiosa. La Tradizione cattolica prepone sempre il logico cioè il non contraddittorio a ogni forma divina e umana dello spirito e la sua apertura universale abbraccia una pluralità di valori, di possibilità che stanno, però, tutti dentro la verità che fa liberi e non una pluralità composta di valori e non-valori. Questo relativismo conduce alla indifferenza teoretica, di conseguenza all'indifferenza etico-morale, alla violenza cioè all'impossibilità di ordinare la vita anche in questo mondo.
Ma oggi il laicismo italiano vuole che la Chiesa sia amore (La differenza cristiana) senza verità, con una veduta larga della religione cattolica fino ad accettare non solo i diversi ma anche in contraddittori. Ma è impossibile alla mente umana, anzi anche alla mente di Dio dal volto umano in Gesù Cristo, fare star insieme il vero e il falso, il buono e il cattivo, il bello e il brutto. Si equivoca il "farsi tutto con tutti" di san Paolo per cui essere cristiani significherebbe conformarsi, addirittura dissolversi come lievito invisibile nel tutto.
Benedetto XVI, in continuità con tutta la Tradizione, con mente aperta e cuore libero, richiama che Dio è amore e Logos insieme e la Chiesa non può pagare la carità al prezzo della verità. E oggi in Occidente predomina una cultura che sradica le proprie radici di fede e ragione erigendo a universale e autosufficiente ciò per cui sarebbe razionalmente valido soltanto ciò che è sperimentabile e calcolabile, mentre sul piano della prassi la libertà individuale viene eretta a valore fondamentale al quale tutti gli altri dovrebbero sottostare. Così Dio rimane escluso dalla cultura e dalla vita pubblica.

Fede-amore nella ragione in laici che non condividono o non praticano la fede

Ma ci sono laici, non laicisti, che pur non condividendo o almeno non praticando la nostra fede hanno fede-amore nella ragione cristianamente allargata come il più grande dono per l'uomo, fede che connota tutta la storia dell'Occidente e dell'Europa dalla radici cristiane. E puntano a plasmare di nuovo una coscienza di europei che al di là della separazione tra laici e cattolici faccia intravedere la ragionevolezza e il valore internamente vincolante dei grandi principi che hanno edificato l'Europa e devono e possono ricostruirla. Uno di questi laici, oggi più significativi, è Marcello Pera che ha scritto un articolo sul Natale nel il Giornale di Domenica 24 dicembre. "Il fatto nuovo di questo Natale è che non si può più dire "Buon Natale" e, a pensarci bene, è giusto così. A che vale dire "Buon Natale" quando un uomo viene suicidato perché la vita gli è insopportabile? Quando il Presepe viene profanato nella sede di una istituzione? Quando in quella stessa sede si progetta una saletta pagana, affinché ciascuno preghi il suo dio senza offendere quello del vicino di scranno? Quando i canti cristiani vengono proibiti ai bambini delle elementari? Quando un direttore cattolico nega ad un vescovo l'autorizzazione a incontrare studenti? Quando il crocefisso viene allontanato da qualunque luogo pubblico? Quando un gay pride si può fare e una processione no? E vale ancora "Buon Natale" se il cristianesimo viene nascosto nel vecchio continente cristiano? Vale se al cristianesimo è richiesto di rispettare l'islam senza esserne rispettato? No, " o "Buon Natale" non vale più oppure vale come grido di rivolta morale e culturale".
"Il laicismo che è in corso è peggiore del nazismo e del comunismo che, con altri mezzi, ebbero gli stessi fini. Il nazismo volle sostituire il cristianesimo e l'ebraismo con il paganesimo. Ma le coscienze non erano pronte e i due regimi dovettero usare la violenza. Oggi non c'è bisogno di ricorrere alle purghe e ai campi di concentramento. Oggi gli anticristiani conducono la loro battaglia all'insegna degli stessi valori cristiani, e purtroppo tanti cristiani ci cascano. L'eutanasia si pratica nel nome della dignità della vita e della misericordia. L'eugenetica nel nome di non recare dolore agli innocenti. L''aborto nel nome della libertà della donna. Il matrimonio omosessuale nel nome dell'amore del prossimo…E l'incesto, dopotutto, perché deve essere tabù? Potrebbe essere solo un'interpretazione, e siccome, come diceva quel tale, "non ci sono fatti, bensì solo interpretazioni", allora cambiando vocabolario, anche quel tabù potrebbe cadere…Si dicono liberali, perché nella loro Neolingua liberale significa "libero di fare come si crede". Non sanno che il liberalismo è dottrina giudaico - cristiana fondata sul primato della persona e quindi su principi e valori e proibizioni non negoziabili. Non sanno che l'etica liberale presume quella cristiana. Non sanno che, senza il cristianesimo non ci sarebbe la nostra civiltà. Una cosa sola sanno: che il cristianesimo è un ostacolo a quella dittatura del relativismo che ci vogliono imporre. Il nazismo e il comunismo fecero breve l'altro secolo, lo scientismo e il laicismo potrebbero fare cortissimo questo. Dopo, a invaderci, ci sarà l'islam, una religione di seguaci che credono ancora e che diffidano di noi perché non crediamo più. O ci sarà qualche altra cosa, perché il vuoto che le orde dei barbari laicisti lasciano sarà comunque riempito. Per fermarle, per arrestare il degrado morale, per salvare la civiltà, occorre una nuova, più difficile, resistenza di credenti e non. Dunque: "Buon Natale".
Ritengo salutare questo giudizio sull'attuale cultura secolare. Ma il credente praticante sa che Regno di Dio significa Dio regna anche se non viene in modo che si possa, per così dire, mettersi sul lato della strada ed osservare il suo arrivo. "E' in mezzo a voi" (Lc 17,20). Esso si sviluppa all'interno delle persone che lasciano che Dio entri nel mondo. Perciò Gesù risorto ecclesialmente presente è il regno di Dio in persona: l'uomo nel quale Dio è sempre in mezzo a noi e attraverso il quale noi possiamo sempre toccare Dio. E dove questo accade, e può sempre accadere, il mondo si salva. Come può l'Italia, oggi, contribuire a far sì che l'Europa arrivi ad una religione civile cristiana che vada oltre i confini delle confessioni e rappresenti valori che non sono solo di consolazione per l'individuo ma che possano sostenere la società? E' oggi anche la prima urgenza e possibilità ecumenica. E' l'importanza delle minoranze creative, poiché la maggioranza di cristiani esistenti sono diventate stanche e mancano di fascino. E' per questo che nella Chiesa stessa e per la Chiesa, ma anche e soprattutto oltre la Chiesa e per la società è così importante che esistano minoranza convinte che Dio in Cristo regna: uomini che nell'incontro con Cristo abbiano trovato la perla preziosa (Mt 13,45), che dà valore a tutta la vita, facendo sì che gli imperativi cristiani non siano più zavorre che immobilizzano l'uomo, ma piuttosto ali che lo portano in alto.

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