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Dove non c’è Dio sorge l’inferno, esso consiste appunto nella sua assenza

Autore:
Oliosi, Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
«E ciò può compiersi anche in forme sottili e quasi sempre in nome dell’idea della benevolenza nei confronti dell’uomo. Quando oggi si fa del commercio con gli organi umani, quando vengono prodotti dei feti per ricavarne provviste di organi o per portare avanti la ricerca su malattie e salute, sono in molti a mettere anzitutto in evidenza il contenuto umanistico di questo agire; ma con il disprezzo per l’uomo che vi è sotteso, con questo uso e abuso di persone umane ci troviamo appunto di nuovo nella discesa all’inferno. Questo non significa che non possano esserci degli atei con una grande tensione morale, come di fatto, vi sono. Ma oso ritenere che questa tensione morale si fonda sul fatto che non si è ancora spento il riverbero della luce che un tempo è giunta dal Sinai, la luce di Dio. Stelle molto lontane, ormai spente, possono sempre far brillare la loro luce in noi. Anche dove Dio appare morto, la sua luce può ancora continuare a operare. Ma Nietzsche ha giustamente rilevato che l’istante in cui sarà arrivato dappertutto il messaggio della morte di Dio, potrà solo essere terribile» [Joseph Ratzinger - Benedetto XVI, Vi ho chiamato amici. La compagnia nel cammino della fede, San Paolo 2006, pp. 98-102].

Se dove giunge il messaggio della morte di Dio tutto diventa terribile qual è il compito prioritario della Chiesa oggi, di noi cristiani, si chiede Joseph Ratzinger? Occorre testimoniare Dio in vissuti fraterni di comunione ecclesiale, spalancando le finestre chiuse e oscurate, perché la luce possa brillare tra noi, con chi viviamo, perché ci sia spazio e notizia chiara e pulita per tutti della presenza di Dio dal volto umano in Gesù Cristo crocefisso risorto. Dove c’è la consapevolezza della presenza di Dio in vissuti fraterni c’è il cielo, lì, anche nella fatica e nella tribolazione della nostra esistenza, la vita si fa luminosa. Il cristianesimo non è una filosofia complicata e ormai invecchiata, non è un confuso e intricato pacchetto di dogmi e di prescrizioni etiche. Quando accade l’avvenimento dell’incontro con la presenza della Persona di Cristo in vissutiti fraterni di comunione ecclesiale lì si è toccati da Dio ed esplode la felicità anche tra tribolazioni, il bisogno missionario di farne una notizia chiara e pulita. Proprio in questo senso sull’Areopago Paolo ha descritto il suo compito e la sua intenzione, quella di voler rendere noto agli ateniesi, a cui parlava come rappresentanti di tutti i popoli pagani, il dio sconosciuto, il Dio che era uscito dal suo nascondimento, che si era manifestato lui stesso e che poteva quindi essere da lui annunciato (At 17,16-34). Il richiamo al dio sconosciuto presuppone che il cuore di ogni uomo, comunque ridotto, pur nella sua dichiarata non conoscenza, abbia in qualche modo,un desiderio naturale, un’apertura originaria e non spegnibile di Dio, del suo darsi definitivo nell’incarnazione, passione, morte, del Figlio, di poterlo incontrare risorto nel volto dei Suoi. Tale richiamo a ciò che permane di originario in ogni cuore, in ogni9 io umano, anche in una cultura completamente secolarizzata cioè di silenzio su Dio e con Dio, risponde all’attuale presunto atteggiamento agnostico post-moderno, che non conosce Dio e che, però, non ha argomenti convincenti per escluderlo. Presuppone che ogni uomo, ontologicamente cioè oggettivamente, in qualche modo, sia in attesa di Dio ma non possa soggettivamente, soprattutto nell’attuale orizzonte culturale secolarizzato, arrivare a Lui, e quindi, abbia bisogno, anzi il diritto, da parte di chi crede, di un annuncio stupito, gioioso, completo in una compagnia di fede che lo accompagni e lo faccia salire nello spazio umanamente attraente della sua presenza cioè nella Chiesa.
E allora perché la Chiesa esiste? Perché a noi, oggi minoranza, è dato di credere e in che modo rafforzare, salvaguardare, portare a compimento la nostra fede? La Chiesa esiste, e noi in essa, perché sia reso noto Dio, il Dio vivente dal volto umano in Gesù, presente in tanti modi ma soprattutto nell’Eucaristia che rende attuale Lui crocifisso con tutta l’altezza, la larghezza, la profondità, la larghezza del suo amore in Croce che libera e salva, perché ogni uomo possa incontrarlo e imparare a vivere con Dio, sotto il suo sguardo paterno e in comunione con Lui. La Chiesa esiste per combattere e impedire anche culturalmente nell’attuale secolarismo l’avanzata terribile della morte di Dio cioè dell’inferno sulla terra e per renderla sempre più umanamente abitabile per tutti grazie alla luce di Dio. Solo a partire dalla consapevolezza degli avvenimenti della presenza anche storica delle Persone divine, la terra diviene umana e ogni uomo, esperimentando di essere amato da Dio ripete con il cuore la terza invocazione del Padre nostro: “Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”. Dove accade la volontà di Dio, c’è il cielo in terra, anche con tutte le tribolazioni. Per questo è un avvenimento cogliere e accogliere la presenza soprannaturale di Dio nella storia, rendere conoscibile la sua volontà e mettere in sintonia la volontà di ogni uomo con la volontà di Dio: è l’unica promozione umana. Non si può infatti ridurre Dio ad una idea astratta in maniera puramente accademica; non se ne può semplicemente prendere notizia, allo stesso modo in cui registro l’esistenza di astri lontani e di dati della storia passata. Non può, oggi, maturare una coscienza cristiana accontentandosi di un fugace contatto con le principali verità di fede dell’infanzia e non è sufficiente nemmeno una conoscenza teorica di Cristo, dei sacramenti senza che con l’incontro sacramentale con Lui emergano i valori morali che riguardano la corporeità, la sessualità, l’amore umano, la procreazione, il rispetto della vita in tutti i momenti, denunciando nel contempo culturalmente con validi e precisi motivi argomentati razionalmente, come fa il Compendio della Dottrina sociale, i comportamenti contrari a questi valori.
La vera conoscenza con Dio con le sue due forme di amore, agape ed eros, può essere paragonata alla conoscenza dell’amante per l’amato: mi riguarda completamente in tutte le esigenze profonde del mi cuore e in tutti i miei rapporti, interpreta la mia volontà e si arena se non arriva a questo accordo integrale.

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