Eucaristia, mistero da credere, da celebrare, da vivere
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Seguendo il Catechismo della Chiesa cattolica e il suo Compendio l’Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum caritatis si sviluppa in tre parti, più. Eucaristia, mistero da credere, da celebrare, da vivere. Metodologicamente il Papa ha accolto la richiesta che i Padri sinodali hanno avanzato: aiutare il popolo cristiano a credere, celebrare, vivere sempre meglio il Mistero eucaristico. “Mistero della fede!”. Con questa espressione pronunciata immediatamente dopo le parole della consacrazione, il sacerdote proclama il mistero celebrato e manifesta il suo stupore di fronte alla conversione sostanziale del pane e del vino nel corpo e sangue del Signore Gesù, una realtà che supera ogni comprensione umana. In effetti l’Eucaristia è per eccellenza il “mistero della fede”. “è il compendio e la somma della nostra fede”. La fede della Chiesa è essenzialmente fede eucaristica e si alimenta in modo particolare alla mensa dell’Eucaristia. La fede e i Sacramenti sono due aspetti complementari della vita ecclesiale. Suscitata dall’annuncio della Parola di Dio, la fede è nutrita e cresce nell’incontro di grazia col Signore risorto che si realizza nei Sacramenti: “La fede si esprime nel rito e il rito rafforza e fortifica la fede”. Per questo, il Sacramento dell’altare sta al centro della vita ecclesiale; “grazie all’Eucaristia la Chiesa rinasce sempre di nuovo!”. Quanto più viva è la fede eucaristica nel Popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale mediante la convinta adesione alla missione che Cristo ha affidato ai suoi discepoli. Di ciò è testimone la stessa storia della Chiesa. Ogni grande riforma è legata, in qualche modo, alla riscoperta della fede nella presenza eucaristica del Signore in mezzo al suo popolo” (n. 6).
Anche se nella Chiesa non è sempre visibile la spinta spirituale, che Dio ci fa vivere in momenti particolari di grazia, abbiamo sempre dinnanzi la promessa del nostro Signore e divino Maestro di tutti i tempi e di tutti i luoghi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,18). Sappiamo, dunque, che questo presente vitale del Signore risorto nella sua Chiesa viene sempre realizzato e al contempo attualizzato attraverso la celebrazione sacramentale del suo Sacrificio, attraverso la Comunione, nella quale riceviamo il suo Corpo e il suo Sangue, e mediante l’esperienza che ci viene offerta nell’adorazione della sua presenza reale sotto l specie delle particole sacre. Il Sinodo e quindi l’Esortazione postisinodale vuole richiamare l’episcopato, il clero, le persone consacrate, i fedeli laici sull’Eucaristia fonte della vita e della missione della Chiesa e su qual è il vero culmine al quale mirano tutti gli sforzi pastorali per condurre gli uomini al loro Salvatore e per riconciliarli in Lui con il Dio Uno e Trino.
Forma eucaristica dell’esistenza e trasformazione morale
Scoprendo nell’Eucaristia, mistero contemporaneamente da credere, da celebrare, da vivere, la bellezza della forma eucaristica dell’esistenza cristiana ci rendiamo conto delle energie morali che da tale forma vengono attivate a sostegno dell’autentica libertà propria dei figli di Dio. Questo richiamo vitale alla valenza morale del credere e del culto spirituale non va interpretato in chiave moralistica. È innanzitutto la felice scoperta del dinamismo dell’amore nel cuore di chi accoglie il dono del Signore, si abbandona a Lui e trova la vera libertà. La trasformazione morale, implicata nel nuovo culto istituito da Cristo, è una tensione e un desiderio cordiale di voler corrispondere all’amore del Signore con tutto il proprio essere, pur nella consapevolezza della propria fragilità. Dopo aver ospitato Gesù nella sua casa, il pubblicano Zaccheo (Lc 19,1-10) si ritrova completamente trasformato: decide di dare metà dei suoi averi ai poveri e di restituire quattro volte tanto a coloro ai quali ha rubato. La tensione morale che nasce dall’ospitare Gesù nella nostra vita scaturisce dalla gratitudine per aver sperimentato l’immeritata vicinanza del Signore.
Coerenza eucaristica
“E’ importante rilevare ciò che i Padri sinodali hanno qualificato come coerenza eucaristica, a cui la nostra esistenza è oggettivamente chiamata. Il culto gradito a Dio, infatti, non è mai atto meramente privato, senza conseguenze sulle nostre relazioni sociali: esso richiede la pubblica testimonianza della propria fede. Ciò vale ovviamente per tutti i battezzati, ma si impone con particolare urgenza nei confronti di coloro che, per la posizione sociale e politica che occupano, devono prendere decisioni a proposito dei valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme. Tali valori non sono negoziabili. Pertanto, i politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana. Ciò ha peraltro un nesso obiettivo con l’Eucaristia (1 Cor 11,27-29). I Vescovi sono tenuti a richiamare costantemente tali valori; ciò fa parte della loro responsabilità nei confronti del gregge loro affidato” (n. 83).