Accendere un fiammifero vale più che maledire l’oscurità...
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«La conversione, invece, pur non preservando dai problemi e dalle sventure, permette di affrontarli in “modo” diverso. Anzitutto aiuta a prevenire il male, disinnescando certe sue minacce. E, in ogni caso, permette di vincere il male con il bene, se non sempre sul piano dei fatti - che a volte sono indipendenti dalla nostra volontà - certamente su quello spirituale. In sintesi: La conversione vince il male nella sua radice che è il peccato, anche se non sempre può evitarne le conseguenze.
Preghiamo Maria Santissima, che ci accompagna e ci sostiene nell’itinerario quaresimale, affinché aiuti ogni cristiano a riscoprire la grandezza, direi la bellezza della conversione. Ci aiuti a comprendere che fare penitenza e correggere la propria condotta non è semplice moralismo, ma la via più efficace per cambiare in meglio se stessi e la società. Lo esprime bene una felice sentenza: Accendere un fiammifero vale più che maledire l’oscurità» [Angelus 11 marzo 2007].
Disponibilità dei Vescovi, nelle visite “ad limina”, di mettersi in discussione per affrontare problemi e sventure in “modo” diverso in comunione con il Papa
Nel Vangelo vediamo che il punto al quale Gesù vuole portare tutti i suoi ascoltatori, a cominciare da chi gli è più vicino cioè gli apostoli, alla necessità della conversione. Non la propone in termini moralistici, bensì realistici, come l’unica risposta adeguata ad accadimenti che mettono in crisi le certezze umane. Non serve scaricare la colpa sugli altri. Vera saggezza è piuttosto lasciarsi interpellare dalla precarietà anche della pastorale, del vissuto ecclesiale e assumere un atteggiamento di responsabilità, di comunione tra Vescovi e Papa per migliorare la vita e la missione della Chiesa con la risposta più efficace al male, ad ogni livello, interpersonale, sociale e internazionale. Molto significativa la visita “ad limina” dei Vescovi dell’Austria il 5 novembre 2005. E’ utile rifarci ad una di queste esperienze ecclesiali mentre si stanno concludendo le visite “ad limina” dei vescovi italiani.
La visita dei pastori della Chiesa sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo è un appuntamento fisso e un momento di accertamento dei vincoli con il Successore di Pietro e al contempo permette di vivere la comunione della Chiesa universale al suo centro.
Anche se non sempre nella Chiesa è visibile la spinta spirituale che Dio può far vivere in ore particolari di grazia, c’è la promessa del nostro Signore e Maestro di tutti i tempi e di tutti i luoghi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,18). La Chiesa è partecipazione alla vita di Dio - Amore e che questo presente vitale del Signore risorto nella sua Chiesa viene realizzato e al contempo attualizzato attraverso la celebrazione sacramentale del suo Sacrificio, attraverso la Comunione, nella quale riceviamo il suo Corpo e il suo Sangue, e mediante l’esperienza che ci viene offerta nell’adorazione della sua presenza reale sotto le specie delle particole sacre. Si tratta di richiamare l’attenzione sulla fonte della vita e della missione della Chiesa e su qual è il vero culmine al quale tutti gli sforzi pastorali mirano per condurre gli uomini al loro Salvatore e per riconciliarli in Lui con il Dio Uno e Trino.
“Sulla base di queste esperienze - dice Benedetto XVI ai Vescovi austriaci - è ora necessario analizzare con fiducia e tranquillità la situazione delle diocesi austriache per rilevare i punti nevralgici nei quali è richiesto in particolare il nostro impegno per la salvezza e il bene del gregge, “in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come Vescovi a pascere la Chiesa di Dio che Egli si acquistata con il suo sangue” (At 20,28). Nella certezza della presenza del Signore guardiamo con coraggio negli occhi la realtà senza che l’ottimismo, dal quale sempre siamo trainati, possa rappresentare un ostacolo per chiamare le cose con il loro nome in tutta oggettività e senza abbellimenti”.
Il processo di secolarizzazione attualmente sempre più significativo per l’Europa non si è fermato neanche davanti alle porte della cattolica Austria. L’identificazione con l’insegnamento della Chiesa scema in molti fedeli e con ciò si perde la certezza della fede e viene meno il timore reverenziale per la legge di Dio. Esistono temi, relativi alla verità di fede e soprattutto alla dottrina morale non presenti in maniera sufficiente nella catechesi e nell’annuncio e che a volte, ad esempio nella pastorale giovanile delle parrocchie e delle unioni, non vengono affrontati affatto o non nel senso chiaro inteso dalla Chiesa. I responsabili dell’annuncio temono che qui e lì le persone possano allontanarsi se si parla troppo chiaro.
Ed ecco la necessità della conversione, del mettersi in discussione dei Vescovi in comunione con il Papa che pur non preservando dai problemi e dalle sventure, permette di affrontarli in “modo” diverso, aiutando a prevenire il male, disinnescando certe sue minacce. In ogni caso permette di vincere il male con il bene, se non sempre sul piano dei fatti - che a volte sono indipendenti dalla nostra volontà - certamente su quello spirituale. La conversione vince il male nella sua radice che è il peccato, anche se non sempre può evitarne le conseguenze. Ed ecco i punti della conversione proposti dal Papa soprattutto per chi pensa che le persone possano allontanarsi se si parla troppo chiaramente: “…l’esperienza dimostra che accade proprio il contrario. Non fatevi illusioni! Un insegnamento cattolico che viene offerto in maniera incompleta, è una contraddizione in sé e non può essere fecondo nel lungo periodo. L’annuncio del Regno di Dio va di pari passo con l’esigenza di conversione e con l’amore che incoraggia, che conosce il cammino, che insegna a capire che con la grazia di Dio anche ciò che sembra impossibile diviene possibile. Pensate come, a poco a poco, l’insegnamento della religione, la catechesi ai vari livelli e la predicazione possono essere migliorate, approfondite e per così dire completate! Utilizzate, per favore, con zelo il Compendio e il Catechismo della Chiesa cattolica! Fate in modo che i sacerdoti e i catechisti adottino questi strumenti, che vengano spiegati nelle parrocchie, nelle unioni e nei movimenti e che vengano utilizzati nelle famiglie come importanti letture! Nell’incertezza di questo periodo storico e di questa società, offrite agli uomini la certezza della fede completa della Chiesa! La chiarezza e la bellezza della fede cattolica sono ciò che rendono luminosa la vita dell’uomo anche oggi! Questo in particolare se viene presentata da testimoni entusiasti ed entusiasmanti. La testimonianza chiara, pubblica e risoluta dei vescovi, alla quale tutti i fedeli e soprattutto i sacerdoti, verso i quali siete particolarmente rivolti, possono orientarsi e che dona il coraggio di rafforzare la fede mediante il proprio atteggiamento, deve essere accompagnata da molte, spesso insignificanti e non necessarie misure che agiscono pubblicamente”.
E circa i valori non negoziabili (“il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme”) la Sacramentum caritatis al n. 83 afferma: “I Vescovi sono tenuti a richiamare costantemente tali valori; ciò fa parte della loro responsabilità nei confronti del gregge loro affidato”, affinché politici e legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, debbano sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirati ai valori fondati nella natura umana.