L’Italia costituisce un terreno assai favorevole per la testimonianza cristiana
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L'Italia, come in tutto l'Occidente travolto da una nuova ondata di illuminismo e laicismo, si presenta a noi come un terreno profondamente bisognoso m al contempo molto favorevole per una testimonianza cristiana. Questo giudizio viene documentato da Padre Giuseppe De Rosa sulla Civiltà Cattolica del 17 marzo 2007 rifacendosi a Franco Garelli, professore di Sociologia dei processi culturali e di Sociologia della religione nella Facoltà di Scienze politiche all'Università di Torino.
L'Italia presenta un fatto singolare: nell'epoca del pluralismo, in una stagione storica in cui si moltiplicano i sistemi di significato e le offerte religiose e in cui molte sfere della società si sono definitivamente emancipate dall'influsso delle religioni tradizionali, il cattolicesimo continua ad essere il punto di riferimento per ampie quote della popolazione, e la Chiesa cattolica torna alla ribalta della scena pubblica: il dinamismo delle istituzioni e dei gruppi cattolici sembra essere il fenomeno sociale emergente, quello che più genera attenzione, interrogativi, dibattiti.
"Infatti - osserva Padre Giuseppe De Rosa - l'appartenenza al cattolicesimo della grande maggioranza degli italiani sembra durare alla prova del tempo e della modernità avanzata. Certamente il pluralismo delle fedi è in costante aumento anche in Italia, per il flusso continuo di presenze straniere e per la maggiore consistenza delle minoranze religiose, che rivendicano un più ampio riconoscimento dei loro diritti nella vita pubblica. Così crescono i musulmani, i cristiani ortodossi e, in misura assai minore, i buddisti, mentre sono più o meno fermi gli ebrei, le Chiese evangeliche e i testimoni di Geova. L'ampliamento in campo religioso però non sembra incrinare né la forza della Chiesa cattolica nella società italiana, né l'adesione della grande maggiorana della popolazione alla fede cattolica. Anzi, lungi dall'essere penalizzate dall'aumento del pluralismo religioso, la Chiesa e la religione cattolica in Italia sembrano trarre nuova forza proprio dalla presenza di più fedi diverse. Questa, infatti, può essere motivo di rivalutazione della fede tradizionale, sia perché le affermazioni dell'identità altrui sollecitano le proprie, sia perché l'eccesso di pluralismo culturale può produrre quella carenza di beni sostantivi, di riferimenti fondanti, che espone la vita collettiva e individuale alla precarietà e alla contingenza. Nella società dell'incertezza molti possono riscoprire l'appartenenza cattolica proprio per ritrovare un sentire comune che offre orientamento, rassicurazione, coesione sociale".
Un aspetto della Chiesa italiana che oggi riceve ampi consensi è il fatto che, in un tempo di "relativismo etico", in cui vengono meno molti valori etici, per cui la vita umana perde senso, la Chiesa cattolica, con la ricchezza della sua antropologia, si presenta in grado di combattere la perdita del senso della vita e di fondare i "valori", ponendoli su fondamenti più solidi. E' significativo il fatto che oggi non pochi uomini di cultura, senza essere credenti, vedono con simpatia le prese di posizione della Chiesa nei campi della famiglia, dell'aborto, dell'eutanasia e della bioetica. In un tempo in cui dominano dubbi e incertezze sui problemi essenziali della vita umana, scrive Garelli, "una parte della popolazione italiana può essere estranea (per varie ragioni personali e ambientali) a una vita di fede, ma può maturare un generale senso di appartenenza al cattolicesimo per il richiamo sui valori fondanti che esso è in grado di riattualizzare anche nella società dell'incertezza".
Diversamente la Chiesa cattolica in Francia è fatta oggetto di una "nuova persecuzione": i cattolici praticanti sono "maltrattati". "Da noi - sempre Garelli - i cattolici fedeli, più attivi e convinti, non solo non vengono "maltrattati" ma hanno larga cittadinanza … La Chiesa italiana partecipa a pieno titolo alle vicende del Paese, interviene in molte questioni della convivenza societaria. Le strutture ecclesiali e l'associazionismo cattolico sembrano dare un contributo fondamentale sia alla coesione sociale sia alla soluzione delle varie emergenze che la modernità porta con sé".
La Chiesa e la religione cattolica non sono ai margini delle vicende nazionali, anche in quella modernità avanzata caratterizzata da un lato dal processo di secolarizzazione e dall'altro da una situazione religiosa che si coniuga sempre più al plurale. Questo è avvenuto perché in Italia ha avuto, come strategia di fondo, quella di mantenere e alimentare un "cattolicesimo di popolo".
La Chiesa e i gruppi cattolici entrano dunque a pieno titolo nel confronto culturale indotto nel Paese dalla modernità avanzata, che richiede una ridefinizione delle regole del gioco e dei criteri di convivenza in settori cruciali della vita pubblica. La religione rivendica un ruolo attivo nella definizione della situazione e nell'elaborazione delle regole del vivere comune.
E' evidente lo sconcerto di gran parte del mondo laico per questo nuovo protagonismo cattolico in un campo - quello culturale - che un certo laicismo alla francese ritiene di essere di sua esclusiva competenza. In queste ultime settimane la reazione assume anche toni di minaccia. La Chiesa italiana si va spostando dal cattolicesimo sociale a quello culturale.
In sintonia con la direttiva di Benedetto XVI la Chiesa punta in Italia a una presenza significativa per una proposta religiosa e culturale credibile e accettabile e la suo interno un rinnovamento evangelico per i tempi "nuovi".