Il Vescovo, interprete della Parola di Dio
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«Bisogna fare un salto di qualità nella vita cristiana del popolo, perché possa testimoniare la sua fede in maniera limpida e chiara. Questa fede, celebrata e partecipata nella liturgia e nella carità, nutre e rinvigorisce la comunità dei discepoli del Signore, mentre li edifica come Chiesa missionaria e profetica. (…) Il Papa è venuto in Brasile per chiedere che, al seguito della Parola di Dio, tutti i venerabili fratelli nell’episcopato sappiano essere portatori di eterna salvezza per tutti coloro che obbediscono a Cristo (Eb 5,10). Noi pastori, sulla scia degli Apostoli, dobbiamo essere fedeli servitori della Parola, senza visioni riduttive né confusioni nella missione che ci è affidata. Non basta osservare la realtà a partire dalla fede; è necessario lavorare con il Vangelo alla mano ed ancorati all’autentica eredità della Tradizione apostolica, senza interpretazioni motivate da ideologie razionalistiche.
Così, “nelle Chiese particolari spetta al vescovo conservare e interpretare la Parola di Dio e giudicare con autorità ciò che risulta essere o non essere in conformità con essa” (Cdf, Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo, n. 19). Egli, come maestro di fede e di dottrina, potrà contare sulla collaborazione del teologo che, “nella sua erudizione al servizio della verità, dovrà, per rimanere fedele alla sua funzione, tenere conto della missione propria del Magistero e con esso collaborare” (Ibid., n. 20). Il dovere di conservare il deposito della fede e di mantenere la sua unità richiede una stretta vigilanza, in modo tale che esso sia “conservato e trasmesso fedelmente, e che le posizioni particolari siano unificate nell’integrità del Vangelo di Cristo” (Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi, n. 126)» [Discorso di Benedetto XVI ai Vescovi del Brasile, 11 maggio 2007].
Responsabilità dei vescovi come formatori del popolo, specialmente dei sacerdoti e religiosi
Ecco quindi l’enorme responsabilità dei vescovi come formatori del popolo, specialmente dei sacerdoti e religiosi. Sono loro i vostri fedeli collaboratori. Conosco l’impegno con il quale cercate di formare le nuove vocazioni sacerdotali e religiose. La formazione teologica e nelle discipline ecclesiastiche richiede un aggiornamento costante, ma sempre con l’autentico magistero della Chiesa.
Faccio appello al vostro zelo sacerdotale ed al senso di discernimento delle vocazioni, anche per sapere completare la dimensione spirituale, psico - affettiva, intellettuale e pastorale nei giovani maturi e disponibili al servizio della Chiesa. Un buono ed assiduo accompagnamento spirituale è indispensabile per favorire la maturazione umana, ed evita il rischio di deviazioni nel campo della sessualità. Tenete sempre presente che il celibato sacerdotale costituisce un dono “che la Chiesa ha ricevuto e vuole conservare, convinta che esso è un bene per lei e per il mondo” (Direttorio per il ministero la vita dei presbiteri,n. 57).
Conosco la dinamica delle vostre Assemblee e lo sforzo per definire i diversi piani pastorali in modo che diano la priorità alla formazione del clero e degli operatori della pastorale. Alcuni di voi hanno incoraggiato movimenti di evangelizzazione per facilitare il raggruppamento dei fedeli in una certa linea d’azione. Il Successore di Pietro conta su di voi, perché la vostra preparazione poggi sempre sulla spiritualità di comunione e di fedeltà alla Sede di Pietro, affinché sia sicuro che l’azione dello Spirito non sia vana. Infatti, l’integrità della fede, insieme alla disciplina ecclesiale, è e sempre sarà, un tema che richiederà attenzione e impegno da parte di tutti voi, soprattutto quando si tratta di trarre le conseguenze del fatto che esiste “una sola fede ed un solo battesimo”.
L’ecumenismo ossia la ricerca dell’unità dei cristiani
L’ecumenismo, ossia la ricerca dell’unità dei cristiani, diventa in questo nostro tempo, nel quale si verifica l’incontro delle culture e la sfida del secolarismo, un compito sempre più urgente della Chiesa cattolica. In conseguenza, però, della moltiplicazione di sempre nuove denominazioni cristiane e, soprattutto di fronte a certe forme di proselitismo, frequentemente aggressivo, l’impegno ecumenico diventa un lavoro complesso. In tale contesto, è indispensabile una buona formazione storica e dottrinale, che abiliti al necessario discernimento, aiuti a capire l’identità specifica di ognuna delle comunità, gli elementi che dividono e quelli che aiutano nel cammino verso la costruzione dell’unità. Il grande campo comune di collaborazione dovrebbe essere la difesa dei valori morali fondamentali, trasmessi dalla tradizione biblica, contro la loro distruzione in una cultura relativistica e consumistica; e ancora, la fede in Dio Creatore ed in Gesù Cristo, suo Figlio incarnato. Inoltre, vale sempre il principio dell’amore fraterno e della ricerca di comprensione e di avvicinamenti reciproci; ma anche la difesa della fede del nostro popolo, confermandolo nella gioiosa certezza che “l’unica Chiesa di Cristo…sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui” (Lumen gentium, n. 8). In tal senso si procederà verso un dialogo ecumenico franco… impegnandosi al pieno rispetto delle altre confessioni religiose, desiderose di rimanere in contatto con la Chiesa cattolica che è in Brasile.
Brasiliani che vivono in situazione di indigenza e disuguaglianza nella distribuzione del reddito
Non costituisce affatto una novità la constatazione che il vostro Paese convive con un disavanzo storico di sviluppo sociale, le cui tracce estreme sono il vasto contingente di brasiliani che vivono in situazione di indigenza ed una disuguaglianza nella distribuzione del reddito, che arriva a livelli molto elevati. A voi, venerabili fratelli, come gerarchia del popolo di Dio, spetta la ricerca di soluzioni nuove e colme di spirito cristiano. Una visione dell’economia e dei problemi sociali, dalla prospettiva della dottrina sociale della Chiesa, porta a considerare le cose sempre dal punto di vista della dignità dell’uomo, che trascende il semplice gioco dei fattori economici.”